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Selbstladungsrecht: citazione ad iniziativa dell’imputato

I

Un istituto del tutto particolare della StPO (Codice di Procedura Penale) della RFT è quello previsto dal § 220, intitolato: “Ladung durch den Angeklagten”. Questo diritto, nonostante il dato testuale, è riconosciuto, oltre che all’imputato, anche ad altri Verfahrensbeteiligten, in particolare alla parte civile, se il Presidente del collegio nega l’ autorizzazione alla citazione, per il dibattimento, di uno o più testi o di uno o più consulenti tecnici. In tal modo il paragrafo ora menzionato attribuisce all’imputato e ad altri Verfahrensbeteiligte il diritto di richiedere direttamente all’ufficiale giudiziario la citazione.

Secondo autorevole dottrina, alla Selbstladung può procedersi non soltanto qualora il Presidente del collegio abbia (già) rigettato la richiesta di citazione, ma anche prima della stessa ed indipendentemente dall’avvenuto diniego.

Va peraltro osservato che il Presidente del collegio può rigettare un Beweisantrag soltanto per i motivi che legittimano il collegio a rigettarlo (ai sensi del § 244, commi 3-5 StPO).

La reiezione di un Beweisantrag ad opera del Presidente del collegio ha comunque carattere provvisorio, dato che la “endgültige Ablehnung” compete al collegio che procede al dibattimento; pertanto Beweisanträge rigettati dal Presidente del collegio (“im Stadium der Vorbereitung der Hauptverhandlung” – nella fase preparatoria del dibattimento), possono essere riproposti nel dibattimento e di questo diritto l’imputato va reso edotto. Se la richiesta non viene reiterata nel dibattimento, la Revision (impugnazione per “Gesetzesverletzung”) non è ammissibile.

Si osserva altresì che il disposto di cui al § 220 StPO deve essere letto anche alla luce di quanto prevede il § 245, 2 comma, StPO, secondo il quale i testi e i consulenti tecnici citati dall’imputato in applicazione del cosiddetto Selbstladungsrecht (detto anche “unmittelbares Ladungsrecht”) e presenti all’udienza dibattimentale, devono – in linea di massima – essere esaminati.

II

L’esercizio del Selbstladungsrecht è condizionato all’offerta, in favore della persona citata direttamente (“unmittelbar”) ad iniziativa dell’imputato, di una Entschädigung (indennità).

Il teste o il consulente tecnico (cosiddetto Beweispersonen) citati in questo modo, si considerano “präsentes Beweismittel”, alla cui mancata assunzione può procedersi soltanto se il fatto che si intende dimostrare risulta già provato o viene dato per pacifico o la provanda circostanza non è pertinente oppure se la richiesta ha carattere meramente dilatorio. La Entscheidungsbefugnis del giudice, in questo caso, è pertanto molto più circoscritta rispetto alle ipotesi di Beweisantragsablehnung previste dal § 244, commi 3°, 4° e 5° StPO.

La Entschädigung di cui sopra non sempre è a carico dell’imputato, su iniziativa del quale avviene la cosiddetta Selbstladung; se l’esame della Beweisperson si è rivelato “sachdienlich”, cioè rilevante o comunque utile, l’indennità può essere posta a carico dell’ erario.

III

La StPO contiene un apposito paragrafo che disciplina la cosiddetta unmittelbare Ladung che avviene ad iniziativa di chi ha diritto di citare testi e consulenti tecnici in questo modo e di questa Ladung deve essere incaricato l’ufficiale giudiziario. Questi è obbligato a procedervi, anche se non gli risulta che sia stata offerta l’Entschädigung alla Beweisperson. La citazione deve essere redatta, per iscritto, dallo stesso Ladungsberechtigten, il quale deve indicare il numero del fascicolo, data e ora dell’udienza dibattimentale, avvisare la Beweisperson che ha diritto all’indennità nonché sulle conseguenze di un’ eventuale mancata comparizione senza giustificato motivo. Non devono invece essere indicate le circostanze (“das Beweisthema”), sulle quali si chiede che il teste verrà esaminato.

