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Cane e responsabilità civile

Austria, RFT e Svizzera: una breve panoramica
Cani
Cani

Cane e responsabilità civile. Austria, RFT e Svizzera: una breve panoramica

Abstract: Un’esperienza ultratrentennale mi ha insegnato, che, nel caso, in cui, un cane ha causato lesioni a una persona (o danni a cose), l’”Hundehalter” è stato solito a ripetere (e ripetere…), che il proprio cane, è ”gutmütig” e mai (prima) si era avventato contro qualcuno. In realtà, però, le cose non stanno cosí…, specie se si tratta di cani tenuti in modo non appropriato.

 

Austria

I   Il § 1320 ABGB e la “besondere Tiergefahr” – “Schreckreaktion” e concorso di colpa

Il paragrafo 1320, Abs. 1, ABGB (Codice civile) prevede, che, in caso di danno causato da un animale, è ravvisabile la responsabilità civile di chi lo detiene (“Halter”) e ne ha trascurata la necessaria custodia (“Verwahrung”) o sorveglianza (“Beaufsichtigung”), a meno che non provi, di aver adottato le occorrenti misure atte a custodirlo o a sorvegliarlo.

Particolarmente frequenti sono gli “incidenti”, in cui un cane, nè al guinzaglio, nè legato a una catena, causa la caduta di un ciclista o di una persona a passeggio.

In una recente ordinanza, l’OGH (Corte Suprema) ha statuito, che l’”Halter” dell’animale, è responsabile, anche se un cane, non al guinzaglio (“nicht angeleint”) e completamente privo di altra sorveglianza (“gänzlich unbeaufsichtigt”), in prossimità di una strada pubblica, corre incontro a una ciclista, che, spaventata dal cane, compie un’improvvisa, ma errata manovra, per evitare l’animale e cade rovinosamente a terra, riportando lesioni personali gravi. Ha escluso, l’OGH, che, in tal caso, a carico della ciclista, sia ravvisabile un concorso di colpa. Ha precisato, altresí, che la responsabilità per danni, prevista dal § 1320, S. 2, ABGB, è riconducibile alla “besonderen Tiergefahr” (particolare pericolo promanante dall’animale), che postula una “sorgfältige Verwahrung des Tieres”.

Il predetto pericolo è ravvisabile, indipendentemente dal fatto, che l’animale, momenti prima dell’”incidente”, si trovasse sul fondo del proprietario del cane o sulla strada, che costeggia la proprietà agricola dell’”Hundehalter”. Indifferente, ai fini della responsabilità civile dell’”Hundehalter”, è se il cane, è “gutmütig” (docile/non aggressivo) o meno, dato che, le mosse istintuali degli animali (in particolare dei cani), sono irrazionali, nel senso che non vengono “durch Vernunft kontrolliert” (vedasi RS 0030199).

Nel caso sottoposto al vaglio dell’OGH, è risultato pacifico, che il cane era privo di ogni sorveglianza (da parte di una persona) ed era completamente libero di muoversi, anche fuori dalla proprietà dell’”Hundehalter”.

Se il conducente di un veicolo (procedente sulla strada pubblica), a causa di un pericolo insorgente improvvisamente, è costretto a una manovra, che – in retrospettiva – si appalesa errata, la stessa, non può essere valutata ai fini di un concorso di colpa (vedasi RS0023292). Si tratta di una “Schreckreaktion” (reazione riconducibile a spavento), a un’evenienza, non soltanto improvvisa, ma anche imprevedibile, che rende necessaria un agire, che va qualificato “überstürzt” (precipitoso/affrettato).

“Collisioni” si verificano pure tra chi pratica il cosiddetto Inlineskating e  cani, che “interferiscono” con la “traiettoria” di questi “skaters”.

