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Bologna etrusca. La città “invisibile”

Bologna etrusca
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Bologna etrusca. La città “invisibile”

 

Per la prima e unica volta nella sua storia, con gli Etruschi, Bologna è stata una grande capitale.

Uscirà tra poco, alla fine di aprile, un volume a cura di Giuseppe Sassatelli dal titolo Bologna etrusca. La città “invisibile”. Pubblichiamo in anteprima, per la cortesia dell’autore, le motivazioni e l’introduzione al libro.

Al contrario delle “città invisibili” di Italo Calvino che esistevano solo nella fantasia di Marco Polo e nella credulità del Kublai Kan, la Bologna etrusca non si vede, ma è reale e concreta.

Nel suo abitato di straordinaria estensione, nei suoi luoghi di sepoltura specchio fedele della società e dei cittadini, nella sua economia agricola con il controllo della fertile pianura padana, nella sua dimensione produttiva, nel suo ruolo di snodo commerciale tra il Mediterraneo e l’Europa. Per la prima e unica volta nella sua storia, con gli Etruschi, Bologna è stata una grande capitale. Il libro intende raccontare questa storia, lunga e complessa, che in assenza di altri racconti può basarsi solo sulla documentazione archeologica.

Nella sua lunga storia Bologna ha avuto un’antica e prestigiosa fase etrusca, forse una delle più importanti visto che è stato l’unico periodo in cui la città, che aveva il nome di Felsina, probabile latinizzazione del suo nome etrusco, è stata capitale di una vasta area padana. Plinio non a caso parla di Felsina princeps Etruriae.

Si tratta di un periodo storico che va dal X al IV secolo a. C. del quale non è rimasto nulla sul terreno, se si eccettua un’isolata tomba in pietra visibile all’interno dei Giardini Margherita. Tutte le altre strutture sono sepolte sotto la città attuale o sono state distrutte dagli insediamenti delle età successive.

Restano importanti resti mobili, come ceramiche, bronzi e sculture, che facevano parte dei corredi delle sepolture e che sono esposti al Museo Civico Archeologico.

Manca comunque uno strumento conoscitivo che metta insieme tutti i dati disponibili fornendo un quadro complessivo dell’estensione della città, della sua struttura, della sua importanza territoriale e del suo ruolo economico.

Questo si propone il libro “Bologna etrusca. La città invisibile”. L’esigenza di una sintesi su una lunga e importante fase della storia più antica è particolarmente sentita in ragione dei molti scavi, fatti in particolare negli ultimi decenni in occasione di diversi interventi urbani, dai quali è emerso un quadro completamente nuovo della città etrusca e del suo ruolo storico.

Molte le novità a cominciare dalla sua struttura urbana assai precoce, una straordinaria innovazione dovuta proprio agli Etruschi. In questa fase Bologna è stata una grande città che controllava un vasto territorio circostante, fortemente caratterizzata in senso agricolo nei primi secoli della sua vita quando impostò con metodi avanzatissimi, come le prime bonifiche e la rotazione delle culture, lo sfruttamento della fertile pianura padana che la circondava.

E nel corso del tempo la città, sempre per impulso degli Etruschi, aggiunse a questo suo primo ruolo quello di importante snodo commerciale tra il Mediterraneo e l’Europa. Gli Etruschi di Bologna, grazie ai loro rapporti con vaste aree di questo mare importavano manufatti artigianali, ai quali affiancavano altri di propria produzione, per smistarli verso l’Italia settentrionale e verso l’Europa transalpina abitata dai Celti.

Base agricola e snodo commerciale, oltre che forte centro di produzione, sono le caratteristiche essenziali del suo ruolo economico anche nelle fasi successive. Queste nascono e si sviluppano assai precocemente grazie agli Etruschi.

Il libro “Bologna etrusca” si propone di narrare questa lunga e interessante storia che non è raccontata da nessuna fonte scritta, ma che si può ricostruire con grande precisione quasi esclusivamente attraverso la documentazione archeologica.