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Ministero dello Sviluppo Economico: la promozione del “civic crowdfunding” rientra nelle start-up innovative

Il Ministero dello Sviluppo Economico con parere n. 6059 del 19 gennaio 2015, ha dato risposta al quesito proposto dalla Camera di Commercio di Milano in merito all’iscrizione nella sezione speciale del Registro delle imprese dedicata alle start-up innovative, di un’impresa avente ad oggetto la promozione, tramite un portale web, del sistema del c.d. “civic crowdfunding”.

L’idea di base del civic crowdfunding prevede la raccolta collettiva di fondi volti al finanziamento di attività non imprenditoriali, esercitate da enti no profit o da privati.

Il quesito rimesso al Ministero trova origine nella dubbia qualificazione dell’oggetto sociale perseguito dalla start-up, ai fini del soddisfacimento dei requisiti richiesti dalla legge per rientrare nella nozione di start-up innovativa. In concreto, l’attività proposta si traduce nell’erogazione di servizi editoriali e promozionali connessi alla gestione del portale web. I dati raccolti tramite il portale, infatti, verrebbero successivamente elaborati e analizzati al fine di orientare gli enti di raccolta alle scelte migliori per promuovere la propria attività di crowdfunding.

La difficoltà riscontrata dalla Camera di commercio di Milano nell’attribuire a tali servizi il carattere di ”innovazione ad alto valore tecnologico”, requisito essenziale per poter rientrare nella nozione di start-up innovativa, scaturisce proprio dalle caratteristiche tipicamente editoriali e pubblicitarie del servizio erogato.

La soluzione interpretativa data dal Ministero investe il concetto di “innovatività”, che può sussistere anche tenendo conto dello specifico ambito in cui s’intende applicare l’ICT. Pertanto nella fattispecie l’idea di utilizzare uno strumento della new economy, quale il portale web, per promuovere attività di pubblico interesse, anche attraverso il sistema del crowdfunding, può configurare un innovativo tipo di impresa sociale.

Il parere positivo del Ministero trova giustificazione anche nel fatto che le attività editoriali rappresentano una parte statisticamente preponderante, rispetto ad altre, nel novero delle start-up innovative a vocazione sociale.   

(Ministero dello Sviluppo Economico - Divisione VI, Circolare 19 gennaio 2015, n. 6059)

Il Ministero dello Sviluppo Economico con parere n. 6059 del 19 gennaio 2015, ha dato risposta al quesito proposto dalla Camera di Commercio di Milano in merito all’iscrizione nella sezione speciale del Registro delle imprese dedicata alle start-up innovative, di un’impresa avente ad oggetto la promozione, tramite un portale web, del sistema del c.d. “civic crowdfunding”.

L’idea di base del civic crowdfunding prevede la raccolta collettiva di fondi volti al finanziamento di attività non imprenditoriali, esercitate da enti no profit o da privati.

Il quesito rimesso al Ministero trova origine nella dubbia qualificazione dell’oggetto sociale perseguito dalla start-up, ai fini del soddisfacimento dei requisiti richiesti dalla legge per rientrare nella nozione di start-up innovativa. In concreto, l’attività proposta si traduce nell’erogazione di servizi editoriali e promozionali connessi alla gestione del portale web. I dati raccolti tramite il portale, infatti, verrebbero successivamente elaborati e analizzati al fine di orientare gli enti di raccolta alle scelte migliori per promuovere la propria attività di crowdfunding.

La difficoltà riscontrata dalla Camera di commercio di Milano nell’attribuire a tali servizi il carattere di ”innovazione ad alto valore tecnologico”, requisito essenziale per poter rientrare nella nozione di start-up innovativa, scaturisce proprio dalle caratteristiche tipicamente editoriali e pubblicitarie del servizio erogato.

La soluzione interpretativa data dal Ministero investe il concetto di “innovatività”, che può sussistere anche tenendo conto dello specifico ambito in cui s’intende applicare l’ICT. Pertanto nella fattispecie l’idea di utilizzare uno strumento della new economy, quale il portale web, per promuovere attività di pubblico interesse, anche attraverso il sistema del crowdfunding, può configurare un innovativo tipo di impresa sociale.

Il parere positivo del Ministero trova giustificazione anche nel fatto che le attività editoriali rappresentano una parte statisticamente preponderante, rispetto ad altre, nel novero delle start-up innovative a vocazione sociale.   

(Ministero dello Sviluppo Economico - Divisione VI, Circolare 19 gennaio 2015, n. 6059)