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Principio di affidamento - Vertrauensschutz

Breve esposizione della dottrina e della giurisprudenza della Corte costituzionale
Principio di affidamento - Vertrauensschutz
Principio di affidamento - Vertrauensschutz

Principio essenziale per uno Stato di diritto è la certezza del diritto che trova espressione nella conoscibilità, determinatezza, chiarezza ed in un certo grado di costanza (Beständigkeit) della normativa, alla quale sono soggetti cittadino e potere esecutivo. Questi criteri segnano i limiti del loro agire. Anche poter conoscere - usando l’ordinaria diligenza - l’esistenza e il contenuto von Hoheitsakten, è un presupposto indispensabile per poter esigere l’osservanza delle norme da parte di chi è tenuto a rispettarle. Soltanto un cittadino in grado di sapere ciò che è lecito e ciò che lecito non è, può regolarsi nelle proprie azioni e adottare decisioni per il presente, e, soprattutto, per il futuro (si parla in proposito di zukunftsgerichteter Steuerung durch das Recht).

La Rechtssicherheit è un Grundwert, posto a tutela dell’affidamento (Vertrauensschutz) dei cittadini; affidamento, basato sulla normativa vigente (bestehende Rechtslage) che verrebbe meno, se il legislatore fosse libero di emanare, a suo gradimento, rückwirkende, belastende Gesetzesvorschriften, specie se  caratterizzate da Unvermitteltheit und Plötzlichkeit. È incostituzionale, salvo particolari esigenze, l’emanazione di provvedimenti aventi effetti retroattivi e che  fanno venir meno o riducono in modo notevole privatrechtliche Ansprüche, nel frattempo maturate; abrogazioni che, delle volte, equivalgono ad un vero e proprio Eigentumsentzug (espropriazione).

D’altra parte è innegabile la necessità - da parte dei poteri pubblici - di adeguare gli strumenti normativi alle esigenze che via via vengono a profilarsi, specie nel settore economico-finanziario.  Ciò comporta, come è stato osservato, che il cittadino deve vivere anche “mit dem Risiko von Gesetzesänderungen” (con il rischio di modifiche legislative) e non può confidare in una specie di staticità dell’ordinamento legislativo.

A contemperare le opposte esigenze, è il principio del Vertrauensschutz che fa sì che anche le geweckten Rechtserwartungen o rechtlichen Anwartschaften (aspettative) devono essere tutelate, seppure entro determinati limiti.

Gli effetti del Vertrauensschutzprinzip si sostanziano principalmente nella: 1) tutela contro leggi retroattive, 2) tutela wohlerworbener Rechte (diritti quesiti), 3) tutela, sia pure molto attenuata, di begründeten Erwartungshaltungen e di disposizioni, specialmente nel settore economico (p. es. investimenti), compiute dal cittadino in relazione a queste “aspettative”.

A proposito della retroattività di norme, va osservato che la giurisprudenza della Corte costituzionale austriaca, nel passato, era orientata nel senso che il legislatore avesse un potere piuttosto ampio di emanare anche norme retroattive (fatta eccezione per quelle penali (per le quali vi era il divieto di cui all’art. 7 CEDU e del § 1 StGB (CP)).

Nel 1989 si è registrato un mutamento - che può definirsi quasi epocale - in quanto, con la sentenza n. 12.186/1989, è stato accolto il principio opposto, cioè quello di un prinzipiellen Rückwirkungsverbot non soltanto in materia penale. Il principio del Vertauensschutz (tutela dell’affidamento) esige, secondo la suddetta pronunzia del Verfassungsgerichtshof, che norme giuridiche perseguano il fine della “Steuerung menschlichen Verhaltens” (indirizzare il comportamento delle persone).

Norme, che possono adempiere questa funzione soltanto se i destinatari delle stesse sono in grado di orientarsi “an der geltenden Rechtslage”. L’affidamento del cittadino verrebbe leso, se non potesse più confidare, almeno entro certi limiti, nello stato della normativa; ciò non soltanto nei casi in cui gli interventi del legislatore sono avvenuti repentinamente (plötzlich) e hanno avuto ripercussioni notevoli su erworbenen Rechtspositionen (diritti quesiti). Secondo la Corte costituzionale, il principio del Vertrauensschutz è operante tutte le volte in cui il cittadino poteva “mit guten Gründen auf die Rechtslage vertrauen” (aveva buone ragioni per confidare nella normativa).