L’indennità deve essere messa a disposizione dal Ladungsbrechtigten e la stessa non può essere anticipata dall’erario; il relativo importo può essere consegnato all’ufficiale giudiziario oppure essere depositato nella cancelleria del giudice competente per il dibattimento. L’entità dell’indennità è prevista dalle disposizioni dello JVEG (Justizvergütungs- und Entschädigungsgesetz - §§ 19 e segg.: “Fahrtkostenersatz, Zeitversäumnis, Verdienstausfall”) e deve essere calcolata dallo stesso Ladungsberechtigten in modo esatto in quanto se viene offerta una somma inferiore al dovuto, il teste non ha obbligo di comparire al dibattimento.

Altro obbligo che incombe al Ladungsberechtigten, è quello di comunicare tempestivamente al PM e al giudice (§ ex § 222, 2 comma, StPO) nome, cognome, luogo di residenza o di dimora dei testi e/o dei consulenti tecnici citati ex § 220 StPO o che intende “presentare” al dibattimento. Se non viene adempiuto quest’onere, il PM ha facoltà di chiedere la sospensione del dibattimento ai sensi del § 246, 2 comma., StPO. Il § 220 StPO non è applicabile se l’imputato intende chiedere una Videover-nehmung ai sensi del § 247a StPO in quanto l’effettuazione della stessa presuppone l’avvenuta emanazione di un’ordinanza (Beschluss) del giudice.

IV

Il ricorso alla Selbstladung è ammissibile soltanto nei confronti di testi residenti nel territorio dello Stato. Il § 220 StPO non può trovare applicazione in caso di “Zeugenvernehmung durch den beauftragten oder ersuchten Richter” (prova delegata). Il teste, citato mediante “Ladung durch den Angeklagten” con osservanza di quanto previsto dal 2 comma del § 220 StPO, ha un obbligo di comparire, al dibattimento, identico a quello di chi è stato citato per esempio dal PM e nei confronti della Beweisperson, ritualmente citata, se si tratta di un teste, sono applicabili – qualora non compaia senza legittimo impedimento – le sanzioni previste dal § 51 StPO (inflizione di un Ordnungsgeld, Ordnungshaft, accopagnamento coattivo) e, se si tratta di un consulente tecnico, dal § 77 StPO (Ordnungsgeld, rifusione delle spese causate dalla mancata comparizione); inoltre, a carico del teste, vengono poste anche le spese cagionate in conseguenza della mancata comparizione. Le sanzioni vengono inflitte indipendentemente dall’ammissibilità e pertinenza della deposizione.

Nel corso del dibattimento o dopo la conclusione dello stesso, le Beweispersonen, l’imputato e il PM possono proporre istanza intesa a ottenere la corresponsione dell’indennità a carico dell’erario, a meno che questo diritto non sia già “estinto” (se per esempio l’imputato ha già versato, in contanti, alla Beweisperson l’indennità che le spetta o se questa persona ha già incassato l’importo depositato a tal fine presso la Gerichtskasse. Il diritto dei testi al percepimento dell’indennità si prescrive in tre mesi dalla conclusione del dibattimento.

V

In caso di condanna (“kostenpflichtiger Verurteilung”) dell’imputato alle spese, l’indennità versata alla Beweisperson, è da inglobare nelle Verfahrenskosten che vengono poste a carico del condannato. Se l’imputato viene assolto, l’indennità corrispoposta alla Beweisperson rimane a carico della Staastkasse se la deposizione della Beweisperson si è rivelata “sachdienlich”, vale a dire utile o comunque pertinente ai fini dell’accertamento dei fatti.

Richiedendo la Sachdienlichkeit, il legislatore ha voluto ovviare ad eventuali abusi che possono essere commessi esercitando il Selbstladungsrecht.

La decisione sulla Sachdienlichkeit o meno della deposizione del teste o del consulente tecnico spetta al giudice che ne da atto in sentenza e che è obbligato ad una valutazione strettamente oggettiva. La Sachdienlichkeit viene anche ravvisata se la Beweiserhebung è stata soltanto “gefördert durch die Vernehmung der Beweisperson”, vale a dire, ha influito in senso positivo sull’emanazione della decisione o sull’ulteriore corso del procedimento.

