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Liberilibri, la storia

Liberilibri
Liberilibri

La vicinanza tra Filodiritto e la casa editrice Liberilibri parte da lontano, e sin dall’inizio s’incentra, specialmente, sul terreno comune delle riflessioni e delle tematiche legate al diritto e alle questioni giudiziarie nel nostro Paese, ma non solo. Una visione affine che si è confermata nel tempo e che oggi sfocia in una nuova collaborazione: è questo infatti il primo numero di una rubrica che abbiamo voluto chiamare “Liberamente scorretti”, titolo che descrive alla perfezione la nostra missione nel panorama editoriale italiano. In questo spazio che ci viene messo a disposizione, ogni quindici giorni selezioneremo con cura per i lettori di Filodiritto alcune pagine estratte dai nostri libri, alternando saggistica e narrativa per farvi conoscere da vicino ogni piega del catalogo, dagli autori più prestigiosi a quelli meno noti ma, ci auguriamo, altrettanto meritevoli  e sorprendenti.

Sembrerà curioso forse per una casa editrice conosciuta soprattutto per la sua produzione di saggistica, ma la storia della Liberilibri, fondata a Macerata da Aldo Canovari e Carlo Cingolani, prende avvio nel 1986 con un libro d’arte, ormai fuori catalogo e quasi introvabile: Chiarevalli. Monodico di Magdalo Mussio, un’edizione originale in 555 esemplari stampati su carta Rusticus delle Cartiere Miliani Fabriano, che comprendeva alcuni esemplari fuori commercio numerati e firmati dall’artista.

Dopo una pausa di tre anni, le pubblicazioni riprendono regolarmente nel 1989 e da allora non si sono più fermate.

La prima delle sei collane in catalogo a uscire sul mercato è stata Narrativa, con Teneri Bottoni di Gertrude Stein, iconica scrittrice americana che potremmo definire una vera e propria influencer del suo tempo (e della quale Liberilibri, in Italia, vanta oggi il più alto numero di titoli in catalogo, ben quattro). La collana include scrittori classici e riscoperte, distopie e raccolte di racconti: da Henry James al romanziere francese Pierre Boulle (tutti lo ricordiamo per best-seller mondiali come Il Pianeta delle scimmie e Il ponte sul fiume Kwai), da Massimo Bontempelli a Leslie Poles Hartley con Giustizia facciale (inserito da Anthony Burgess, autore di Arancia meccanica, fra i migliori cinque romanzi distopici di sempre).

Nell’anno seguente, il 1990, debutta quella che è ormai diventata la collana più corposa e rappresentativa della casa editrice (oltre 140 titoli su 240 complessivi), ovvero Oche del Campidoglio, nella quale sono raccolte opere di ogni tempo che rappresentano contributi rilevanti per il faticoso cammino delle libertà dell’individuo: il titolo numero uno non poteva che essere il Discorso sul libero pensiero di Anthony Collins, di cui si celebra nel 2020 il trentennale, e che è stato da poco ristampato in una nuova veste grafica. Tra i principali filoni in coltivazione: 1) il percorso storico delle libertà individuali: il pensiero libertario, dal preilluminismo al liberalismo radicale, all’anarco-capitalismo contemporaneo; 2) gli orizzonti d’incontro fra pensiero liberale e pensiero cattolico; 3) i problemi della giustizia (autonomia/autocrazia della magistratura e sua politicizzazione): le inciviltà giuridiche del nostro Paese. Nelle Oche figurano dei “classici” come Discorso sulla servitù volontaria di Étienne de La Boétie (1553), Difesa della società naturale di Edmund Burke (1756), Facezie di Voltaire (1740), La libertà e la legge di Bruno Leoni (1961), Difendere l’indifendibile di Walter Block (1976), Antifona e La virtù dell’egoismo di Ayn Rand (1938, 1964), Per una nuova libertà, Il manifesto libertario e L’etica della libertà di Murray N. Rothbard (1973, 1982).

È il 1992 quando, con Il Cantante di camera di Frank Wedekind, viene inaugurata la collana di testi teatrali il Circo che ospita, fra gli altri, pièce di Ayn Rand, Jules Romains, Prosper Mérimée e Jean Racine.

Nel 2005 debutta anche Altrove, la collana ideata per ospitare, al di fuori delle categorie canoniche, ogni altra espressione del pensiero e dell’arte attraverso parole o immagini, dalla poesia all’illustrazione, dalla critica letteraria agli esperimenti linguistici: il primo è un sensazionale libro di palindromi, E poi Martina lavava l’anitra miope di Marco Buratti, poi ripubblicato nel 2011 in una nuova edizione ampliata col titolo Da E poi Martina lavava l’anitra miope a E poi Martina affoga la goffa anitra miope. Una varietà che si rispecchia anche negli ultimi titoli pubblicati, da Contro l’empatia dello psicologo americano Paul Bloom a La sapienza segreta delle api, gli scritti misterici di Pamela L. Travers, l’autrice di Mary Poppins.