Effetti meno intensi, il Vertrauensschutz li produce con riferimento a rechtliche Anwartschaften (aspettative). In questi casi, in presenza di interessi pubblici prevalenti, interventi del Gesetzgeber, purché basati su Sachlichkeit, non sono incostituzionali, anche se vanno a colpire Anwartschaften maturate da tempo. La sachliche Rechtfertigung non giustifica (cfr. VfSlg 11.665/1988) però la violazione del principio del Vertrauensschutz, se la norma ha per effetto soltanto una Minderung (riduzione) wohlerworbener Rechte jedweder Art und jedweder Intensität. Il settore, nel quale il principio del Vertrauensschutz è particolarmente attenuato, è quello delle tariffe che possono essere modificate in senso “peggiorativo” per i cittadini (consumatori) anche a breve, se vi sono p. es. esigenze di far fronte a deficit di bilancio di aziende pubbliche; anzi, spesso, il nuovo tariffario deve essere introdotto senza dilazione al fine di evitare che il provvedimento venga vanificato negli effetti che ci si è proposti.

Accanto al principio del Vertrauensschutz occorre tenere conto altresì del Verhältnismäßigkeitsprinzip e degli effetti che la norma ha per la popolazione meno abbiente che non può essere “colpita” da una riforma in modo più ”pesante” rispetto a chi vanta una certa tranquillita’ dal punto di vista economico. Viene in considerazione la c.d. gesamtgesellschaftliche Solidarietät. Al fine di salvaguardare il Verhältnismäßigkeitsprinzip e di attutire l’impatto di una norma di nuova - e repentina - introduzione, si ricorre ad Übergangsbestimmungen (norme transitorie).      

Sono stati ritenuti incostituzionali provvedimenti che avevano comportato una riduzione dell’ammontare della pensione di rilevante entità (ca. del 23%), disposta a carico di coloro che tra breve tempo avrebbero maturato il diritto al trattamento di quiescenza (cfr. VfSlg 17.254/2004).

Modifiche legislative non retroattive e che non influiscono in modo rilevante su rechtliche Anwartschaften, non contrastano con il principio del Vertrauensschutz in quanto altrimenti il rechtspolitische Gestaltungsspielraum, riconosciuto al legislatore, verrebbe limitato eccessivamente.

Nessun contrasto è stato ravvisato dalla Corte costituzionale in caso di riduzione di assegni familiari, dato che  non è rinvenibile, nell’ordinamento giuridico austriaco, un “Anspruch auf Beibehaltung von Transferleistungen”. Soltanto in casi particolari e sussistendo presupposti specifici, il legislatore, quando si tratta di Transferleistungen, è tenuto alla Rücksichtnahme auf eine einmal geschaffene Rechtslage. Ciò si verifica, se il Gesetzgeber, per effetto dell’emanazione di un precedente provvedimento, ha creato un besonderen Vertauenstatbestand (vale a dire una particolare aspettativa) e se il provvedimento del legislatore verrebbe ad incidere in modo notevole su interessi degni di particolare tutela.

Nella Costituzione federale austriaca - e in quella della RFT - non è possibile rinvenire un’apposita norma espressa intesa a garantire il principio di tutela dell’affidamento (Vertrauensschutz), fatta eccezione per il divieto di retroattività delle norme penali sancito dal § 1 dello StGB (CP) austriaco e dall’articolo 103, comma 2, GG della RFT. La Corte costituzionale austriaca desume il principio del Vertrauensschutz dal principio di uguaglianza. Norme statali possono contrastare con il Vertrauensschutz, se ed in quanto il cittadino confida in una certa disciplina legislativa, che, successivamente, viene modificata, in modo repentino e in senso a lui sfavorevole (belastend - cfr. VfSlg 12.186/1989), se comporta un Eingriff in die Rechtsposition des Bürgers.

Non ogni Eingriff determina contrasto con il principio di uguaglianza e viene a ledere quello del Vertrauensschutz. Il contrasto è ravvisabile qualora: 1) L’Eingriff sia von erheblichem Gewicht, 2) incida su berechtigtem Vertrauen auf die Rechtsordnung (Rechtsposition), 3) non vi siano motivi particolari (besondere Gründe) atti a giustificare questo intervento del legislatore, 4) non sussista il requisito della Sachlichkeit.

Il principio del Vertrauensschutz è stato invocato spesso a seguito dell’emananzione di norme retroattive che hanno comportato l’aumento di imposte e tasse (nonché di tributi in genere), in particolare, se la Rechtsposition del contribuente ha subito una Schlechterstellung (un peggioramento). La retroattività della normativa è stata ritenuta ammissibile e non incostituzionale, qualora il ricorso alla stessa si verifichi al fine di evitare che la gesetzgeberische Absicht wird unterlaufen (in altre parole, lo scopo perseguito dal legislatore venga vanificato).