Il Selbstladungsrecht, così come attualmente disciplinato, si configura come una specie di valvola di sicurezza contro comportamenti prevaricatori e dittatoriali di certi satrapi, il cui unico canone di agire pare essere quello di ripagare prontamente coloro che li hanno nominati; che da soggetti di questo genere – sempre pronti a mettersi in mostra in ogni occasione ritenuta propizia per accrescere la loro notorietà e per fingere, dinanzi al popolino credulone, la loro “imparzialità” – non si possa, ne sperare, ne, a maggior ragione, pretendere che siano effettivamente contro la corruzione e contro le varie forme di clientelismo, è fin troppo ovvio e di agevole constatazione.

VI

Per quanto concerne il consulente tecnico citato ai sensi del § 220 StPO, la sua Vernehmung viene ritenuta “sachdienlich”, qualora quanto da lui esposto verbalmente in dibattimento abbia condotto anche soltanto ad una “Verbreiterung der Diskussionsbasis” e indipendentemente dal fatto che questo consulente abbia o meno confermato la relazione del perito.

La corresponsione dell’indennità al consulente tecnico non può essere negata con l’argomentazione che il giudice aveva già nominato (e citato per il dibattimento) un perito.

Diritto all’indennità a carico dell’erario hanno anche i testi e i consulenti tecnici “presentati” al dibattimento dall’imputato (ai sensi del § 222, 2 comma, StPO), se nel corso della Hauptverhandlung risulta che quanto da loro riferito è stato “sachdienlich zur Aufklärung der Sache” (utile e pertinente) ai fini dell’accertamento dei fatti.

Se nella Hauptverhandlung è emerso che la Vernehmung di una Beweisperson, citata ex § 220 StPO, è stata utile ai fini della accertamento dei fatti, il giudice, se vi è richiesta, è obbligato a disporre che l’indennità spettante alla Beweisperson venga corrisposta dall’erario. In caso di mancato accoglimento di questa richiesta, la Beweisperson, il PM e l’imputato sono legittimati a proporre Beschwerde (impugnazione). Il Beschwerderecht dell’imputato è però escluso se in sentenza è stato statuito che le spese del procedimento sono interamente a carico dell’erario o se l’imputato è stato condannato con sentenza passata in giudicato e se le spese del procedimento sono state poste interamente a carico del condannato.

 

I

Un istituto del tutto particolare della StPO (Codice di Procedura Penale) della RFT è quello previsto dal § 220, intitolato: “Ladung durch den Angeklagten”. Questo diritto, nonostante il dato testuale, è riconosciuto, oltre che all’imputato, anche ad altri Verfahrensbeteiligten, in particolare alla parte civile, se il Presidente del collegio nega l’ autorizzazione alla citazione, per il dibattimento, di uno o più testi o di uno o più consulenti tecnici. In tal modo il paragrafo ora menzionato attribuisce all’imputato e ad altri Verfahrensbeteiligte il diritto di richiedere direttamente all’ufficiale giudiziario la citazione.

Secondo autorevole dottrina, alla Selbstladung può procedersi non soltanto qualora il Presidente del collegio abbia (già) rigettato la richiesta di citazione, ma anche prima della stessa ed indipendentemente dall’avvenuto diniego.

Va peraltro osservato che il Presidente del collegio può rigettare un Beweisantrag soltanto per i motivi che legittimano il collegio a rigettarlo (ai sensi del § 244, commi 3-5 StPO).

La reiezione di un Beweisantrag ad opera del Presidente del collegio ha comunque carattere provvisorio, dato che la “endgültige Ablehnung” compete al collegio che procede al dibattimento; pertanto Beweisanträge rigettati dal Presidente del collegio (“im Stadium der Vorbereitung der Hauptverhandlung” – nella fase preparatoria del dibattimento), possono essere riproposti nel dibattimento e di questo diritto l’imputato va reso edotto. Se la richiesta non viene reiterata nel dibattimento, la Revision (impugnazione per “Gesetzesverletzung”) non è ammissibile.

Si osserva altresì che il disposto di cui al § 220 StPO deve essere letto anche alla luce di quanto prevede il § 245, 2 comma, StPO, secondo il quale i testi e i consulenti tecnici citati dall’imputato in applicazione del cosiddetto Selbstladungsrecht (detto anche “unmittelbares Ladungsrecht”) e presenti all’udienza dibattimentale, devono – in linea di massima – essere esaminati.

