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Carcere - Cassazione: il Ministero risponde del decesso in carcere per overdose

Sussiste il nesso di causalità tra l’evento morte di un detenuto per overdose e la condotta omissiva colposa dell’amministrazione penitenziaria, per non aver adottato le misure idonee a controllare l’ingresso degli stupefacenti nella struttura e non aver effettuato adeguati controlli sanitari al soggetto.

Ha così statuito la Corte di Cassazione, pronunciandosi sul ricorso presentato dal Ministero di Giustizia, per la condanna a suo carico al risarcimento in favore dei congiunti di un detenuto, trovato in stato di coma all’interno della cella e deceduto in ospedale due giorni dopo.

Secondo il Ministero della Giustizia, non essendo stato provato in che modo il detenuto sia venuto in possesso delle sostanze stupefacenti, sarebbe insussistente il nesso di causalità tra la condotta omissiva e l’evento morte. Inoltre, poiché nell’ordinamento penitenziario non esiste uno specifico obbligo di controllo sull’introduzione di sostanze stupefacenti in carcere, la Corte territoriale avrebbe affermato “una sorta di responsabilità oggettiva”: infatti, il generale obbligo di vigilanza posto in capo alla struttura circondariale sarebbe da solo insufficiente a riconoscere il concorso di colpa per condotta negligente. Pertanto, secondo l’amministrazione ricorrente, la Corte d’Appello avrebbe errato nell’escludere la responsabilità esclusiva del detenuto che, non essendo incapace di intendere e di volere, non necessitava di un controllo stringente.

Sulla base di quanto dedotto e in virtù di un proprio precedente giurisprudenziale (Cassazione, 6 febbraio 2007, n. 8051), la Cassazione argomenta che l’assunzione di stupefacenti, pur determinando indubbiamente un’assunzione del rischio, non è da sola sufficiente a determinare l’evento, o meglio, a neutralizzare “la causalità risalente al soggetto che ha causato il rischio”.

La Cassazione ha pertanto confermato la sussistenza del nesso di causalità tra la condotta omissiva del Ministero di Giustizia e l’evento morte del detenuto e per queste ragioni ha rigettato il ricorso.

(Corte di Cassazione - Terza Sezione Civile, Sentenza 27 marzo 2015, n. 12705)

Sussiste il nesso di causalità tra l’evento morte di un detenuto per overdose e la condotta omissiva colposa dell’amministrazione penitenziaria, per non aver adottato le misure idonee a controllare l’ingresso degli stupefacenti nella struttura e non aver effettuato adeguati controlli sanitari al soggetto.

Ha così statuito la Corte di Cassazione, pronunciandosi sul ricorso presentato dal Ministero di Giustizia, per la condanna a suo carico al risarcimento in favore dei congiunti di un detenuto, trovato in stato di coma all’interno della cella e deceduto in ospedale due giorni dopo.

Secondo il Ministero della Giustizia, non essendo stato provato in che modo il detenuto sia venuto in possesso delle sostanze stupefacenti, sarebbe insussistente il nesso di causalità tra la condotta omissiva e l’evento morte. Inoltre, poiché nell’ordinamento penitenziario non esiste uno specifico obbligo di controllo sull’introduzione di sostanze stupefacenti in carcere, la Corte territoriale avrebbe affermato “una sorta di responsabilità oggettiva”: infatti, il generale obbligo di vigilanza posto in capo alla struttura circondariale sarebbe da solo insufficiente a riconoscere il concorso di colpa per condotta negligente. Pertanto, secondo l’amministrazione ricorrente, la Corte d’Appello avrebbe errato nell’escludere la responsabilità esclusiva del detenuto che, non essendo incapace di intendere e di volere, non necessitava di un controllo stringente.

Sulla base di quanto dedotto e in virtù di un proprio precedente giurisprudenziale (Cassazione, 6 febbraio 2007, n. 8051), la Cassazione argomenta che l’assunzione di stupefacenti, pur determinando indubbiamente un’assunzione del rischio, non è da sola sufficiente a determinare l’evento, o meglio, a neutralizzare “la causalità risalente al soggetto che ha causato il rischio”.

La Cassazione ha pertanto confermato la sussistenza del nesso di causalità tra la condotta omissiva del Ministero di Giustizia e l’evento morte del detenuto e per queste ragioni ha rigettato il ricorso.

(Corte di Cassazione - Terza Sezione Civile, Sentenza 27 marzo 2015, n. 12705)