In questi casi è stato ritenuto che il legislatore abbia il potere di modificare erworbene Rechtpositionen auch zu Lasten des Betroffenen (anche con effetti sfavorevoli per il destinatario della norma). Ciò è legittimo in presenza di ragioni oggettive e se il “deterioramento” della posizione giuridica del destinatario del provvedimento è conseguenza sia dell’intensità che del modo in cui avvengono Änderung/Minderung erworbener Rechte (cfr. VfSlg 11.309/1987). Un provvedimento viola il principio del Vertrauensschutz, se adottato improvvisamente e con effetti che si producono pressoché immediatamente (o comunque a breve), vale a dire, senza prevedere norme di carattere transitorio) e se gli effetti dell’intervento del legislatore sui diritti quesiti sono notevoli. Ai fini della valutazione della legittimità dell’Eingriff sotto il profilo della Verfassungsmäßigkeit dello stesso, si deve tenere conto del grado di interesse pubblico che ha originato l’intervento stesso (in proposito spesso va fatto riferimento all’inevitabilità o comunque alla necessita’ des Eingriffs des Gesetzgebers per assicurare che certe spese possano essere affrontate – senza aggravi eccessivi – anche in futuro, per garantire la “Erhaltung der Funktionsfähigkeit des Systems” (cfr. VfSlg 11.288/1987)).

Il principio del Vertrauensschutz assume una particolare importanza in materia di trattamento di quiescenza in quanto i futuri pensionati già durante la loro vita lavorativa, hanno confidato in una determinata prestazione pensionistica e ad essi, spesso, non è più possibile reagire ad un mutato (in senso peggiorativo) quadro normativo (cfr. la già citata sentenza del Verfassungsgerichtshof  11.288/1987). Specialmente quando l’intervento legislativo incide con una certa gravità sulle Rechtspositionen, gli effetti di una riforma peggiorativa “sind zu mildern und abzufedern”, vale a dire, vanno attenuati, mitigati con l’emanazione di norma transitorie. La Corte costituzionale austriaca ha però ritenuta “verfassungsrechtlich unbedenklich” una riduzione del trattamento pensionistico non superiore al 9% (cfr. VfSlg 18.010/2006). La Verfassungswidrigkeit (incostituzionalità) è stata invece ravvista nell’abolizione totale di un trattamento integrativo già riconosciuto a praticanti procuratori legali nella misura pari al 14, 28% della retribuzione annua in quanto questa decurtazione retributiva era avvenuta con effetto immediato e senza “mitigazione” per effetto di una Übergangsbestimmung; inoltre, avevano osservato i giudici del Verfassungsgerichtshof, una riduzione stipendiale “in derart massivem Ausmaß” (in una misura così elevata) non poteva essere ritenuta necessaria con riferimento ad esigenze di bilancio dello Stato (Cfr. VfSlg 15.936/2000). Ne’ migliore sorte ha avuto il provvedimento con il quale era stato disposto che di Unfallrenten (pensioni d’infortunio) si doveva tenere conto ai fini del calcolo del reddito complessivo già in occasione della prossima dichiarazione dei redditi, senza che venisse emanata alcuna norma transitoria;  ciò costituiva violazione del principio del Vertauensschutz.

“Keine Verletzung wohlerworbener Rechte und des Vertrauensschutzes” (nessuna violazione di diritti quesiti e della tutela dell’affidamento) era riscontrabile, ad avviso della Corte costituzionale, per effetto dell’introduzione di un contributo aggiuntivo dovuto per il coniuge coassicurato nella misura del 3,4%, dato che questo Eingriff non poteva essere ritenuto “intensiv“.

Da quanto or ora esposto risulta che rientra, almeno in linea di principio, nei poteri del legislatore, disciplinare rapporti giuridici con provvedimenti aventi effetti retroattivi e meno favorevoli (rispetto a quelli in atto) per i Normunterworfenen. Va rilevato però che a questi ultimi, in circostanze particolari, e al fine di ovviare a unsachlichen Ergebnissen, deve essere data la possibilità di adeguarsi alla mutata situazione normativa. Le circostanze particolari, alle quali ora abbiamo accennato, ricorrono tutte le volte in cui un provvedimento legislativo, concedendo agevolazioni, ha indotto il cittadino ad un investimento di una certa rilevanza economica, se poi, per effetto di un successivo provvedimento di legge, le agevolazioni vengono, non soltanto ridotte, ma abolite, per cui l’investimento si risolve in un danno di una certa entità per colui che l’ha effettuato, confidando nella permanenza in vigore del provvedimento di concessione.

In casi di questo genere vi è un obbligo, da parte del legislatore, nei confronti dei destinatari della normativa che potevano confidare “auf die Rechtslage”, di adottare provvedimenti atti a far in modo che gli effetti della normativa “peggiorativa” sopravvenuta non si producano nella loro interezza e immediatezza, ma con una certa “diluizione” nel tempo attraverso la previsione di una disciplina transitoria (cfr. VfSlg 13.655/1993).

A tutti, almeno in questa zona, è nota la sentenza della Corte costituzionale (cfr. VfSlg 12.944/1991) mediante la quale è stata dichiarata l’ incostituzionalità del provvedimento con il quale è stato introdotto il divieto di transito notturno per autocarri senza “einen sachlich zureichenden Grund” e con gravi conseguenze economiche per gli autotrasportatori che legittimamente avevano confidato nella permanenza della disciplina legislativa e che avevano acquistato, con sacrifici economici tutt’altro che indifferenti, mezzi di trasporto meno rumorosi, di cui poi è stato vietato il transito nelle ore notturne.

