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Robert H. Bork: Il giudice sovrano

È scoraggiante constatare che attualmente solo in pochi sembrino interessati al fatto che la democrazia stia venendo gradualmente sostituita dalle sentenze giudiziarie, ad eccezione, è ovvio, dei gruppi attivisti e delle élites culturali che spingono senza sosta in tale direzione. Non si tratta qui di una questione marginale di filosofia del diritto riservata esclusivamente a teorici specializzati. Ad essere in gioco sono le libertà personali, e in particolare quella libertà fondamentale riconosciuta nelle democrazie che è il diritto dei cittadini a governare se stessi. I diritti costituzionali specifici esistono come eccezione, non come regola. Quando, in nome di un "diritto", una corte di giustizia stravolge la volontà della maggioranza, espressa dalle leggi, la libertà viene trasferita da un grande a un piccolo gruppo, da una maggioranza a una minoranza. Allo stesso modo, quando un giudice calpesta una legge con motivazioni che non hanno fondamento costituzionale, siamo tutti più liberi, certo, ma liberi di agire in modi che la maggioranza di noi aveva ritenuto inaccettabili.

[Robert H. Bork, Il giudice sovrano, Coercing virtue: the worldwide rule of judges, Liberilibri, 2006, p. 23]

 

È scoraggiante constatare che attualmente solo in pochi sembrino interessati al fatto che la democrazia stia venendo gradualmente sostituita dalle sentenze giudiziarie, ad eccezione, è ovvio, dei gruppi attivisti e delle élites culturali che spingono senza sosta in tale direzione. Non si tratta qui di una questione marginale di filosofia del diritto riservata esclusivamente a teorici specializzati. Ad essere in gioco sono le libertà personali, e in particolare quella libertà fondamentale riconosciuta nelle democrazie che è il diritto dei cittadini a governare se stessi. I diritti costituzionali specifici esistono come eccezione, non come regola. Quando, in nome di un "diritto", una corte di giustizia stravolge la volontà della maggioranza, espressa dalle leggi, la libertà viene trasferita da un grande a un piccolo gruppo, da una maggioranza a una minoranza. Allo stesso modo, quando un giudice calpesta una legge con motivazioni che non hanno fondamento costituzionale, siamo tutti più liberi, certo, ma liberi di agire in modi che la maggioranza di noi aveva ritenuto inaccettabili.

[Robert H. Bork, Il giudice sovrano, Coercing virtue: the worldwide rule of judges, Liberilibri, 2006, p. 23]