Nel 2007 nasce quindi il Monitore Costituzionale, una raccolta di documenti fondamentali, autentici pilastri del costituzionalismo moderno, dalla Magna Carta alle più recenti dichiarazioni dei diritti, arrivata a ben 20 titoli. Infine, due anni più tardi, nel 2009, viene avviata con la partecipazione dell’Istituto Bruno Leoni Hic sunt leones, la collana che intende dar voce alle “eresie” inesplorate del pensiero liberale e libertario. Queste ultime due collane si differenziano visivamente dalle altre perché caratterizzate da un unico colore: azzurro per il Monitore Costituzionale, e rosso bordeaux per Hic sunt leones. Ma alle rigorose copertine monocromatiche che hanno contraddistinto le pubblicazioni Liberilibri per quasi trent’anni, hanno cominciato ad affiancarsi nell’ultimo periodo, in particolare nella collana Altrove, alcune copertine illustrate che riportano dettagli di opere di grandi artisti del calibro di Sirio Reali e Fabian Negrin.

Al 2012 risale la creazione di alcuni e-book (tuttora disponibili), in occasione di un’iniziativa nata in collaborazione con il quotidiano «il Giornale»: Il pensiero libertario contemporaneo di Carlo Lottieri, Resoconto della vita e delle opere di Adam Smith di Dugald Stewart, America di Paolo L. Bernardini, La tirannia fiscale di Pascal Salin, Il mito virtuista di Vilfredo Pareto, Difendere l’indifendibile di Walter Block; più di recente anche Mover di Michele Silenzi.

Più di recente, nel 2018 e 2019, Liberilibri ha presentato altre due iniziative editoriali in collaborazione con «Il Foglio»: una collana intitolata “Liberi dal populismo” in uscita in abbinamento al quotidiano in edicola (Il circo mediatico-giudiziario di Daniel Soulez Larivière, L’antirazzismo come terrore letterario di Richard Millet, Crainquebille di Anatole France, Verso una teologia dell’impresa di Michael Novak, I vizi non sono crimini di Lysander Spooner), e una seconda collana di testi narrativi contro il nuovo pensiero unico intitolata “Liberi fogli di letteratura” (Giustizia facciale di Leslie Poles Hartley, Il caso K. di Antonio Baroni e Il Buon Leviatano di Pierre Boulle).

Fresca novità del 2019 è invece il lancio degli “inesauribili”, una serie di titoli che non usciranno mai dal catalogo Liberilibri, ristampati in formato paperback economico e caratterizzati da una copertina blu con la dicitura “inesauribili” di diversi colori.

E ora qualche curiosità per conoscerci più da vicino. Forse non tutti sanno che la marca tipografica di Liberilibri è ispirata al Buchernarr – il “pazzo per i libri” –, primo personaggio della serie dei folli di Das Narrenschiff (Stultifera navis), best-seller dell’umanista Sebastian Brant (1458-1521), che uscì nel 1494 con xilografie della scuola di Dürer, raffiguranti le cento tipologie della follia umana.

Gli autori più pubblicati, con ben 7 titoli a testa, sono Pierre Boulle e Giancristiano Desiderio. Seguono, con 5 titoli Giancarlo Bagarotto e con 4 titoli Gertrude Stein; con 3 titoli Bruno Leoni, Michael Novak, Benjamin Constant, Jacques Vergès, Ayn Rand, Massimo Bontempelli, Jules Romains, Pietro Di Muccio de Quattro e Silvia Cecchi; con 2 titoli Walter Block, Vilfredo Pareto, Murray N. Rothbard, Pascal Salin, Thomas Carlyle, Teodoro Klitsche de la Grange, Antonio Martino, Ron Paul, Richard A. Epstein, Mario Lentano, Marco Severini, Aldo Maria Valli, Henry James, Giancarlo Liuti, Christophe Mileschi, Paola Rivolta, Francesco Scarabicchi.

Nella classifica dei più venduti di sempre, figurano ai primi posti La libertà e la legge di Bruno Leoni, Tesla di Margaret Cheney, Difendere l’indifendibile di Walter Block, 266. Jorge Mario Bergoglio Franciscus P.P. di Aldo Maria Valli, La tirannia fiscale di Pascal Salin, La giustizia virtuosa di Roberto Racinaro; Vita intellettuale e affettiva di Benedetto Croce di Giancristiano Desiderio, Dieci donne. Storia delle prime elettrici italiane di Marco Severini.

Infine, ci fa piacere ricordare in breve alcuni riconoscimenti al nostro lavoro arrivati in questi ultimi anni: il Premio Bruno Leoni nel 2011 ad Aldo Canovari e alla Liberilibri; il Premio Internazionale Liber@mente 2013 ad Aldo Canovari; il Premio Acqui Storia, sezione storico-divulgativa nel 2014 a Giancristiano Desiderio con la Vita intellettuale e affettiva di Benedetto Croce; il Premio di Poesia Città di Arenzano, sempre nel 2014, a Francesco Scarabicchi con il poema con ogni mio saper e diligentia.