È giurisprudenza costante del Verfassungsgerichtshof che a coloro, sui quali vengono ad incidere in modo rilevante e con immediatezza, gli effetti di un provvedimento di riforma, con conseguenze sfavorevoli su rapporti giuridici in atto, deve essere concesso il tempo necessario per la Herstellung des rechtmäßigen Zustandes (in altre parole, per adeguarsi alla nuova situazione prodottasi per effetto del provvedimento adottato) o comunque per adeguarsi alla situazione che è venuta a determinarsi in conseguenza del normativen Eingriff.

Vertauensschutz significa tutela contro interventi che vanno ad incidere, in senso sfavorevole, su rapporti giuridici in atto, se gli interventi vengono a configurarsi come schwerwiegende und überraschende Rechtsänderungen che hanno praticamente effetti assimilabili a quelli di leggi retroattive. Il Vertrauensschutz implica anche, come già sopra accennato, ein begrenztes Rückwirkungsverbot (divieto di retroattivita’). Rückwirkende und für den Bürger nachteilige Änderungen gesetzlicher Bestimmungen sono incostituzionali (per violazione del principio del Vertrauensschutz), se hanno conseguenze gravi e contrastano con un berechtigten Vertrauen auf die Rechtslage, senza che vi siano circostanze particolari tali da imporre la retroattività. Nella valutazione circa l’incostituzionalità o meno di una norma del genere, deve tenersi conto anzitutto della Schwere des Eingriffs in die Vertrauensposition (gravità degli effetti dell’intervento sulla posizione del destinatario della norma) e dei motivi di particolare rilievo per i quali la norma con effetti retroattivi è stata emanata. Va rilevato che il Verfassungsgerichtshof non ravvisa contrasto con la Costituzione federale, se la norma retroattiva è stata emanata per chiarire la portata della stessa, qualora il chiarimento non sia - ancora - avvenuto in sede giurisprudenziale (cfr. VfSlg 13.197/1992).

Ovviamente non è ravvisabile Verfassungswidrigkeit (incostituzionalità) qualora, pur in presenza di un intervento del legislatore caratterizzato da effetti sfavorevoli di notevole entità sui Normunterworfenen, ciò si sia reso necessario al fine di adeguare il diritto interno alla normativa comunitaria (“um eine unionsrechtlich gebotene Rechtslage herzustellen” - cfr. VfSlg 16.764/2002).

Il potere del legislatore di modificare la normativa con effetti sfavorevoli per i destinatari della stessa, non può comportare che agevolazioni concesse con un provvedimento (e sulla base del quale sono state fatti investimenti di notevole entità) vengano poi “versagt”, vale dire se viene reso impossibile fruire di queste agevolazioni (cfr. VfSlg 15.373/1998). Tuttavia rapide modifiche  normative in materia di agevolazioni (e contributi) sono state ritenute verfassungskonform (conformi alla Costituzione), se successivamente all’emanazione dei provvedimenti di concessione, emergono dubbi che la normativa sia in contrasto con il diritto comunitario.

Norme che impongono al destinatario di attivarsi al fine di porre termine ad un rechtswidrigen Zustand in conseguenza di una novella legislativa, non possono essere ritenute verfassungswidrig, se “congegnate” in  modo tale da consentire al Normunterworfenen di potersi adeguare, entro un congruo termine, al nuovo stato normativo, prima che venga inflitta la sanzione prevista per i contravventori. Nuove norme non possono, pertanto, essere applicate in modo talmente tempestivo da non permettere al destinatario di provvedere a “mettersi in regola”, all’adeguamento dello stato di fatto al diritto, prima dell’entrata in vigore della nuova normativa.

Gli organi del potere esecutivo sono tenuti - in caso di dubbio sulla portata di una nuova normativa - ad applicare la stessa immediatamente soltanto se si tratta di ovviare ad un prevedibile pericolo per la sicurezza pubblica.

Una certa qual misura di affidamento può essere riposta anche nell’interpretazione delle leggi da parte degli uffici giudiziari. Va tuttavia osservato che sulla giurisprudenza, anche se si tratta di quella della Corte suprema, non può farsi affidamento nella stessa misura in cui è lecito far affidamento su norma legislative (cfr. VfSlg 17.340/2004). Il legislatore  ha anche il potere di “correggere”(“korrigieren”) la giurisprudenza senza violare il principio del Vertrauensschutz, purche’ la “correzione” avvenga con rapidità(cfr. VfSlg 17.311/2004).

Per quanto concerne il Vertrauensschutz in materia di circolari del ministero federale delle Finanze ed in particolare, se il contribuente possa confidare nella Beständigkeit der Rechtsauffassungen di questo ministero, si veda l’Erkenntnis della Corte costituzionale n. 17.426/2004.            

