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Intervista esclusiva al fondatore di Altalex, Alessandro Buralli

Intervista esclusiva al fondatore di Altalex, Alessandro Buralli
Intervista esclusiva al fondatore di Altalex, Alessandro Buralli

Oggi inauguriamo una nuova rubrica, che non avrà cadenza periodica fissa, ma verrà aggiornata allorquando avremo raccolto interviste ed esperienze interessanti da pubblicare e da raccontare ai nostri lettori.

La rubrica si chiama “Legal World” e vuole narrare il mondo del diritto da un punto di vista differente. Parleremo con persone che lavorano e ruotano intorno al mondo del diritto, cercando di stuzzicare la curiosità del lettore che voglia conoscere aspetti spesso tralasciati della professione giuridica.

Inauguriamo la rubrica con un’intervista esclusiva all’avvocato Alessandro Buralli, fondatore di Altalex, uno dei primi portali giuridici italiani e tra i più visitati dell’intero panorama legale online.

- Avvocato Buralli, da dove viene la sua passione per il Web e come è nata l’avventura che l’ha portata a creare Altalex? è stata una idea Sua o, come oggi avviene, è frutto di condivisione?

La mia passione per l’informatica risale ai tempi dell’università. Ero interessato in particolare alla possibilità che offriva il web di creare collegamenti fra le informazioni e di catalogarle in un ordine sistematico.

L’idea di creare un portale di informazione giuridica nasce dall’incontro con Enrico Giannini, con cui suonavo in una blues band.

Al tempo esercitavo la pratica forense mentre Enrico frequentava la facoltà di ingegneria informatica. Entrambi appassionati di web avevamo in mente un progetto che condividesse diritto e informatica.

Il server di Altalex viene acceso la notte del 25 dicembre 1999, il lancio del portale avviene il 2 marzo 2000.

- Quali sono state le linee direttrici, i criteri guida che ha deciso di seguire agli albori del progetto?

All’inizio il nostro obiettivo è stato quello di rendere Altalex la prima pagina di accesso al diritto, la home page del giurista. Per cui abbiamo progettato il portale intorno ai bisogni dei legali. L’altro aspetto fondamentale, che si è aggiunto in seguito, è stato la costruzione una community di giuristi che potesse partecipare attivamente al portale.

- Come è cambiato in tutti questi anni di attività il modo di fare informazione giuridica online in Italia?

La crescita della popolazione di internet e l’esplosione dei social hanno sicuramente velocizzato i tempi in cui l’informazione, compreso quella giuridica, si diffonde. Anche nel mondo del diritto tuttavia non sono mancati quei fenomeni negativi di distorsione dell’informazione, come le c.d. news acchiappa click o le fake news. Per evitare tali fenomeni che ben possono insinuarsi in un modello partecipativo, valgono le regole generali del giornalismo, in primis quella di effettuare le opportune verifiche delle fonti e del controllo dei contenuti da parte della redazione.

- Altalex è diventato con gli anni uno dei portali giuridici più visitati del web. Quali pensa siano stati i segreti per raggiungere (e mantenere) un successo di questo tipo?

Il nostro obiettivo principale come redazione è stato quello di metterci la faccia, guadagnando sul campo la credibilità come testata e rinnovando ogni giorno il patto di fiducia con il lettore/navigatore.

Di fondamentale importanza è stato inoltre l’apporto della community che, da una parte, ha garantito una pluralità di opinioni e dall’altra ha costituito un costante controllo sulla correttezza dell’informazione.

La creatività e la continua innovazione ritengo che siano alla base del successo di Altalex.

Il portale infatti in questi anni si è più volte reinventato pur rimanendo fedele ai suoi valori iniziali.

- Quante persone lavorano, oggi, dietro Altalex e qual è il Suo impegno lavorativo attuale nel portale?

Caratteristica di Altalex è sempre stata quella di una struttura snella che si basa sull’apporto di giuristi, prevalentemente avvocati che svolgono la professione e che quindi hanno un contatto diretto con il mondo della giustizia. Si va dai 10-15 avvocati che collaborano stabilmente fino ad un gruppo di 50-70 collaboratori occasionali, fra cui avvocati, magistrati e professori universitari che possono inviare 1-2 contributi all’anno.

- Alcuni anni fa il grande gruppo editoriale olandese Wolters Kluwer ha acquistato Altalex. È cambiato da allora il modo di fare informazione giuridica?

L’ingresso di Altalex in Wolters Kluwer ha sicuramente arricchito l’offerta editoriale, potenziando i contenuti disponibili di firme autorevoli. Alla redazione di Altalex e alla community è stata assicurata un’ampia autonomia e l’indipendenza che hanno caratterizzato la testata in questi anni

- Gli avvocati in Italia sono circa 250.000. Come pensa utilizzino il web? in particolare, a livello di ricerche, il web sostituisce o affianca le banche dati?