In un caso deciso dalla Corte Suprema nel 2015, il detentore del cane, si trovava ai margini della pista riservata agli “skaters”. Il cane era al guinzaglio (lunghezza pari a 180 cm) e il detentore dell’animale stava conversando con un amico. All’avvicinarsi dello “skater”, l’”Hundehalter” aveva tentato, di trattenere il cane (intento ad avventarsi sullo “skater”), ma non aveva potuto evitare li contatto tra il cane e lo “skater”. Conseguenza: caduta di questi con lesioni personali gravi.

Lo “skater” conveniva in giudizio l’”Hundehalter”, chiedendo il risarcimento dei danni patiti (spese mediche, pretium doloris, esigenza di assumere una “colf” durante il periodo di inabilità ai lavori domestici, terapie) nella misura di due terzi del danno intero.

Parte convenuta sosteneva, di avere adempiuto la propria “Verwahrungspflicht” in quanto il cane era provvisto di guinzaglio e lo “skater” avrebbe tenuto una velocità eccessiva.

Il giudice di primo grado aveva ravvisato un concorso di colpa di parte attrice nella misura del 50%, osservando, che era ben vero, che il cane era “angeleint”, ma che colui, che lo aveva in custodia, non era riuscito a trattenerlo, evitando il “contatto” tra cane e “skater”, con conseguente caduta a terra di questi; ricordiamo che il guinzaglio aveva una lunghezza pari a 180 cm.

Il detentore del cane si era difeso, asserendo, che lo “skater” aveva tenuto una velocità elevata, che non gli aveva consentito di reagire tempestivamente, trattenendo il cane in modo, che lo “skater” potesse passare, senza contatto con l’animale.

Proposto appello, il giudice del gravame aveva rigettato la “Berufung”. Il detentore del cane, trovandosi “in unmittelbarer Nähe” della pista riservata agli “skaters”, doveva prevedere, che sulla stessa potessero transitare “skaters” e la reazione del cane nei confronti di chi passava con una certa velocità.

L’impugnata sentenza veniva quindi confermata.

Proponeva “Revision” il detentore del cane, ma anche questa impugnazione veniva rigettata.

“In campagna (“in ländlichen Gebieten”), la besondere Verwahrung di un cane non aggressivo, non è, nè necessaria, nè possibile”. Cosí si era giustificato il proprietario di un cane (del peso di circa 40 kg), non al guinzaglio, nè legato a una catena, che, correndo, a velocità elevata e in forte pendenza, incontro all’attrice - facendola cadere a terra – mentre  passeggiava su una strada forestale coperta di neve (40 cm), ma resa agibile, per pedoni, su una striscia larga ca. 30 cm.

L’attrice conveniva in giudizio il detentore del cane, chiedendo, all’”Hundehalter”, il risarcimento dei danni subiti (35.000 Euro). Deduceva, che, in conseguenza della caduta, aveva subito fratture ed era stata inabile al lavoro domestico per la durata di 38 giorni.

Il convenuto obiettava, che l’animale era docile/mansueto (“gutmütig”) e mai aveva procurato danni a persone. L’attrice sarebbe stata in grado di evitare il cane, spostandosi, consentendo, cosi, al cane di passare.

Il detentore del cane deve prevedere le “mosse” irrazionali/istintuali dell’animale

Il giudice di 1° grado aveva ravvisato la responsabilità del detentore del cane ex § 1320 ABGB, con conseguente condanna del detentore al risarcimento dei danni subiti dall’attrice. Non vi era stata posta in essere, dall’"Hundehalter”, alcuna “Verwahrungsmaßnahme” e l’”Hundehalter”, non poteva escludere, che il cane, libero di muoversi, potesse causare danni a persone. A carico dell’attrice, non era ravvisabile concorso di colpa.

Di diverso avviso è stato il giudice d’appello, che, in accoglimento della “Berufung” proposta dal detentore del cane, aveva sentenziato, che il pericolo, che il cane potesse causare lesioni a persone, era da considerare estremamente ridotto (“höchst gering einzuschätzen”). Negava, questo giudice, che al detentore del cane, incombesse una “besondere Verwahrungspflicht”, anche perchè la proprietà immobliare dell’”Hundehalter” era situata ai margini di un bosco e in una zona isolata. L’appello era stato accolto con conseguente annullamento della sentenza di 1° grado.