Principio essenziale per uno Stato di diritto è la certezza del diritto che trova espressione nella conoscibilità, determinatezza, chiarezza ed in un certo grado di costanza (Beständigkeit) della normativa, alla quale sono soggetti cittadino e potere esecutivo. Questi criteri segnano i limiti del loro agire. Anche poter conoscere - usando l’ordinaria diligenza - l’esistenza e il contenuto von Hoheitsakten, è un presupposto indispensabile per poter esigere l’osservanza delle norme da parte di chi è tenuto a rispettarle. Soltanto un cittadino in grado di sapere ciò che è lecito e ciò che lecito non è, può regolarsi nelle proprie azioni e adottare decisioni per il presente, e, soprattutto, per il futuro (si parla in proposito di zukunftsgerichteter Steuerung durch das Recht).

La Rechtssicherheit è un Grundwert, posto a tutela dell’affidamento (Vertrauensschutz) dei cittadini; affidamento, basato sulla normativa vigente (bestehende Rechtslage) che verrebbe meno, se il legislatore fosse libero di emanare, a suo gradimento, rückwirkende, belastende Gesetzesvorschriften, specie se  caratterizzate da Unvermitteltheit und Plötzlichkeit. È incostituzionale, salvo particolari esigenze, l’emanazione di provvedimenti aventi effetti retroattivi e che  fanno venir meno o riducono in modo notevole privatrechtliche Ansprüche, nel frattempo maturate; abrogazioni che, delle volte, equivalgono ad un vero e proprio Eigentumsentzug (espropriazione).

D’altra parte è innegabile la necessità - da parte dei poteri pubblici - di adeguare gli strumenti normativi alle esigenze che via via vengono a profilarsi, specie nel settore economico-finanziario.  Ciò comporta, come è stato osservato, che il cittadino deve vivere anche “mit dem Risiko von Gesetzesänderungen” (con il rischio di modifiche legislative) e non può confidare in una specie di staticità dell’ordinamento legislativo.

A contemperare le opposte esigenze, è il principio del Vertrauensschutz che fa sì che anche le geweckten Rechtserwartungen o rechtlichen Anwartschaften (aspettative) devono essere tutelate, seppure entro determinati limiti.

Gli effetti del Vertrauensschutzprinzip si sostanziano principalmente nella: 1) tutela contro leggi retroattive, 2) tutela wohlerworbener Rechte (diritti quesiti), 3) tutela, sia pure molto attenuata, di begründeten Erwartungshaltungen e di disposizioni, specialmente nel settore economico (p. es. investimenti), compiute dal cittadino in relazione a queste “aspettative”.

A proposito della retroattività di norme, va osservato che la giurisprudenza della Corte costituzionale austriaca, nel passato, era orientata nel senso che il legislatore avesse un potere piuttosto ampio di emanare anche norme retroattive (fatta eccezione per quelle penali (per le quali vi era il divieto di cui all’art. 7 CEDU e del § 1 StGB (CP)).

Nel 1989 si è registrato un mutamento - che può definirsi quasi epocale - in quanto, con la sentenza n. 12.186/1989, è stato accolto il principio opposto, cioè quello di un prinzipiellen Rückwirkungsverbot non soltanto in materia penale. Il principio del Vertauensschutz (tutela dell’affidamento) esige, secondo la suddetta pronunzia del Verfassungsgerichtshof, che norme giuridiche perseguano il fine della “Steuerung menschlichen Verhaltens” (indirizzare il comportamento delle persone).

Norme, che possono adempiere questa funzione soltanto se i destinatari delle stesse sono in grado di orientarsi “an der geltenden Rechtslage”. L’affidamento del cittadino verrebbe leso, se non potesse più confidare, almeno entro certi limiti, nello stato della normativa; ciò non soltanto nei casi in cui gli interventi del legislatore sono avvenuti repentinamente (plötzlich) e hanno avuto ripercussioni notevoli su erworbenen Rechtspositionen (diritti quesiti). Secondo la Corte costituzionale, il principio del Vertrauensschutz è operante tutte le volte in cui il cittadino poteva “mit guten Gründen auf die Rechtslage vertrauen” (aveva buone ragioni per confidare nella normativa).

Effetti meno intensi, il Vertrauensschutz li produce con riferimento a rechtliche Anwartschaften (aspettative). In questi casi, in presenza di interessi pubblici prevalenti, interventi del Gesetzgeber, purché basati su Sachlichkeit, non sono incostituzionali, anche se vanno a colpire Anwartschaften maturate da tempo. La sachliche Rechtfertigung non giustifica (cfr. VfSlg 11.665/1988) però la violazione del principio del Vertrauensschutz, se la norma ha per effetto soltanto una Minderung (riduzione) wohlerworbener Rechte jedweder Art und jedweder Intensität. Il settore, nel quale il principio del Vertrauensschutz è particolarmente attenuato, è quello delle tariffe che possono essere modificate in senso “peggiorativo” per i cittadini (consumatori) anche a breve, se vi sono p. es. esigenze di far fronte a deficit di bilancio di aziende pubbliche; anzi, spesso, il nuovo tariffario deve essere introdotto senza dilazione al fine di evitare che il provvedimento venga vanificato negli effetti che ci si è proposti.

