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Socio – Cassazione Penale: anche il socio receduto dopo il compimento dell’illecito può proporre querela per il reato di infedeltà patrimoniale dell’amministratore

La legittimazione alla proposizione della querela per il reato di infedeltà patrimoniale dell’amministratore spetta non solo alla società nel suo complesso ma anche – e disgiuntamente – al singolo socio, ciò in quanto la condotta dell’amministratore infedele è diretta a compromettere le ragioni della società, ma anche, principalmente, quelle dei soci o quotisti della stessa, che per l’infedele attività dell’amministratore subiscono il depauperamento del proprio patrimonio. Anche il socio receduto è legittimato a proporre querela per il reato di infedeltà patrimoniale dell’amministratore.

Lo ha statuito la Cassazione, che ha altresì ricordato il proprio orientamento.

“Il socio receduto non perde al momento dello scioglimento (nei suoi confronti) del rapporto sociale la qualità di parte offesa e, conseguentemente, la legittimazione a proporre la querela , atteso che il fatto genetico illecito (costituente reato) produttivo di un pregiudizio nella sua sfera giuridica si è verificato ben prima della sua uscita dalla società, e ciò a prescindere dal fatto che la quantificazione concreta del danno si appalesi solo all’atto della liquidazione della quota”.

Per consultare il testo integrale della sentenza si veda qui.

(Corte di Cassazione - Sezione Quinta Penale - sentenza 14 giugno - 23 agosto 2016, n. 35384)

La legittimazione alla proposizione della querela per il reato di infedeltà patrimoniale dell’amministratore spetta non solo alla società nel suo complesso ma anche – e disgiuntamente – al singolo socio, ciò in quanto la condotta dell’amministratore infedele è diretta a compromettere le ragioni della società, ma anche, principalmente, quelle dei soci o quotisti della stessa, che per l’infedele attività dell’amministratore subiscono il depauperamento del proprio patrimonio. Anche il socio receduto è legittimato a proporre querela per il reato di infedeltà patrimoniale dell’amministratore.

Lo ha statuito la Cassazione, che ha altresì ricordato il proprio orientamento.

“Il socio receduto non perde al momento dello scioglimento (nei suoi confronti) del rapporto sociale la qualità di parte offesa e, conseguentemente, la legittimazione a proporre la querela , atteso che il fatto genetico illecito (costituente reato) produttivo di un pregiudizio nella sua sfera giuridica si è verificato ben prima della sua uscita dalla società, e ciò a prescindere dal fatto che la quantificazione concreta del danno si appalesi solo all’atto della liquidazione della quota”.

Per consultare il testo integrale della sentenza si veda qui.

(Corte di Cassazione - Sezione Quinta Penale - sentenza 14 giugno - 23 agosto 2016, n. 35384)