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Cosa serve per una leadership forte nello Studio legale

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Si sente parlare spesso di leader e di leadership. Sempre di più il tema interessa anche l’ambito professionale e non più solo quello aziendale. Le ragioni sono molteplici, dalle organizzazioni di Studio sempre più ampie e articolate, alla necessità di avere una “guida” in momenti difficili quali quello che la professione forense sta attraversando.

Se c’è un elemento che ancora accomuna la professione organizzata in stp, associazioni tra professionisti e le classiche boutique del diritto è che i titolari, dominus o partner di Studio sono focalizzati prevalentemente su se stessi e sul business, piuttosto che sulla creazione di organizzazioni forti, funzionali e compatte orientate verso obiettivi comuni e mosse da valori e motivazioni condivise.

Il vero salto culturale non è nell’organizzazione che si sceglie, associazione piuttosto che no, quanto piuttosto nel passare come mentalità da “io” a “noi”, come sottolinea un grande formatore sulla leadership quale Rajeev Pashawaria (Tanti boss pochi leader, Rizzoli editore). È questo scatto che potrà in futuro fare concretamente la differenza tra Studi professionali animati da forte identità e personalità, dove è il collettivo l’elemento di spinta del business, e quelli che non lo saranno e annasperanno per la sopravvivenza in un mercato sempre più assottigliato e complesso.

Il leader, titolare, partner o dominus che dir si voglia, sarà allora motivato a creare un team che abbia un’anima, di cui si prenderà cura e che a sua volta si prenderà cura della leadership e avrà a cuore le sorti dello Studio. La differenza tra strutture organizzative funzionali agli scopi del boss, del titolare/partner e strutture affiatate e con personalità la si vedrà proprio nei momenti difficili come questo. Se di fronte alle difficoltà si genererà tra i collaboratori l’idea del “si salvi chi può” e cominceranno a vedersi curriculum che viaggiano verso altri lidi e spin-off di Studio, allora forse quella solidità la struttura non l’aveva. Al contrario, se ci si troverà intorno ad un tavolo a ragionare come fare per, che cosa ciascuno può dare per, quali scelte operare insieme, allora un’anima l’organizzazione probabilmente l’avrà maturata e farà da collante.

I boss saranno sempre al vertice legittimati dalla posizione, mentre i leader saranno alla guida legittimati dal modo in cui sapranno ispirare negli altri la vision e la motivazione a dare il meglio. I boss faranno tagli e si preoccuperanno di salvare se stessi, mentre i leader faranno scelte per il bene del gruppo e si preoccuperanno che tutti remino nella stessa direzione. I boss di fronte alle avversità si isoleranno, mentre i leader si stringeranno al team con cui condivideranno le scelte per poi assumersi la responsabilità della decisione che è insita nel loro ruolo, invece di scaricare le colpe su tutto il resto che non funziona.

È un investimento questo, molto più duraturo e solido di ogni altro investimento economico. Richiede coraggio, lungimiranza e determinazione, ma i benefici saranno incommensurabili.