Accanto al principio del Vertrauensschutz occorre tenere conto altresì del Verhältnismäßigkeitsprinzip e degli effetti che la norma ha per la popolazione meno abbiente che non può essere “colpita” da una riforma in modo più ”pesante” rispetto a chi vanta una certa tranquillita’ dal punto di vista economico. Viene in considerazione la c.d. gesamtgesellschaftliche Solidarietät. Al fine di salvaguardare il Verhältnismäßigkeitsprinzip e di attutire l’impatto di una norma di nuova - e repentina - introduzione, si ricorre ad Übergangsbestimmungen (norme transitorie).      

Sono stati ritenuti incostituzionali provvedimenti che avevano comportato una riduzione dell’ammontare della pensione di rilevante entità (ca. del 23%), disposta a carico di coloro che tra breve tempo avrebbero maturato il diritto al trattamento di quiescenza (cfr. VfSlg 17.254/2004).

Modifiche legislative non retroattive e che non influiscono in modo rilevante su rechtliche Anwartschaften, non contrastano con il principio del Vertrauensschutz in quanto altrimenti il rechtspolitische Gestaltungsspielraum, riconosciuto al legislatore, verrebbe limitato eccessivamente.

Nessun contrasto è stato ravvisato dalla Corte costituzionale in caso di riduzione di assegni familiari, dato che  non è rinvenibile, nell’ordinamento giuridico austriaco, un “Anspruch auf Beibehaltung von Transferleistungen”. Soltanto in casi particolari e sussistendo presupposti specifici, il legislatore, quando si tratta di Transferleistungen, è tenuto alla Rücksichtnahme auf eine einmal geschaffene Rechtslage. Ciò si verifica, se il Gesetzgeber, per effetto dell’emanazione di un precedente provvedimento, ha creato un besonderen Vertauenstatbestand (vale a dire una particolare aspettativa) e se il provvedimento del legislatore verrebbe ad incidere in modo notevole su interessi degni di particolare tutela.

Nella Costituzione federale austriaca - e in quella della RFT - non è possibile rinvenire un’apposita norma espressa intesa a garantire il principio di tutela dell’affidamento (Vertrauensschutz), fatta eccezione per il divieto di retroattività delle norme penali sancito dal § 1 dello StGB (CP) austriaco e dall’articolo 103, comma 2, GG della RFT. La Corte costituzionale austriaca desume il principio del Vertrauensschutz dal principio di uguaglianza. Norme statali possono contrastare con il Vertrauensschutz, se ed in quanto il cittadino confida in una certa disciplina legislativa, che, successivamente, viene modificata, in modo repentino e in senso a lui sfavorevole (belastend - cfr. VfSlg 12.186/1989), se comporta un Eingriff in die Rechtsposition des Bürgers.

Non ogni Eingriff determina contrasto con il principio di uguaglianza e viene a ledere quello del Vertrauensschutz. Il contrasto è ravvisabile qualora: 1) L’Eingriff sia von erheblichem Gewicht, 2) incida su berechtigtem Vertrauen auf die Rechtsordnung (Rechtsposition), 3) non vi siano motivi particolari (besondere Gründe) atti a giustificare questo intervento del legislatore, 4) non sussista il requisito della Sachlichkeit.

Il principio del Vertrauensschutz è stato invocato spesso a seguito dell’emananzione di norme retroattive che hanno comportato l’aumento di imposte e tasse (nonché di tributi in genere), in particolare, se la Rechtsposition del contribuente ha subito una Schlechterstellung (un peggioramento). La retroattività della normativa è stata ritenuta ammissibile e non incostituzionale, qualora il ricorso alla stessa si verifichi al fine di evitare che la gesetzgeberische Absicht wird unterlaufen (in altre parole, lo scopo perseguito dal legislatore venga vanificato).