II

L’esercizio del Selbstladungsrecht è condizionato all’offerta, in favore della persona citata direttamente (“unmittelbar”) ad iniziativa dell’imputato, di una Entschädigung (indennità).

Il teste o il consulente tecnico (cosiddetto Beweispersonen) citati in questo modo, si considerano “präsentes Beweismittel”, alla cui mancata assunzione può procedersi soltanto se il fatto che si intende dimostrare risulta già provato o viene dato per pacifico o la provanda circostanza non è pertinente oppure se la richiesta ha carattere meramente dilatorio. La Entscheidungsbefugnis del giudice, in questo caso, è pertanto molto più circoscritta rispetto alle ipotesi di Beweisantragsablehnung previste dal § 244, commi 3°, 4° e 5° StPO.

La Entschädigung di cui sopra non sempre è a carico dell’imputato, su iniziativa del quale avviene la cosiddetta Selbstladung; se l’esame della Beweisperson si è rivelato “sachdienlich”, cioè rilevante o comunque utile, l’indennità può essere posta a carico dell’ erario.

III

La StPO contiene un apposito paragrafo che disciplina la cosiddetta unmittelbare Ladung che avviene ad iniziativa di chi ha diritto di citare testi e consulenti tecnici in questo modo e di questa Ladung deve essere incaricato l’ufficiale giudiziario. Questi è obbligato a procedervi, anche se non gli risulta che sia stata offerta l’Entschädigung alla Beweisperson. La citazione deve essere redatta, per iscritto, dallo stesso Ladungsberechtigten, il quale deve indicare il numero del fascicolo, data e ora dell’udienza dibattimentale, avvisare la Beweisperson che ha diritto all’indennità nonché sulle conseguenze di un’ eventuale mancata comparizione senza giustificato motivo. Non devono invece essere indicate le circostanze (“das Beweisthema”), sulle quali si chiede che il teste verrà esaminato.

L’indennità deve essere messa a disposizione dal Ladungsbrechtigten e la stessa non può essere anticipata dall’erario; il relativo importo può essere consegnato all’ufficiale giudiziario oppure essere depositato nella cancelleria del giudice competente per il dibattimento. L’entità dell’indennità è prevista dalle disposizioni dello JVEG (Justizvergütungs- und Entschädigungsgesetz - §§ 19 e segg.: “Fahrtkostenersatz, Zeitversäumnis, Verdienstausfall”) e deve essere calcolata dallo stesso Ladungsberechtigten in modo esatto in quanto se viene offerta una somma inferiore al dovuto, il teste non ha obbligo di comparire al dibattimento.

Altro obbligo che incombe al Ladungsberechtigten, è quello di comunicare tempestivamente al PM e al giudice (§ ex § 222, 2 comma, StPO) nome, cognome, luogo di residenza o di dimora dei testi e/o dei consulenti tecnici citati ex § 220 StPO o che intende “presentare” al dibattimento. Se non viene adempiuto quest’onere, il PM ha facoltà di chiedere la sospensione del dibattimento ai sensi del § 246, 2 comma., StPO. Il § 220 StPO non è applicabile se l’imputato intende chiedere una Videover-nehmung ai sensi del § 247a StPO in quanto l’effettuazione della stessa presuppone l’avvenuta emanazione di un’ordinanza (Beschluss) del giudice.

IV

Il ricorso alla Selbstladung è ammissibile soltanto nei confronti di testi residenti nel territorio dello Stato. Il § 220 StPO non può trovare applicazione in caso di “Zeugenvernehmung durch den beauftragten oder ersuchten Richter” (prova delegata). Il teste, citato mediante “Ladung durch den Angeklagten” con osservanza di quanto previsto dal 2 comma del § 220 StPO, ha un obbligo di comparire, al dibattimento, identico a quello di chi è stato citato per esempio dal PM e nei confronti della Beweisperson, ritualmente citata, se si tratta di un teste, sono applicabili – qualora non compaia senza legittimo impedimento – le sanzioni previste dal § 51 StPO (inflizione di un Ordnungsgeld, Ordnungshaft, accopagnamento coattivo) e, se si tratta di un consulente tecnico, dal § 77 StPO (Ordnungsgeld, rifusione delle spese causate dalla mancata comparizione); inoltre, a carico del teste, vengono poste anche le spese cagionate in conseguenza della mancata comparizione. Le sanzioni vengono inflitte indipendentemente dall’ammissibilità e pertinenza della deposizione.

