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LEAD, ovvero Limiti Educativi a Distanza

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Anche quest’anno abbiamo avuto modo, purtroppo, di progettare il lavoro a distanza anche per i piccolissimi di nido e scuola dell’infanzia. Questa riformulazione del lavoro è stata fatta in modo scientifico, tecnico, dando perfino un nome a questo nuovo smart working per le scuole.

Già un anno fa per i più piccoli si parlava di LEAD (Legami Educativi a Distanza), e se ne delineavano i principi e le linee guida. Infondo se esiste la DAD (Didattica a Distanza), perché essere da meno? Legami Educativi a Distanza: a pensarci bene suona un po’ da ossimoro: come possono esistere dei legami educativi a distanza? Già il concetto di legame, implica una relazione, ma la relazione educativa che si svolge a distanza che tipo di significato può avere?

Certo esistono rapporti significativi anche non fisicamente presenti: i nostri cari, che ci hanno lasciato e che spesso sentiamo vivi in noi, oppure parenti e amici che vivono lontano ma che restano tali e anche in modo profondo.

Tuttavia quando parliamo di legame educativo e non lo “svolgiamo” in presenza o prevarrà la parola “legame”, cioè si cercherà di mantenere un contatto tra maestre e bambini per far ricordare al bambino quella relazione (un po’ come videochiamare i nonni che abitano lontano) oppure si insisterà sul far passare alcune prassi educative, ma in modo asettico: si manderanno ad esempio dei video con canti, balletti, giochi, come peraltro ne esistono tanti sui canali youtube… Ma per avere un legame educativo vero, devo essere presente, con il mio corpo, il mio sguardo, il mio contenimento fisico. Non è fattibile a mio parere svolgere un legame educativo a distanza.

Educare implica tutta una serie di fattori che solo una presenza fisica può svolgere, perché c’è di mezzo l’empatia, che a sua volta si trasmette con uno sguardo, un abbraccio. Educare implica obbligatoriamente una quotidianità vissuta insieme.

Quanto è stato reinventato per far fronte all’emergenza pandemica, rappresenta un modo per andare avanti adattandosi alla situazione, ma è come se in realtà fosse stato una vera e propria sospensione del rapporto educativo.

Probabilmente i LEAD sono percepiti utili e sono apprezzati solo da alcuni genitori, che spesso, giustamente, hanno piacere di sentirsi presi in carico dalla scuola. Ma nella situazione che abbiamo vissuto, dover affrontare videoconferenze con le educatrici di nido potrebbe essere anche un impegno ulteriore per quelle famiglie che magari hanno già altri figli in DAD.

E a proposito delle videoconferenze aggiungo che la media dei bambini di 1 e 2 anni davanti alle loro maestre che “si animano” su una piattaforma digitale, ha diverse reazioni: o scappa o piange o si avvicina allo schermo ingigantendo e deformando in modo simpatico il volto.

In ogni caso è emersa, eccetto rari casi, la fatica a tenere l’attenzione. Certamente per alcuni è stato un mezzo di continuità “carino”, ma non per tutti. E se la relazione educativa non è per tutti e non raggiunge tutti, smette di essere tale.

Durante le chiusure per il Covid, credo che sia assolutamente da promuovere il contatto (telefonico) con la famiglia, per capirne i vissuti e aiutare di conseguenza il bambino nel momento del rientro. Questo lo ritengo doveroso.

Impostare però la relazione con e tra i bambini on line, non solo non rappresenta un’opportunità ma costituisce un vero e proprio limite, una pietra di inciampo, perché il sapore della cura educativa svanisce laddove la corporeità viene a mancare. E laddove si dà per realtà quello che realtà non è e non sarà mai.