In questi casi è stato ritenuto che il legislatore abbia il potere di modificare erworbene Rechtpositionen auch zu Lasten des Betroffenen (anche con effetti sfavorevoli per il destinatario della norma). Ciò è legittimo in presenza di ragioni oggettive e se il “deterioramento” della posizione giuridica del destinatario del provvedimento è conseguenza sia dell’intensità che del modo in cui avvengono Änderung/Minderung erworbener Rechte (cfr. VfSlg 11.309/1987). Un provvedimento viola il principio del Vertrauensschutz, se adottato improvvisamente e con effetti che si producono pressoché immediatamente (o comunque a breve), vale a dire, senza prevedere norme di carattere transitorio) e se gli effetti dell’intervento del legislatore sui diritti quesiti sono notevoli. Ai fini della valutazione della legittimità dell’Eingriff sotto il profilo della Verfassungsmäßigkeit dello stesso, si deve tenere conto del grado di interesse pubblico che ha originato l’intervento stesso (in proposito spesso va fatto riferimento all’inevitabilità o comunque alla necessita’ des Eingriffs des Gesetzgebers per assicurare che certe spese possano essere affrontate – senza aggravi eccessivi – anche in futuro, per garantire la “Erhaltung der Funktionsfähigkeit des Systems” (cfr. VfSlg 11.288/1987)).

Il principio del Vertrauensschutz assume una particolare importanza in materia di trattamento di quiescenza in quanto i futuri pensionati già durante la loro vita lavorativa, hanno confidato in una determinata prestazione pensionistica e ad essi, spesso, non è più possibile reagire ad un mutato (in senso peggiorativo) quadro normativo (cfr. la già citata sentenza del Verfassungsgerichtshof  11.288/1987). Specialmente quando l’intervento legislativo incide con una certa gravità sulle Rechtspositionen, gli effetti di una riforma peggiorativa “sind zu mildern und abzufedern”, vale a dire, vanno attenuati, mitigati con l’emanazione di norma transitorie. La Corte costituzionale austriaca ha però ritenuta “verfassungsrechtlich unbedenklich” una riduzione del trattamento pensionistico non superiore al 9% (cfr. VfSlg 18.010/2006). La Verfassungswidrigkeit (incostituzionalità) è stata invece ravvista nell’abolizione totale di un trattamento integrativo già riconosciuto a praticanti procuratori legali nella misura pari al 14, 28% della retribuzione annua in quanto questa decurtazione retributiva era avvenuta con effetto immediato e senza “mitigazione” per effetto di una Übergangsbestimmung; inoltre, avevano osservato i giudici del Verfassungsgerichtshof, una riduzione stipendiale “in derart massivem Ausmaß” (in una misura così elevata) non poteva essere ritenuta necessaria con riferimento ad esigenze di bilancio dello Stato (Cfr. VfSlg 15.936/2000). Ne’ migliore sorte ha avuto il provvedimento con il quale era stato disposto che di Unfallrenten (pensioni d’infortunio) si doveva tenere conto ai fini del calcolo del reddito complessivo già in occasione della prossima dichiarazione dei redditi, senza che venisse emanata alcuna norma transitoria;  ciò costituiva violazione del principio del Vertauensschutz.

“Keine Verletzung wohlerworbener Rechte und des Vertrauensschutzes” (nessuna violazione di diritti quesiti e della tutela dell’affidamento) era riscontrabile, ad avviso della Corte costituzionale, per effetto dell’introduzione di un contributo aggiuntivo dovuto per il coniuge coassicurato nella misura del 3,4%, dato che questo Eingriff non poteva essere ritenuto “intensiv“.

Da quanto or ora esposto risulta che rientra, almeno in linea di principio, nei poteri del legislatore, disciplinare rapporti giuridici con provvedimenti aventi effetti retroattivi e meno favorevoli (rispetto a quelli in atto) per i Normunterworfenen. Va rilevato però che a questi ultimi, in circostanze particolari, e al fine di ovviare a unsachlichen Ergebnissen, deve essere data la possibilità di adeguarsi alla mutata situazione normativa. Le circostanze particolari, alle quali ora abbiamo accennato, ricorrono tutte le volte in cui un provvedimento legislativo, concedendo agevolazioni, ha indotto il cittadino ad un investimento di una certa rilevanza economica, se poi, per effetto di un successivo provvedimento di legge, le agevolazioni vengono, non soltanto ridotte, ma abolite, per cui l’investimento si risolve in un danno di una certa entità per colui che l’ha effettuato, confidando nella permanenza in vigore del provvedimento di concessione.

In casi di questo genere vi è un obbligo, da parte del legislatore, nei confronti dei destinatari della normativa che potevano confidare “auf die Rechtslage”, di adottare provvedimenti atti a far in modo che gli effetti della normativa “peggiorativa” sopravvenuta non si producano nella loro interezza e immediatezza, ma con una certa “diluizione” nel tempo attraverso la previsione di una disciplina transitoria (cfr. VfSlg 13.655/1993).

A tutti, almeno in questa zona, è nota la sentenza della Corte costituzionale (cfr. VfSlg 12.944/1991) mediante la quale è stata dichiarata l’ incostituzionalità del provvedimento con il quale è stato introdotto il divieto di transito notturno per autocarri senza “einen sachlich zureichenden Grund” e con gravi conseguenze economiche per gli autotrasportatori che legittimamente avevano confidato nella permanenza della disciplina legislativa e che avevano acquistato, con sacrifici economici tutt’altro che indifferenti, mezzi di trasporto meno rumorosi, di cui poi è stato vietato il transito nelle ore notturne.

