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Check up antiriciclaggio: quesiti tipo per valutare lo stato degli adempimenti

Dalle domande nascono le risposte.

O meglio, deve avere origine un percorso che consenta di organizzare gli adempimenti in materia di antiriciclaggio in un’ottica dinamica, capace di garantire il costante aggiornamento degli strumenti adottati e di risolvere i nuovi problemi che la prassi propone.

1) Quando è obbligatoria l’identificazione del cliente?

2) Come deve essere fatta l’identificazione del cliente ai fini antiriciclaggio?

3) Quali documenti sono validi per l’identificazione del cliente e come si registrano in AUI?

4) Se si presenta un cittadino con passaporto ma senza codice fiscale, come ci si deve comportare?

5) Come si gestisce l’AUI?

6) Ci sono campi obbligatori e facoltativi da compilare?

7) Come si attribuisce il “codice attività” al cliente in relazione ai dati forniti?

8) Quali elementi rilevano per l’intermediario finanziario ai fini della raffigurazione del reato di riciclaggio?

9) Come matura il sospetto?

10) Come si mantengono le evidenze del cliente?

11) Viola il segreto bancario l’operatore che comunichi ad un collega ovvero ad un altro intermediario collegato dati su un cliente sospetto?

12) Quali sono gli obblighi di riservatezza interni ed esterni alla struttura?

13) Quali sono gli strumenti per tutelare la riservatezza?

14) È punibile come violazione di riservatezza la comunicazione dell’operatore al presidente del collegio sindacale, che non sia delegato alla procedura antiriciclaggio, sui sospetti relativi ad un cliente?

15) Quando scatta l’obbligo di segnalazione all’UIC?

16) Quando scatta l’obbligo di segnalazione interno alla struttura?

17) Quando si può contestare alla banca la “omessa segnalazione” ai sensi del d.lgs. n. 56/2004?

18) È vincolante l’osservanza dei principi del c.d. Decalogo-ter del 12 gennaio 2001 della Banca d’Italia?

19) Gli indici di anomalia contenuti nel c.d. Decalogo-ter del 12 gennaio 2001 della Banca d’Italia sono tassativi?

20) Se si verifica una situazione concreta che rispecchia fedelmente uno degli indici previsti nel Decalogo-ter del 12 gennaio 2001 della Banca d’Italia, bisogna procedere a segnalare l’operazione come “sospetta”?

21) Esempi di indici di anomalia

22) Quali sono i compiti del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale in materia di antiriciclaggio?

23) Come devono essere condotte dal Collegio Sindacale le verifiche antiriciclaggio e con quale cadenza?

24) Individuazione lista elementi utili da fornire a CDA e CS per le verifiche in materia

Dalle domande nascono le risposte.

O meglio, deve avere origine un percorso che consenta di organizzare gli adempimenti in materia di antiriciclaggio in un’ottica dinamica, capace di garantire il costante aggiornamento degli strumenti adottati e di risolvere i nuovi problemi che la prassi propone.

1) Quando è obbligatoria l’identificazione del cliente?

2) Come deve essere fatta l’identificazione del cliente ai fini antiriciclaggio?

3) Quali documenti sono validi per l’identificazione del cliente e come si registrano in AUI?

4) Se si presenta un cittadino con passaporto ma senza codice fiscale, come ci si deve comportare?

5) Come si gestisce l’AUI?

6) Ci sono campi obbligatori e facoltativi da compilare?

7) Come si attribuisce il “codice attività” al cliente in relazione ai dati forniti?

8) Quali elementi rilevano per l’intermediario finanziario ai fini della raffigurazione del reato di riciclaggio?

9) Come matura il sospetto?

10) Come si mantengono le evidenze del cliente?

11) Viola il segreto bancario l’operatore che comunichi ad un collega ovvero ad un altro intermediario collegato dati su un cliente sospetto?

12) Quali sono gli obblighi di riservatezza interni ed esterni alla struttura?

13) Quali sono gli strumenti per tutelare la riservatezza?

14) È punibile come violazione di riservatezza la comunicazione dell’operatore al presidente del collegio sindacale, che non sia delegato alla procedura antiriciclaggio, sui sospetti relativi ad un cliente?

15) Quando scatta l’obbligo di segnalazione all’UIC?

16) Quando scatta l’obbligo di segnalazione interno alla struttura?

17) Quando si può contestare alla banca la “omessa segnalazione” ai sensi del d.lgs. n. 56/2004?

18) È vincolante l’osservanza dei principi del c.d. Decalogo-ter del 12 gennaio 2001 della Banca d’Italia?

19) Gli indici di anomalia contenuti nel c.d. Decalogo-ter del 12 gennaio 2001 della Banca d’Italia sono tassativi?

20) Se si verifica una situazione concreta che rispecchia fedelmente uno degli indici previsti nel Decalogo-ter del 12 gennaio 2001 della Banca d’Italia, bisogna procedere a segnalare l’operazione come “sospetta”?

21) Esempi di indici di anomalia

22) Quali sono i compiti del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale in materia di antiriciclaggio?

23) Come devono essere condotte dal Collegio Sindacale le verifiche antiriciclaggio e con quale cadenza?

24) Individuazione lista elementi utili da fornire a CDA e CS per le verifiche in materia