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Bonus Cultura - Consiglio di Stato: bocciato il Bonus Cultura voluto dal governo Renzi per il biennio 2018 - 2019

Bonus Cultura - Consiglio di Stato: bocciato il Bonus Cultura voluto dal governo Renzi per il biennio 2018 - 2019
Bonus Cultura - Consiglio di Stato: bocciato il Bonus Cultura voluto dal governo Renzi per il biennio 2018 - 2019

Bonus Cultura - Consiglio di Stato: bocciato il Bonus Cultura voluto dal governo Renzi per il biennio 2018 - 2019

È con un parere depositato il 14 giugno che il Consiglio di Stato ha bocciato l’estensione del diritto al Bonus Cultura anche per il biennio 2018 e 2019. Il dubbio espresso dal Consiglio di Stato, sul quale si basa il rifiuto, verte sulla fonte normativa legittimante la suddetta estensione.

 

Il debutto

Il bonus cultura è una misura introdotta con la legge di stabilità del 2016, che mette a disposizione di coloro che compiono 18 anni, inclusi giovani stranieri con un permesso di soggiorno in corso di validitò, 500 euro spendibili in prodotti Culturali: dall’acquisto di libri ai biglietti per il cinema, ingresso a musei, mostre, parchi naturali. Nel 2016 la novità interessava circa 600mila giovani che avevano compiuto 18 anni, dei quali circa il 60% ha sfruttato l’opportunità.

 

Spid

Per usufruire del Bonus, la Presidenza del consiglio ha fatto sviluppare una app alla quale si può accedere tramite Spid (il sistema pubblico di identità digitale), da cui direttamente acquistare o prenotare biglietti e altri prodotti Culturali presso gli esercenti registrati al sito.

Spid è un progetto sul quale il governo ha posto molte aspettative e che vuole favorire l’offerta di servizi online per cittadini e persone giuridiche da parte di imprese e Pubbliche Amministrazioni. Il Bonus cultura è stato untile nel raggiungimento di questo obiettivo, in quanto il 60% ei soggetti che compivano 19 anni nel 2016 ha attivato un profilo di identità digitale online.

 

La replica del 2017

L’esperimento è stato riproposto nel 2017 con la legge di Bilancio, ed ha esteso l’elenco della possibilità di utilizzo dei 500 euro all’acquisto di musica registrata (Compact disc o altro), di corsi di musica, di teatro e di lingue.

 

Il dubbio

Il Consiglio era stato chiamato ad esaminare il decreto che avrebbe dovuto prorogare il Bonus a quella platea di ragazzi che sarebbero diventati diciottenni nel 2018 e 2019, ma l’organo giudicante ha valutato che la pluriennale estensione del Bonus poggia su basi troppo deboli: manca una norma di rango primario che la giustifichi. Difatti, a differenza che per lo scorso anno, la proroga non è stata inserita nell’ultima legge di Bilancio.

L’ultima legge di Bilancio ha previsto nelle tabelle di stanziamento delle risorse finanziarie del Mibact per il 2018 e 2019 uno spazio per rinnovare l’agevolazione, ma la conferma è avvenuta solo implicitamente e non è quindi stata ritenuta sufficiente.

 

Soluzioni ipotizzate

Secondo i giudici di Palazzo Spada l’unica soluzione adottabile consiste nel procedere in via regolamentare dopo aver introdotto la fonte normativa primaria che legittima l’intervento a favore dei futuri neo maggiorenni, coerentemente con la conferma dello stanziamento finanziario e, dunque, inserire la proroga in una legge. Solo in seguito poi si potrebbe procedere con un regolamento di modifica della normativa in vigore.

Ma, per ora, il Governo non sembra aver preso in esame la problematica.