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Marco Civil: la “Magna Carta” Brasiliana dei diritti del Web

Il Brasile, dopo un iter lungo cinque anni ha approvato il 22 aprile scorso il progetto di legge n.2126 del 2011 denominato “Marco Civil” e definito - dagli addetti ai lavori - come la prima “Costituzione di Internet”.

Ebbene a  25 anni esatti dalla nascita del WorldWideWeb per mano di Berners-Lee, il Marco Civil rappresenta, senza dubbi, per gli attivisti delle libertà del “Ciberspazio” un documento rivoluzionario nella storia di Internet.

Lo stesso Fondatore, che ha sempre auspicato per Internet una  "Magna Carta" universale e che proprio in occasione del venticinquesimo anniversario ribadì che:  "Il web dovrebbe essere accessibile a tutti, da ogni dispositivo, e deve poter essere uno strumento attraverso cui l'essere umano possa esprimere il suo potenziale e garantire la propria dignità e diritti civili", alla notizia dell’approvazione del Marco Civil ne è rimasto molto entusiasmato e si è complimentato per lo sforzo compiuto dal governo Brasiliano.

Difatti, se per anni le regole sociali ( dette anche “regole di etichetta” o “netiquette”) sono state sufficienti a governare internet, oggi - a seguito della crescita economica e sociale di internet  - si incomincia a sentire il bisogno di una normatività universale che protegga la privacy, la libertà di espressione e garantisca la neutralità della rete.

La presente Legge, che come si legge all’art. 1 “Stabilisce i principi, le garanzie, i diritti e i doveri per l’uso di Internet in Brasile”, s’inserisce in modo tangibile in tale filone normativo -  che mira a garantire uno spazio democratico per l’umanità - delineando in modo chiaro e inequivocabile i diritti e doveri dei cittadini brasiliani per quel che concerne l’accesso al Web.

Diritti e doveri che nello specifico si fondano: sul rispetto della libertà di espressione (art.2); sulla promozione del diritto d’accesso all’informazione, alla conoscenza e alla partecipazione alla vita culturale del Paese; sulla promozione delle nuove tecnologie e l’interoperabilità delle banche dati (art. 4). 

Ma vi è di più, infatti nel quadro dei diritti dei cittadini (utenti) è interessante e merita attenzione la lettura dell’art.7, che enuncia maggior garanzie per: “l’intimità e vita privata“, “l’inviolabilità e la segretezza del flusso delle sue comunicazioni via Internet“ e dei dati “memorizzati“, “la non sospensione della connessione a Internet, salvo per debiti derivanti direttamente dal suo utilizzo“, il diritto di pretendere informazioni “chiare e complete sui contratti di prestazione di servizio“, il diritto  di ricevere dettagliate policy privacy sulla “raccolta, uso, immagazzinamento” dei propri dati personali.

Certo è che per raggiungere e poter garantire questi diritti un ulteriore principio cardine da rispettare e che pionieristicamente il Marco Civil tutela è laNet neutrality  (neutralità della rete).

Nello specifico, la Net neutrality  è il principio secondo cui non devono esserci restrizioni e/o discriminazioni arbitrarie sui dispositivi connessi o da connettere ad internet e sulla possibilità da parte dell'utente finale di fruire di vari servizi e contenuti della rete.

Ebbene, all’art. 9, in particolare, si dice che “Il responsabile della trasmissione, commutazione o instradamento è tenuto a riservare a tutti i pacchetti di dati lo stesso trattamento, indipendentemente dal contenuto, origine o destinazione, servizio, terminale o applicazione”, altresì “nella fornitura della connessione internet a titolo oneroso o gratuito, è vietato bloccare, monitorare, filtrare o analizzare il contenuto dei pacchetti”.

Pertanto, le modalità di raccolta, memorizzazione, conservazione ed elaborazione di log, dati personali o comunicazioni, ove siano coinvolti cittadini brasiliani, devono rispettare le leggi nazionali. Quanto appena detto è vero anche “se a realizzare le attività è una persona giuridica con sede all’estero, a condizione che offra un servizio al pubblico brasiliano, o almeno che una componente dello stesso ente economico possieda un’attività in Brasile” (art.10).  

