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Fai diventare anche tu la tua pretesa un diritto universamente riconosciuto: guida pratica

Fai diventare anche tu la tua pretesa un diritto universamente riconosciuto: guida pratica
Fai diventare anche tu la tua pretesa un diritto universamente riconosciuto: guida pratica

Bologna, 22 maggio 2017

    

Ho già scritto, sino alla nausea, che l’iter delle leggi è sempre più di carattere marketing-emozionale. Non mi sono ancora soffermato sul processo pre-legislativo, applicabile alla traiettoria delle leggi in materia di “nuovi diritti”: se ne potrebbe trarre un corso universitario, per diversi dipartimenti. Penso a matrimoni omosessuali, eutanasia e oggi a maternità surrogata, liberalizzazione della droga, reddito di cittadinanza, poliamore e pedofilia.

I tempi e i modi della battaglia sono cambiati dai tempi del capostipite – l’aborto, che da orrendo delitto, grazie ai professionisti del marketing legislativo è divenuto col tempo semplice e innocua interruzione volontaria di gravidanza – ma tutto sommato le strategie e le tattiche sono analoghe, anche se gli strumenti potenziati da Internet.

Mi sono divertito a cercare di elencare le fasi di questo processo, individuando il momento in cui la traiettoria diventa inarrestabile, non tollerando eccezioni e portando alla constatazione, a cui non è lecito replicare, secondo cui “la maggioranza del paese è favorevole”.

Alcune avvertenze prima della lettura:

  • è possibile cambiare l’ordine degli addendi, il risultato, come per le addizioni, non cambia;
  • le diverse fasi sono spesso associate le une alle altre e i tempi possono sovrapporsi;
  • i tempi tra una fase e l’altra possono variare sensibilmente, da qualche anno a qualche mese, per poi subire un’accelerazione repentina per le ultime fasi, dalla 20 in poi
  • le fasi possono variare non sostanzialmente da paese a paese, ho pensato all’Italia, ma le linee guida potrebbero essere applicate a tutti i paesi occidentali.

Ecco la mia guida:

1. alcune sparute avanguardie ancora non organizzate gettano la testa di ponte e suscitano un po’ di stupore, molta indifferenza e qualche battuta di spirito

2. opere che miscelano cronaca, narrativa, antropologia, psicologia e sociologia effettuano il primo sdoganamento

3. il fenomeno riceve il battesimo lessicale, prevale il termine con connotazioni positive (eu), romantiche, o, al più, tecniche

4. si formano i primi gruppi organizzati, o gruppi già organizzati e sperimentati estendono il proprio obiettivo

5. il fenomeno da contestato diventa espressione di libertà e/o di legittima ricerca della felicità: inizia lo storytelling positivo

6. alcuni intellettuali liberal interpretano la questione sul piano storico-filosofico, individuando se possibile in un passato più o meno remoto esempi ed esperienze

7. i mass media si accorgono del fenomeno: prime interviste, docu-film, articoli della stampa che conta e delle riviste patinate lo presentano sul piano sociologico

8. ai gruppi più organizzati si associano a titolo personale, spontaneamente o su richiesta, i primi politici, a livello internazionale e poi nazionale, in cerca di visibilità e identità

9. Hollywood scende in campo con i primi film, destinati almeno alla cinquina finale per l’Oscar (sceneggiatura) e ai premi della critica

10. intervengono i primi professori di diritto, generalmente di facoltà di legge di primo piano di Usa o Gran Bretagna

11. il nuovo diritto è inserito in risoluzioni/raccomandazioni di organismi internazionali, preferibilmente sotto l’ombrello dell’ONU, a tutela delle minoranze

12. la pretesa diventa diritto individuale, a questo punto la marcia è inarrestabile, resta solo da definire quando il diritto sarà positivamente riconosciuto

13. gli individui diventano attivisti, i gruppi organizzati movimento, che ha i suoi slogan di derivazione pubblicitaria e il suo colore identificativo

14. il movimento conquista spazio sui mass media e soprattutto sui telegiornali, con l’uso sapiente di video sui social network

15. il dibattito diviene di dominio pubblico: la questione è sdoganata a tutti gli effetti, parte la gara a salire sul carro e a trovare esempi virtuosi di ordinamenti esteri

16. intervento del guru del mondo scientifico che presenta la questione su un piano fintamente asettico, prosegue la campagna di marketing che da virale diventa emozionale: si presenta il primo caso umano

17. alcune personalità religiose si dimostrano possibiliste e anzi ritengono opportuno avviare un percorso di comprensione e condivisione

18. alcuni partiti politici appoggiano ufficialmente il movimento, eventuali dissenzienti all’interno dei partiti sono ostracizzati: si inizia la conta e le purghe, si diventa impresentabili alle elezioni

19. foto-notizie, ampie pagine di quotidiani, inchieste e psicodramma collettivo: il sì non solo è accettabile, ma anche desiderabile, senza il nuovo diritto il mondo non può andare avanti

20. coming out e appoggio di personalità dello spettacolo e della cultura, la televisione pubblica cala l’asso: sit-com popolari presentano situazioni e personaggi che appoggiano il riconoscimento del nuovo diritto

21. il sì è politicamente corretto, il no è detestabile e moralmente inaccettabile: l’inversione a U è ultimata

22. alcuni magistrati si fanno portavoce dell’opinione pubblica e invocano una legge e riconoscono nei fatti il diritto

23. corsa dei parlamentari a presentare il primo disegno di legge che garantisce titoli sui giornali, popolarità e l’onore di vedere il proprio nome associato alla legge

24. manifestazioni di piazza, generalmente festose e colorate, dibattiti nelle scuole, con formale, quanto fittizio, rispetto delle diverse opinioni, e prime uscite della narrativa per ragazzi

25. il fronte del no è colpito dall’oscuramento e dalla damnatio memoriae massmediologica e gli esponenti rischiano la propria carriera professionale

26. pubblica ammissione di errore da parte di alcune personalità precedentemente schierate per il no, accoglienza nel movimento per il sì, previa mini processo leninista

27. mass media schierati compatti: la riforma con il riconoscimento del nuovo diritto è indispensabile per un Paese moderno

28. con qualche distinguo e tecnicismo giuridico anche i timidi si schierano per il sì, non si parla più degli aspetti teorici ma degli emendamenti al disegno di legge per ottenere un’ampia maggioranza

29. rubrica dell’ANSA “che fine ha fatto” riferita al disegno di legge che “giace in Parlamento”: la pressione popolare è insostenibile il vantaggio mediatico dall’approvazione assicurato

30. spallata finale con l’approvazione dell’articolato normativo, plauso del parlamento e dei giornali di riferimento

Come si vede la partecipazione degli esperti di diritto non è solo di supporto: è essenziale per rivestire di legittimità la pretesa. Il brutto anatroccolo diventa magnifico e ammirato cigno.

Il giurista ha capacità, preparazione e carattere per gestire il fenomeno dei nuovi diritti e se necessario opporvisi, negando alla pretesa la dignità di diritto? No, perché come dice lo zio Ben a Spiderman, a grandi poteri corrispondono grandi responsabilità, e la responsabilità pesa.

Non rischia di finire per farsi trasportare dalla corrente e anzi di indirizzarla, intuendo gli interessi a proprio favore che essa genera? Sì, perché il giurista ha un impareggiabile fiuto nel captare gli umori della società e ha imparato che ci sono nuove praterie da conquistare: non è più vero che senza Dio tutto è concesso, senza Dio tutto è desiderabile.