x

x

Ancora in stand by la deregulation FIFA sugli agenti di calciatori

Quando tutti gli addetti ai lavori pensavano che stesse per essere accantonata definitivamente, in ambito calcistico, la figura del c.d. Procuratore sportivo (rectius, Agente di calciatori), con conseguente integrale liberalizzazione del settore di riferimento in favore di altra figura, quella del vecchio “Intemediario”, è notizia ufficiale degli ultimi giorni quella per cui la F.I.F.A., con un improvviso revirement, ha deciso di non perseguire più, almeno per il momento, l’originario obiettivo.

Si ricorda che il massimo organismo calcistico interazionale si era determinato a imporre una totale deregulation nel settore alla luce dei frequenti abusi, a tacer d’altro, individuati con riferimento alle modalità di svolgimento dell’attività professionale da parte di numerosi operatori, soprattutto nel corso degli ultimi tempi.

Di qui, appunto, l’idea di eliminare la figura dell’Agente di calciatori a beneficio del ripristino di quella del c.d. Intermediario, quale persona fisica o giuridica liberamente eligibile dal calciatore professionista ai fini rappresentativi (anche con la possibilità di non dover corrispondere alcunché per l’opera prestata o, al massimo, il 3% di quanto percepito dal calciatore professionista al lordo), indipendentemente dal possesso di una qualifica ad hoc e, addirittura, di una specifica competenza in materia; circostanza, quest’ultima, che, sin dall’inizio, e non avrebbe potuto essere altrimenti, ha destato più di una qualche perplessità tra gli operatori.

La nuova normativa avrebbe dovuto entrare in vigore dal mese di ottobre 2011 (inizialmente dal giugno 2011), mentre, ad oggi, per quanto è dato sapere, tutto rimarrà in stand by almeno sino alla conclusione del prossimo Congresso F.I.F.A. che avrà luogo a Budapest il 24 e 25 maggio 2012 e che costituirà l’occasione, molto verosimilmente, per apportare significative modifiche alla originaria bozza di regolamento istitutivo della richiamata nuova (in realtà, vecchia) figura dell’Intermediario.

Sembra che al fine di evitare quello che da parte di alcuni è stato definito lo “tsunami del calcio”, si siano attivate, esponendosi ai massimi livelli istituzionali sportivo-calcistici, alcune delle professionalità italiane più elevate, abili e in grado di riuscire a coinvolgere, ai fini specifici, altre istituzioni calcistiche internazionali (U.E.F.A. compresa) e, addirittura, l’Unione Europea (sembra che per il mese di novembre 2012 sia stata organizzata una riunione presso il Parlamento Europeo con la partecipazione della F.I.F.A., dell’U.E.F.A., della F.I.PRO. - Associazione mondiale dei calciatori professionisti-, dell’E.C.A. - Associazione dei top clubs europei - e dell’E.P.F.L. - Associazione delle Leghe professionistiche europee -.

La finalità è chiara: quella di favorire la conservazione e lo sviluppo di competenze e professionalità acquisite dagli Agenti di calciatori negli anni, isolando, di conseguenza, forme di abusivismo e di approssimazione nello svolgimento dell’attività di competenza.

Tutto condivisibile, a condizione, però, che la levata di scudi non sottenda quell’eccessivo corporativismo tipico delle realtà associazionistiche, in particolar modo italiane, o, finanche, un intento preclusivo all’accesso alla professione nei riguardi di chi, anche a fatica, voglia avvicinarsi a un mondo, per certi, affascinante ma fondamentalmente insidioso.

Quando tutti gli addetti ai lavori pensavano che stesse per essere accantonata definitivamente, in ambito calcistico, la figura del c.d. Procuratore sportivo (rectius, Agente di calciatori), con conseguente integrale liberalizzazione del settore di riferimento in favore di altra figura, quella del vecchio “Intemediario”, è notizia ufficiale degli ultimi giorni quella per cui la F.I.F.A., con un improvviso revirement, ha deciso di non perseguire più, almeno per il momento, l’originario obiettivo.

Si ricorda che il massimo organismo calcistico interazionale si era determinato a imporre una totale deregulation nel settore alla luce dei frequenti abusi, a tacer d’altro, individuati con riferimento alle modalità di svolgimento dell’attività professionale da parte di numerosi operatori, soprattutto nel corso degli ultimi tempi.

Di qui, appunto, l’idea di eliminare la figura dell’Agente di calciatori a beneficio del ripristino di quella del c.d. Intermediario, quale persona fisica o giuridica liberamente eligibile dal calciatore professionista ai fini rappresentativi (anche con la possibilità di non dover corrispondere alcunché per l’opera prestata o, al massimo, il 3% di quanto percepito dal calciatore professionista al lordo), indipendentemente dal possesso di una qualifica ad hoc e, addirittura, di una specifica competenza in materia; circostanza, quest’ultima, che, sin dall’inizio, e non avrebbe potuto essere altrimenti, ha destato più di una qualche perplessità tra gli operatori.

La nuova normativa avrebbe dovuto entrare in vigore dal mese di ottobre 2011 (inizialmente dal giugno 2011), mentre, ad oggi, per quanto è dato sapere, tutto rimarrà in stand by almeno sino alla conclusione del prossimo Congresso F.I.F.A. che avrà luogo a Budapest il 24 e 25 maggio 2012 e che costituirà l’occasione, molto verosimilmente, per apportare significative modifiche alla originaria bozza di regolamento istitutivo della richiamata nuova (in realtà, vecchia) figura dell’Intermediario.

Sembra che al fine di evitare quello che da parte di alcuni è stato definito lo “tsunami del calcio”, si siano attivate, esponendosi ai massimi livelli istituzionali sportivo-calcistici, alcune delle professionalità italiane più elevate, abili e in grado di riuscire a coinvolgere, ai fini specifici, altre istituzioni calcistiche internazionali (U.E.F.A. compresa) e, addirittura, l’Unione Europea (sembra che per il mese di novembre 2012 sia stata organizzata una riunione presso il Parlamento Europeo con la partecipazione della F.I.F.A., dell’U.E.F.A., della F.I.PRO. - Associazione mondiale dei calciatori professionisti-, dell’E.C.A. - Associazione dei top clubs europei - e dell’E.P.F.L. - Associazione delle Leghe professionistiche europee -.

La finalità è chiara: quella di favorire la conservazione e lo sviluppo di competenze e professionalità acquisite dagli Agenti di calciatori negli anni, isolando, di conseguenza, forme di abusivismo e di approssimazione nello svolgimento dell’attività di competenza.

Tutto condivisibile, a condizione, però, che la levata di scudi non sottenda quell’eccessivo corporativismo tipico delle realtà associazionistiche, in particolar modo italiane, o, finanche, un intento preclusivo all’accesso alla professione nei riguardi di chi, anche a fatica, voglia avvicinarsi a un mondo, per certi, affascinante ma fondamentalmente insidioso.