Il Governo brasiliano ha voluto così impedire che grandi società che prestano servizi online (es. Google, Yahoo, Microsoft etc), possano appellarsi alla più permissiva normativa statunitense in materia di privacy, che le libera da eventuali tutele imposte dallo Stato in cui il trattamento è compiuto.

Si deve tuttavia chiarire che se da un lato tutela i cittadini, dall’altro (il Marco Civil) contiene anche precise prescrizioni sulla responsabilità dei provider per danni derivanti da contenuti generati da terzi. Ebbene, nella sezione III, all’art 18 sancisce che“i fornitori di connessione a Internet non sono civilmente responsabili per i danni derivanti da contenuti generati da terzi”, e al successivo art. 19 prevede che “i fornitori di servizi saranno ritenuti responsabili per i danni derivanti dai contenuti di terzi soltanto qualora, a seguito di una specifica ordinanza giudiziaria, non prendano provvedimenti per rendere inaccessibili i contenuti individuati come illeciti”. Pertanto, come accade già in Europa, i provider non sono tenuti a vigilare ex ante sui contenuti che vengono pubblicati, ma dovranno attivarsi ad “oscurarli” in specifici casi e su ordine dell’autorità giudiziari.

Diritti e doveri per i cittadini e diritti e doveri per i provider, questo è – in conclusione - quello che esce fuori dall’analisi dei 32 articoli del Marco Civil, la “Magna Carta”  Brasiliana sui dei diritti e doveri del Web. A questo punto, rimane solo da augurarsi che molti altri Governi, sull’esempio del Brasile, vogliano collaborare per una Governance del web, così da tutelare su scala internazionale i diritti civili su Internet e renderla una risorsa condivisa e neutrale per tutta l’umanità.

Il documento è interamente consultabile sul sito della Presidenza della Repubblica cliccando qui.

(Marco Civil - Lei nº 12.965, de 23 de abril de 2014)

Dott. Luigi Rufo

 

 

Il Brasile, dopo un iter lungo cinque anni ha approvato il 22 aprile scorso il progetto di legge n.2126 del 2011 denominato “Marco Civil” e definito - dagli addetti ai lavori - come la prima “Costituzione di Internet”.

Ebbene a  25 anni esatti dalla nascita del WorldWideWeb per mano di Berners-Lee, il Marco Civil rappresenta, senza dubbi, per gli attivisti delle libertà del “Ciberspazio” un documento rivoluzionario nella storia di Internet.

Lo stesso Fondatore, che ha sempre auspicato per Internet una  "Magna Carta" universale e che proprio in occasione del venticinquesimo anniversario ribadì che:  "Il web dovrebbe essere accessibile a tutti, da ogni dispositivo, e deve poter essere uno strumento attraverso cui l'essere umano possa esprimere il suo potenziale e garantire la propria dignità e diritti civili", alla notizia dell’approvazione del Marco Civil ne è rimasto molto entusiasmato e si è complimentato per lo sforzo compiuto dal governo Brasiliano.

Difatti, se per anni le regole sociali ( dette anche “regole di etichetta” o “netiquette”) sono state sufficienti a governare internet, oggi - a seguito della crescita economica e sociale di internet  - si incomincia a sentire il bisogno di una normatività universale che protegga la privacy, la libertà di espressione e garantisca la neutralità della rete.

La presente Legge, che come si legge all’art. 1 “Stabilisce i principi, le garanzie, i diritti e i doveri per l’uso di Internet in Brasile”, s’inserisce in modo tangibile in tale filone normativo -  che mira a garantire uno spazio democratico per l’umanità - delineando in modo chiaro e inequivocabile i diritti e doveri dei cittadini brasiliani per quel che concerne l’accesso al Web.

Diritti e doveri che nello specifico si fondano: sul rispetto della libertà di espressione (art.2); sulla promozione del diritto d’accesso all’informazione, alla conoscenza e alla partecipazione alla vita culturale del Paese; sulla promozione delle nuove tecnologie e l’interoperabilità delle banche dati (art. 4). 

