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Welfare Reforming Papers: la spesa sanitaria SSN in Italia e nel Lazio

Si è riaperto il dibattito su sanità e benchmark di spesa.

Pochi i progressi che si possono intravedere rispetto agli anni scorsi.

Si procede troppo lentamente e senza un supporto adeguato di dati e valutazioni di impatto.

Il lavoro allegato è il primo di una serie dedicata ai Sistemi Sanitari Regionali.

Si comincia dal Lazio.

Livello e dinamica della spesa sanitaria corrente del Lazio sono messi a confronto con i corrispondenti dati nazionali, nel periodo che va dal 1990 al 2010 (anno più recente coperto da Health for All dell’Istat).

L’analisi segue la metodologia utilizzata da Ecofin e Ocse per le proiezioni a medio-lungo termine della spesa: profili di spesa pro-capite per fasce di età, agganciati alla dinamica del Pil pro-capite, applicati alla struttura demografica.

Nel 1990 le spese pro-capite per fasce di età del Lazio erano di coltre il 9% superiori alle corrispondenti spese dell’aggregato Italia. Nel 2010 lo scarto è aumentato a oltre il 13%, come conseguenza di una dinamica più intensa di quella media italiana, soprattutto dopo il 2000.

Nell’aggregato Italia, le simulazioni mostrano che la spesa pro-capite per fasce di età è cresciuta, tra il 1990 e il 2010, con un mark-up di circa 1 p.p. sul tasso di crescita del Pil pro-capite nazionale. Per il Lazio il mark-up si è attestato a 1,2-1,3.

I più alti livelli e la più intensa dinamica del Lazio non trovano giustificazione né nella demografia (le simulazioni ne tengono conto) né in fattori di tipo economico (si tratta di spesa Lea che per definizione deve seguire dappertutto lo sviluppo delle capacità d’offerta del Paese).

Se il Lazio avesse condiviso sia la spesa pro-capite per fasce di età che la dinamica dell’aggregato Italia, si sarebbero liberate risorse considerevoli, pari allo 0,8-0,9% del Pil regionale nel 2010, equivalenti a circa 1,3 miliardi di Euro.

È da rimarcare come la maggior parte dello scarto di efficienza del Lazio maturi successivamente al 2000. Difficile dimostrare il nesso di causalità sul piano statistico, ma la coincidenza con l’avvio del “cantiere federalista”, in quasi quindici anni mai approdato a conclusione, è, almeno nel caso del Lazio, molto forte. Un monito a metter fine alle incertezze e concretizzare le riforme.

Non bisogna avere paura dei numeri. Quantificare è un passaggio ineludibile per il buon governo.

Nelle prossime edizioni dei Welfare Reforming Papers saranno, di volta in volta, sviluppati i casi delle altre Regioni e Province Autonome, sino a mettere assieme una mappatura completa e coerente a servizio delle scelte.

Per visualizzare il lavoro completo clicca qui.

Si è riaperto il dibattito su sanità e benchmark di spesa.

Pochi i progressi che si possono intravedere rispetto agli anni scorsi.

Si procede troppo lentamente e senza un supporto adeguato di dati e valutazioni di impatto.

Il lavoro allegato è il primo di una serie dedicata ai Sistemi Sanitari Regionali.

Si comincia dal Lazio.

Livello e dinamica della spesa sanitaria corrente del Lazio sono messi a confronto con i corrispondenti dati nazionali, nel periodo che va dal 1990 al 2010 (anno più recente coperto da Health for All dell’Istat).

L’analisi segue la metodologia utilizzata da Ecofin e Ocse per le proiezioni a medio-lungo termine della spesa: profili di spesa pro-capite per fasce di età, agganciati alla dinamica del Pil pro-capite, applicati alla struttura demografica.

Nel 1990 le spese pro-capite per fasce di età del Lazio erano di coltre il 9% superiori alle corrispondenti spese dell’aggregato Italia. Nel 2010 lo scarto è aumentato a oltre il 13%, come conseguenza di una dinamica più intensa di quella media italiana, soprattutto dopo il 2000.

Nell’aggregato Italia, le simulazioni mostrano che la spesa pro-capite per fasce di età è cresciuta, tra il 1990 e il 2010, con un mark-up di circa 1 p.p. sul tasso di crescita del Pil pro-capite nazionale. Per il Lazio il mark-up si è attestato a 1,2-1,3.

I più alti livelli e la più intensa dinamica del Lazio non trovano giustificazione né nella demografia (le simulazioni ne tengono conto) né in fattori di tipo economico (si tratta di spesa Lea che per definizione deve seguire dappertutto lo sviluppo delle capacità d’offerta del Paese).

Se il Lazio avesse condiviso sia la spesa pro-capite per fasce di età che la dinamica dell’aggregato Italia, si sarebbero liberate risorse considerevoli, pari allo 0,8-0,9% del Pil regionale nel 2010, equivalenti a circa 1,3 miliardi di Euro.

È da rimarcare come la maggior parte dello scarto di efficienza del Lazio maturi successivamente al 2000. Difficile dimostrare il nesso di causalità sul piano statistico, ma la coincidenza con l’avvio del “cantiere federalista”, in quasi quindici anni mai approdato a conclusione, è, almeno nel caso del Lazio, molto forte. Un monito a metter fine alle incertezze e concretizzare le riforme.

Non bisogna avere paura dei numeri. Quantificare è un passaggio ineludibile per il buon governo.

Nelle prossime edizioni dei Welfare Reforming Papers saranno, di volta in volta, sviluppati i casi delle altre Regioni e Province Autonome, sino a mettere assieme una mappatura completa e coerente a servizio delle scelte.

Per visualizzare il lavoro completo clicca qui.