Non sempre gli avvocati usano correttamente il web ed il problema principale riguarda il modo in cui si comunica sul web e sui social network. Credo che la ricerca sul web possa affiancare ma non sostituire una buona banca dati. Sul web possiamo trovare informazioni frammentate, parziali, magari utili per il caso di specie ma difficilmente troveremo le informazioni in un ordine sistematico come quello proposto dalle banche dati.

- È convinto che il grado di informatizzazione degli studi legali nel nostro paese sia sufficiente? e cosa crede occorrerebbe fare per aumentare la digitalizzazione dei professionisti?

Il grado di informatizzazione degli avvocati è stato sempre inferiore ad altri professionisti per esempio i commercialisti che sono stati costretti da anni ad usare il web per dialogare con l’Agenzia delle Entrate. Negli ultimi anni comunque, con l’introduzione del processo telematico, i legali hanno recuperato terreno investendo nella digitalizzazione. Su Altalex, con la rubrica Avvocato 4.0 curata da Claudia Morelli, cerchiamo di dare un nostro contributo ai legali per sapere meglio affrontare lo scenario digitale sotto il profilo della comunicazione, della innovazione, della giustizia telematica.

- Come vede il presente, e, soprattutto, il futuro dei portali di informazione come Altalex o Filodiritto? avranno ancora senso i portali generalisti?

Credo che ci sia ancora spazio per i portali di informazione giuridica, perché il diritto necessita di un grado di accuratezza e di approfondimento che difficilmente si può ritrovare in un sito di informazione generalista. Semmai trovo difficile circoscrivere il portale ad una sola materia giuridica; credo molto in una visione sistematica del diritto, magari con opportuni contatti con altre discipline come l’economia o l’informatica.

- Cosa pensa della pubblicità on line, così come disciplinata dal nuovo Codice Deontologico Forense? ritiene sia corretta così come trattata o che la libertà per l’avvocato di farsi pubblicità possa e debba spingersi oltre?

Sono favorevole alla pubblicità online degli studi legali. La nuova formulazione dell'art. 35 del Codice deontologico forense mi sembra un buon punto di equilibrio che permette al legale di utilizzare i nuovi strumenti di comunicazione offerti dalla rete e al contempo fissa i paletti etici alla base della professione.

- Qual è la sua opinione rispetto ai servizi online di reperimento di nuova clientela  a favore di avvocati e professionisti in genere, attuata da siti terzi, come, per citarne qualcuno, Fazland, La legge per tutti, ProntoPro o AvvocatoFlash?

Giudico positivamente i servizi che agevolano l’incontro fra domanda e offerta di servizi legali, sempre che i termini del servizio siano chiari e conformi al Codice deontologico.

- Negli ultimi mesi, l’Avvocatura è stata toccata da due iniziative legislative assai discusse. La prima, l’introduzione dell’equo compenso; la seconda, la possibilità di esercitare la professione anche attraverso società di capitali. Che cosa ne pensa?

Condivido la battaglia dell’avvocatura per la legge sull’equo compenso. Ritengo infatti che tutelando la dignità professionale nella contrattazione contro gruppi c.d. “forti” (es. banche e assicurazioni) si possano evitare concretamente le distorsioni del mercato.

Appare altresì positiva, con i limiti fissati dall’attuale normativa, la possibilità di esercitare la professione anche attraverso società di capitali poiché tale modalità promuove l’aggregazione di avvocati e l’interdisciplinarietà professionale.

- Come ultima domanda, Le chiediamo di dare un consiglio a un giovane giurista che oggi decidesse di aprire un portale giuridico in Italia.

Bella domanda! Consiglierei di guardarsi in giro e di creare qualcosa che oggi non c’è. Quando iniziammo non esisteva né Google, né Facebook, perciò esplorammo le opportunità che allora offriva la rete. La creazione di una community dei giuristi fu sicuramente qualcosa di innovativo per l’epoca. Secondo me la prima domanda da farsi per iniziare un nuovo progetto non cambia: cos’è innovativo oggi? Uno spunto per partire: intelligenza artificiale. Come applicarla al mondo del diritto? C’è molto da esplorare e i cambiamenti nel futuro saranno molto più rapidi di quelli del passato.

Ringraziamo sentitamente l’avvocato Alessandro Buralli per la cortesia, la disponibilità e la professionalità dimostrata durante l’intervista, e gli auguriamo un ottimo lavoro e un futuro lungo e radioso con Altalex.