Ma vi è di più, infatti nel quadro dei diritti dei cittadini (utenti) è interessante e merita attenzione la lettura dell’art.7, che enuncia maggior garanzie per: “l’intimità e vita privata“, “l’inviolabilità e la segretezza del flusso delle sue comunicazioni via Internet“ e dei dati “memorizzati“, “la non sospensione della connessione a Internet, salvo per debiti derivanti direttamente dal suo utilizzo“, il diritto di pretendere informazioni “chiare e complete sui contratti di prestazione di servizio“, il diritto  di ricevere dettagliate policy privacy sulla “raccolta, uso, immagazzinamento” dei propri dati personali.

Certo è che per raggiungere e poter garantire questi diritti un ulteriore principio cardine da rispettare e che pionieristicamente il Marco Civil tutela è laNet neutrality  (neutralità della rete).

Nello specifico, la Net neutrality  è il principio secondo cui non devono esserci restrizioni e/o discriminazioni arbitrarie sui dispositivi connessi o da connettere ad internet e sulla possibilità da parte dell'utente finale di fruire di vari servizi e contenuti della rete.

Ebbene, all’art. 9, in particolare, si dice che “Il responsabile della trasmissione, commutazione o instradamento è tenuto a riservare a tutti i pacchetti di dati lo stesso trattamento, indipendentemente dal contenuto, origine o destinazione, servizio, terminale o applicazione”, altresì “nella fornitura della connessione internet a titolo oneroso o gratuito, è vietato bloccare, monitorare, filtrare o analizzare il contenuto dei pacchetti”.

Pertanto, le modalità di raccolta, memorizzazione, conservazione ed elaborazione di log, dati personali o comunicazioni, ove siano coinvolti cittadini brasiliani, devono rispettare le leggi nazionali. Quanto appena detto è vero anche “se a realizzare le attività è una persona giuridica con sede all’estero, a condizione che offra un servizio al pubblico brasiliano, o almeno che una componente dello stesso ente economico possieda un’attività in Brasile” (art.10).  

Il Governo brasiliano ha voluto così impedire che grandi società che prestano servizi online (es. Google, Yahoo, Microsoft etc), possano appellarsi alla più permissiva normativa statunitense in materia di privacy, che le libera da eventuali tutele imposte dallo Stato in cui il trattamento è compiuto.

Si deve tuttavia chiarire che se da un lato tutela i cittadini, dall’altro (il Marco Civil) contiene anche precise prescrizioni sulla responsabilità dei provider per danni derivanti da contenuti generati da terzi. Ebbene, nella sezione III, all’art 18 sancisce che“i fornitori di connessione a Internet non sono civilmente responsabili per i danni derivanti da contenuti generati da terzi”, e al successivo art. 19 prevede che “i fornitori di servizi saranno ritenuti responsabili per i danni derivanti dai contenuti di terzi soltanto qualora, a seguito di una specifica ordinanza giudiziaria, non prendano provvedimenti per rendere inaccessibili i contenuti individuati come illeciti”. Pertanto, come accade già in Europa, i provider non sono tenuti a vigilare ex ante sui contenuti che vengono pubblicati, ma dovranno attivarsi ad “oscurarli” in specifici casi e su ordine dell’autorità giudiziari.

Diritti e doveri per i cittadini e diritti e doveri per i provider, questo è – in conclusione - quello che esce fuori dall’analisi dei 32 articoli del Marco Civil, la “Magna Carta”  Brasiliana sui dei diritti e doveri del Web. A questo punto, rimane solo da augurarsi che molti altri Governi, sull’esempio del Brasile, vogliano collaborare per una Governance del web, così da tutelare su scala internazionale i diritti civili su Internet e renderla una risorsa condivisa e neutrale per tutta l’umanità.

Il documento è interamente consultabile sul sito della Presidenza della Repubblica cliccando qui.

(Marco Civil - Lei nº 12.965, de 23 de abril de 2014)

Dott. Luigi Rufo