È giurisprudenza costante del Verfassungsgerichtshof che a coloro, sui quali vengono ad incidere in modo rilevante e con immediatezza, gli effetti di un provvedimento di riforma, con conseguenze sfavorevoli su rapporti giuridici in atto, deve essere concesso il tempo necessario per la Herstellung des rechtmäßigen Zustandes (in altre parole, per adeguarsi alla nuova situazione prodottasi per effetto del provvedimento adottato) o comunque per adeguarsi alla situazione che è venuta a determinarsi in conseguenza del normativen Eingriff.

Vertauensschutz significa tutela contro interventi che vanno ad incidere, in senso sfavorevole, su rapporti giuridici in atto, se gli interventi vengono a configurarsi come schwerwiegende und überraschende Rechtsänderungen che hanno praticamente effetti assimilabili a quelli di leggi retroattive. Il Vertrauensschutz implica anche, come già sopra accennato, ein begrenztes Rückwirkungsverbot (divieto di retroattivita’). Rückwirkende und für den Bürger nachteilige Änderungen gesetzlicher Bestimmungen sono incostituzionali (per violazione del principio del Vertrauensschutz), se hanno conseguenze gravi e contrastano con un berechtigten Vertrauen auf die Rechtslage, senza che vi siano circostanze particolari tali da imporre la retroattività. Nella valutazione circa l’incostituzionalità o meno di una norma del genere, deve tenersi conto anzitutto della Schwere des Eingriffs in die Vertrauensposition (gravità degli effetti dell’intervento sulla posizione del destinatario della norma) e dei motivi di particolare rilievo per i quali la norma con effetti retroattivi è stata emanata. Va rilevato che il Verfassungsgerichtshof non ravvisa contrasto con la Costituzione federale, se la norma retroattiva è stata emanata per chiarire la portata della stessa, qualora il chiarimento non sia - ancora - avvenuto in sede giurisprudenziale (cfr. VfSlg 13.197/1992).

Ovviamente non è ravvisabile Verfassungswidrigkeit (incostituzionalità) qualora, pur in presenza di un intervento del legislatore caratterizzato da effetti sfavorevoli di notevole entità sui Normunterworfenen, ciò si sia reso necessario al fine di adeguare il diritto interno alla normativa comunitaria (“um eine unionsrechtlich gebotene Rechtslage herzustellen” - cfr. VfSlg 16.764/2002).

Il potere del legislatore di modificare la normativa con effetti sfavorevoli per i destinatari della stessa, non può comportare che agevolazioni concesse con un provvedimento (e sulla base del quale sono state fatti investimenti di notevole entità) vengano poi “versagt”, vale dire se viene reso impossibile fruire di queste agevolazioni (cfr. VfSlg 15.373/1998). Tuttavia rapide modifiche  normative in materia di agevolazioni (e contributi) sono state ritenute verfassungskonform (conformi alla Costituzione), se successivamente all’emanazione dei provvedimenti di concessione, emergono dubbi che la normativa sia in contrasto con il diritto comunitario.

Norme che impongono al destinatario di attivarsi al fine di porre termine ad un rechtswidrigen Zustand in conseguenza di una novella legislativa, non possono essere ritenute verfassungswidrig, se “congegnate” in  modo tale da consentire al Normunterworfenen di potersi adeguare, entro un congruo termine, al nuovo stato normativo, prima che venga inflitta la sanzione prevista per i contravventori. Nuove norme non possono, pertanto, essere applicate in modo talmente tempestivo da non permettere al destinatario di provvedere a “mettersi in regola”, all’adeguamento dello stato di fatto al diritto, prima dell’entrata in vigore della nuova normativa.

Gli organi del potere esecutivo sono tenuti - in caso di dubbio sulla portata di una nuova normativa - ad applicare la stessa immediatamente soltanto se si tratta di ovviare ad un prevedibile pericolo per la sicurezza pubblica.

Una certa qual misura di affidamento può essere riposta anche nell’interpretazione delle leggi da parte degli uffici giudiziari. Va tuttavia osservato che sulla giurisprudenza, anche se si tratta di quella della Corte suprema, non può farsi affidamento nella stessa misura in cui è lecito far affidamento su norma legislative (cfr. VfSlg 17.340/2004). Il legislatore  ha anche il potere di “correggere”(“korrigieren”) la giurisprudenza senza violare il principio del Vertrauensschutz, purche’ la “correzione” avvenga con rapidità(cfr. VfSlg 17.311/2004).

Per quanto concerne il Vertrauensschutz in materia di circolari del ministero federale delle Finanze ed in particolare, se il contribuente possa confidare nella Beständigkeit der Rechtsauffassungen di questo ministero, si veda l’Erkenntnis della Corte costituzionale n. 17.426/2004.