Nel corso del dibattimento o dopo la conclusione dello stesso, le Beweispersonen, l’imputato e il PM possono proporre istanza intesa a ottenere la corresponsione dell’indennità a carico dell’erario, a meno che questo diritto non sia già “estinto” (se per esempio l’imputato ha già versato, in contanti, alla Beweisperson l’indennità che le spetta o se questa persona ha già incassato l’importo depositato a tal fine presso la Gerichtskasse. Il diritto dei testi al percepimento dell’indennità si prescrive in tre mesi dalla conclusione del dibattimento.

V

In caso di condanna (“kostenpflichtiger Verurteilung”) dell’imputato alle spese, l’indennità versata alla Beweisperson, è da inglobare nelle Verfahrenskosten che vengono poste a carico del condannato. Se l’imputato viene assolto, l’indennità corrispoposta alla Beweisperson rimane a carico della Staastkasse se la deposizione della Beweisperson si è rivelata “sachdienlich”, vale a dire utile o comunque pertinente ai fini dell’accertamento dei fatti.

Richiedendo la Sachdienlichkeit, il legislatore ha voluto ovviare ad eventuali abusi che possono essere commessi esercitando il Selbstladungsrecht.

La decisione sulla Sachdienlichkeit o meno della deposizione del teste o del consulente tecnico spetta al giudice che ne da atto in sentenza e che è obbligato ad una valutazione strettamente oggettiva. La Sachdienlichkeit viene anche ravvisata se la Beweiserhebung è stata soltanto “gefördert durch die Vernehmung der Beweisperson”, vale a dire, ha influito in senso positivo sull’emanazione della decisione o sull’ulteriore corso del procedimento.

Il Selbstladungsrecht, così come attualmente disciplinato, si configura come una specie di valvola di sicurezza contro comportamenti prevaricatori e dittatoriali di certi satrapi, il cui unico canone di agire pare essere quello di ripagare prontamente coloro che li hanno nominati; che da soggetti di questo genere – sempre pronti a mettersi in mostra in ogni occasione ritenuta propizia per accrescere la loro notorietà e per fingere, dinanzi al popolino credulone, la loro “imparzialità” – non si possa, ne sperare, ne, a maggior ragione, pretendere che siano effettivamente contro la corruzione e contro le varie forme di clientelismo, è fin troppo ovvio e di agevole constatazione.

VI

Per quanto concerne il consulente tecnico citato ai sensi del § 220 StPO, la sua Vernehmung viene ritenuta “sachdienlich”, qualora quanto da lui esposto verbalmente in dibattimento abbia condotto anche soltanto ad una “Verbreiterung der Diskussionsbasis” e indipendentemente dal fatto che questo consulente abbia o meno confermato la relazione del perito.

La corresponsione dell’indennità al consulente tecnico non può essere negata con l’argomentazione che il giudice aveva già nominato (e citato per il dibattimento) un perito.

Diritto all’indennità a carico dell’erario hanno anche i testi e i consulenti tecnici “presentati” al dibattimento dall’imputato (ai sensi del § 222, 2 comma, StPO), se nel corso della Hauptverhandlung risulta che quanto da loro riferito è stato “sachdienlich zur Aufklärung der Sache” (utile e pertinente) ai fini dell’accertamento dei fatti.

Se nella Hauptverhandlung è emerso che la Vernehmung di una Beweisperson, citata ex § 220 StPO, è stata utile ai fini della accertamento dei fatti, il giudice, se vi è richiesta, è obbligato a disporre che l’indennità spettante alla Beweisperson venga corrisposta dall’erario. In caso di mancato accoglimento di questa richiesta, la Beweisperson, il PM e l’imputato sono legittimati a proporre Beschwerde (impugnazione). Il Beschwerderecht dell’imputato è però escluso se in sentenza è stato statuito che le spese del procedimento sono interamente a carico dell’erario o se l’imputato è stato condannato con sentenza passata in giudicato e se le spese del procedimento sono state poste interamente a carico del condannato.