x

x

Attualità - Percezione della corruzione: Italia terz’ultima in Europa secondo Transparency International

Attualità - Percezione della corruzione: Italia terz’ultima in Europa secondo Transparency International
Attualità - Percezione della corruzione: Italia terz’ultima in Europa secondo Transparency International

L’Italia migliora leggermente la sua posizione, passando all’ultimo al terzultimo posto in Europa. È quanto si evince dall’Indice di Corruzione, realizzato dall’Organizzazione internazionale Transparency International, presentato il 24 gennaio dall’Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione, nell’edizione 2016.

Un dato positivo, dunque, con l’Italia che per il terzo anno consecutivo migliora il proprio CPI (Corruption Perceptions Index), raggiungendo quota 47 su 100.  Questo indice matematico viene utilizzato dal 1995 come indicatore composito per misurare la percezione della corruzione nel settore pubblico in 176 paesi di tutto il mondo.

Con questo indice viene rilevata la percezione della corruzione e non il dato reale, in quanto non calcolabile e difficilmente attualizzabile.

Un buon risultato, dunque, quello del 2016, è vero, ma ben lontano da quanto auspicato, soprattutto confrontando il risultato del 2016 con gli altri stati membri (in particolare con i competitors europei).

«Il trend positivo – spiega Transparency – è indice di uno sguardo più ottimista sul nostro Paese da parte di istituzioni e investitori esteri». Sottolineiamo che da quando fu varata la legge anticorruzione (2012) ad oggi l'Italia ha riconquistato 12 posti nel ranking mondiale, portandosi dal 72° al 60° posto.

Diamo uno sguardo agli altri Paesi, per capire quale sia la situazione globale.

In Europa come detto la situazione per l’Italia non può dirsi ottimale: si trova infatti come fanalino di coda, seguita solo da Grecia e Bulgaria, rispettivamente al 69° e 75° posto della classifica mondiale.

A guidare la classifica dei virtuosi, ancora una volta, abbiamo Danimarca e Nuova Zelanda, seguiti da Finlandia e Svezia. Non a caso, tutti Paesi che possiedono legislazioni avanzate su accesso all’informazione, diritti civili, apertura e trasparenza dell’amministrazione pubblica. Il 69% dei 176 Paesi analizzati nel CPI 2016 ha ottenuto un punteggio inferiore a 50, su una scala da 0 (molto corrotto) a 100 (per nulla corrotto), mostrando come la corruzione nel settore pubblico e nella politica sia ancora percepita come uno dei mali più gravi.

Chiudono la classifica mondiale Somalia (10), Sud Sudan (11), Corea del Nord (12) e Siria (13).

Per José Ugaz, presidente di Transparency International “Non possiamo permetterci il lusso di sprecare altro tempo. La lotta alla corruzione va portata avanti con la massima urgenza se davvero vogliamo che la vita delle persone del mondo possa migliorare”.

In conclusione, si nota che il CPI di quest’anno mostra che la percezione della corruzione è aumentata in generale nel mondo, in quanto risulta che siano più i Paesi che hanno perso punti rispetto a quelli che ne hanno guadagnati.

Indice di Corruzione dell’Organizzazione internazionale Transparency International

L’Italia migliora leggermente la sua posizione, passando all’ultimo al terzultimo posto in Europa. È quanto si evince dall’Indice di Corruzione, realizzato dall’Organizzazione internazionale Transparency International, presentato il 24 gennaio dall’Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione, nell’edizione 2016.

Un dato positivo, dunque, con l’Italia che per il terzo anno consecutivo migliora il proprio CPI (Corruption Perceptions Index), raggiungendo quota 47 su 100.  Questo indice matematico viene utilizzato dal 1995 come indicatore composito per misurare la percezione della corruzione nel settore pubblico in 176 paesi di tutto il mondo.

Con questo indice viene rilevata la percezione della corruzione e non il dato reale, in quanto non calcolabile e difficilmente attualizzabile.

Un buon risultato, dunque, quello del 2016, è vero, ma ben lontano da quanto auspicato, soprattutto confrontando il risultato del 2016 con gli altri stati membri (in particolare con i competitors europei).

«Il trend positivo – spiega Transparency – è indice di uno sguardo più ottimista sul nostro Paese da parte di istituzioni e investitori esteri». Sottolineiamo che da quando fu varata la legge anticorruzione (2012) ad oggi l'Italia ha riconquistato 12 posti nel ranking mondiale, portandosi dal 72° al 60° posto.

Diamo uno sguardo agli altri Paesi, per capire quale sia la situazione globale.

In Europa come detto la situazione per l’Italia non può dirsi ottimale: si trova infatti come fanalino di coda, seguita solo da Grecia e Bulgaria, rispettivamente al 69° e 75° posto della classifica mondiale.

A guidare la classifica dei virtuosi, ancora una volta, abbiamo Danimarca e Nuova Zelanda, seguiti da Finlandia e Svezia. Non a caso, tutti Paesi che possiedono legislazioni avanzate su accesso all’informazione, diritti civili, apertura e trasparenza dell’amministrazione pubblica. Il 69% dei 176 Paesi analizzati nel CPI 2016 ha ottenuto un punteggio inferiore a 50, su una scala da 0 (molto corrotto) a 100 (per nulla corrotto), mostrando come la corruzione nel settore pubblico e nella politica sia ancora percepita come uno dei mali più gravi.

Chiudono la classifica mondiale Somalia (10), Sud Sudan (11), Corea del Nord (12) e Siria (13).

Per José Ugaz, presidente di Transparency International “Non possiamo permetterci il lusso di sprecare altro tempo. La lotta alla corruzione va portata avanti con la massima urgenza se davvero vogliamo che la vita delle persone del mondo possa migliorare”.

In conclusione, si nota che il CPI di quest’anno mostra che la percezione della corruzione è aumentata in generale nel mondo, in quanto risulta che siano più i Paesi che hanno perso punti rispetto a quelli che ne hanno guadagnati.

Indice di Corruzione dell’Organizzazione internazionale Transparency International