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Aboliti i vitalizi per i Parlamentari condannati

Giovedì 7 Maggio 2015 l’Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati ed il Consiglio di Presidenza del Senato della Repubblica hanno approvato - contemporaneamente, ma non congiuntamente - l’abolizione dei vitalizi per i parlamentari condannati in via definitiva per reati gravi.

L’approvazione della Delibera ha richiesto e varie riscritture del documento che hanno visto lo stesso Presidente del Senato della Repubblica, Senatore Dottor Pietro Grasso in prima fila. Sua infatti è la prima bozza della Delibera, poi rivista e corretta alla luce dei pareri dei costituzionalisti interpellati e delle istanze delle varie forze politiche. In più, sono stati presentati emendamenti (in tutto al Senato della Repubblica ne sono stati presentati 16) definiti «sabotatori» che alla fine sono stati ritirati perchè «avrebbero di fatto stravolto la delibera».                                               

La Delibera approvata - che incassa 8 sì al Senato della Repubblica, su 19 componenti (il Presidente del Senato della Repubblica non ha votato), e 12 alla Camera dei Deputati -  decide l’abolizione dei vitalizi per gli eletti in Parlamento condannati per reati di mafia, terrorismo e contro la Pubblica Amministrazione - escludendo l’abuso di ufficio - con pene superiori a 2 anni di reclusione.                                                                        

Verrà inoltre abolito il vitalizio per i condannati in via definitiva a reati minori, con pene superiori ai due anni di reclusione e per cui la pena massima deve essere superiore ai sei anni di reclusione - tra cui anche la frode fiscale, ma non il finanziamento illecito ai partiti - sulla scia di quanto enunciato dalla Legge 6 Novembre 2012, numero 190 (così detta “Legge Severino”).

I vitalizi non verranno sospesi nel caso in cui il deputato condannato riceva la riabilitazione: nel caso in cui questa venga richiesta dall’interessato (potrà farlo dopo 8 o 10 anni dalla fine della condanna in caso di reati gravissimi e di recidiva e dopo 3 anni nei casi meno gravi) e questa venga concessa dal Giudice, comportando la cancellazione della condanna dalla fedina penale, dopo che egli la avrà comunicata alla Camera dei Deputati, i vitalizi verranno corrisposti nuovamente dalla data della presentazione della domanda legittimamente presentata e accolta. Infatti,la condanna penale è di fatto un requisito negativo e non introducendo la Delibera una pena accessoria, spiegano alcuni tecnici, quando la fedina penale torna pulita, “è giusto che il vitalizio venga ridato” perché le misure devono essere “ragionevoli e proporzionate” per non essere contestate. 

Stop al vitalizio anche nel caso di patteggiamento, ma la misura varrà dall’entrata in vigore della Legge in poi perché, si sottolinea nella maggioranza parlamentare, “quando uno decide di patteggiare deve sapere prima a cosa va incontro”.

La Delibera entrerà in vigore “il sessantesimo giorno successivo alla data della sua approvazione”.

Le misure saranno applicate “ai Deputati cessati dal mandato che, alla data di entrata in vigore” della delibera “siano già stati condannati in via definitiva, o che, successivamente a tale data, riportino condanna definitiva per i delitti” previsti dal provvedimento. Pertanto ai Deputati non più in carica non verrà chiesta la restituzione del pregresso.

Giovedì 7 Maggio 2015 l’Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati ed il Consiglio di Presidenza del Senato della Repubblica hanno approvato - contemporaneamente, ma non congiuntamente - l’abolizione dei vitalizi per i parlamentari condannati in via definitiva per reati gravi.

L’approvazione della Delibera ha richiesto e varie riscritture del documento che hanno visto lo stesso Presidente del Senato della Repubblica, Senatore Dottor Pietro Grasso in prima fila. Sua infatti è la prima bozza della Delibera, poi rivista e corretta alla luce dei pareri dei costituzionalisti interpellati e delle istanze delle varie forze politiche. In più, sono stati presentati emendamenti (in tutto al Senato della Repubblica ne sono stati presentati 16) definiti «sabotatori» che alla fine sono stati ritirati perchè «avrebbero di fatto stravolto la delibera».                                               

La Delibera approvata - che incassa 8 sì al Senato della Repubblica, su 19 componenti (il Presidente del Senato della Repubblica non ha votato), e 12 alla Camera dei Deputati -  decide l’abolizione dei vitalizi per gli eletti in Parlamento condannati per reati di mafia, terrorismo e contro la Pubblica Amministrazione - escludendo l’abuso di ufficio - con pene superiori a 2 anni di reclusione.                                                                        

Verrà inoltre abolito il vitalizio per i condannati in via definitiva a reati minori, con pene superiori ai due anni di reclusione e per cui la pena massima deve essere superiore ai sei anni di reclusione - tra cui anche la frode fiscale, ma non il finanziamento illecito ai partiti - sulla scia di quanto enunciato dalla Legge 6 Novembre 2012, numero 190 (così detta “Legge Severino”).

I vitalizi non verranno sospesi nel caso in cui il deputato condannato riceva la riabilitazione: nel caso in cui questa venga richiesta dall’interessato (potrà farlo dopo 8 o 10 anni dalla fine della condanna in caso di reati gravissimi e di recidiva e dopo 3 anni nei casi meno gravi) e questa venga concessa dal Giudice, comportando la cancellazione della condanna dalla fedina penale, dopo che egli la avrà comunicata alla Camera dei Deputati, i vitalizi verranno corrisposti nuovamente dalla data della presentazione della domanda legittimamente presentata e accolta. Infatti,la condanna penale è di fatto un requisito negativo e non introducendo la Delibera una pena accessoria, spiegano alcuni tecnici, quando la fedina penale torna pulita, “è giusto che il vitalizio venga ridato” perché le misure devono essere “ragionevoli e proporzionate” per non essere contestate. 

Stop al vitalizio anche nel caso di patteggiamento, ma la misura varrà dall’entrata in vigore della Legge in poi perché, si sottolinea nella maggioranza parlamentare, “quando uno decide di patteggiare deve sapere prima a cosa va incontro”.

La Delibera entrerà in vigore “il sessantesimo giorno successivo alla data della sua approvazione”.

Le misure saranno applicate “ai Deputati cessati dal mandato che, alla data di entrata in vigore” della delibera “siano già stati condannati in via definitiva, o che, successivamente a tale data, riportino condanna definitiva per i delitti” previsti dal provvedimento. Pertanto ai Deputati non più in carica non verrà chiesta la restituzione del pregresso.