Proponeva “Revision”, la soccombente “in der Berufung”, chiedendo l’annullamento della sentenza d’appello e la conferma della sentenza di primo grado.

I giudici della Suprema Corte (OGH), non condividevano la tesi del “Berufungsgericht”, secondo la quale, tenuto conto delle circostanze, in cui la ricorrente aveva subito le lesioni personali, a carico dell’”Hundehalter”, non fosse ravvisabile alcuna “Verwahrungspflicht” (questi fosse “von jeder Verwahrungspflicht entbunden”). Un’interpretazione del § 1320 ABGB, quale prospettata dal “Berufungsgericht”, era in evidente contrasto con questa norma e contraria, altresí, alla giurisprudenza costante (e univoca) dell’OGH.          

La sentenza di 2° grado – secondo alcuni – ha tutto il “sapore” di un “Gefälligkeitsurteil”. È risaputo, che, per ottenere favori, al momento giusto, bisogna (prima) concederli; è necessario, fare un’adeguata “Vorleistung” (meglio, se le “Vorleistungen”, sono tante e magari per vari lustri). In altre parole, vige il principio del “Do ut des”. Il giudice d’appello si è ”discostato” talmente dalla giurisprudenza costante, da suscitare… meraviglia… C’è stato, probabilmente, chi, di fronte alle rimostranze, che una sentenza del genere non avrebbe avuto “Bestand” anzi, non potuto avere “Bestand”, avrebbe detto, che, intanto, decidiamo cosí e vedremo, che cosa dirà la Suprema Corte…. I modi, di “fare giustizia”, possono essere molto varieggiati….

Tornano alla mente le parole di Cicerone (Ad Atticum, I, 2): “Abbiamo i giudici di nostro gradimento e di massimo gradimento l’accusatore”. Aggiungiamo, che Cicerone ha scritto queste parole, nell’anno 65 a. C.

Il detentore dell’animale – privo di qualsiasi misura di custodia e di sorveglianza – avrebbe dovuto essere consapevole del fatto, che il cane potesse causare lesioni a persone; aveva violato l’obbligo della “Verwahrung”, rispettivamente, della “Beaufsichtigung” sancito dal § 1320 ABGB. Evidente era il nesso causale tra violazione e lesioni  personali. Ha osservato, poi, l’OGH, che, in ogni caso, il detentore del cane, per andare esente da responsabilità civile, non aveva adempiuto l’onere della prova – sancito dal § 1320 ABGB. Ha condiviso, l’OGH, la mancata ravvisabilità, da parte del giudice di primo grado, di un concorso di colpa della ricorrente. La sentenza di 2° grado veniva annullata,  con conferma di quella di 1° grado.

 

RFT

I  I §§ 833 e 834 BGB – “Tierhalter e Tieraufseher“ – ``Gefährdungshaftung“

In che modo è disciplinata la responsabilità civile per danni, cagionati da animali dal BGB (Codice civile) della RFT?

È da notare, anzitutto, che il Cod. civ. della RFT, prevede, in due distinti paragrafi, l’”Haftung des Tierhalters” (la responsabilità del detentore dell’animale - § 833 BGB) e l’”Haftung des Tieraufsehers” (la responsabilità di chi ha assunto la sorveglianza di un animale - § 834 BGB).

Prevede il § 833 BGB, che, se un animale causa la morte di una persona o una lesione personale oppure danni a cose, colui che è detentore (“Halter”) dell’animale, è obbligato al risarcimento del danno  in favore del danneggiato.

L’obbligo risarcitorio è escluso, qualora il danno sia stato causato da un animale domestico (“Haustier”), destinato a servire alla professione, all’attività di carattere economico o al sostentamento e se il detentore, nella sorveglianza dell’animale, ha osservato la necessaria diligenza oppure se il danno, si sarebbe verificato, nonostante l’osservanza della stessa.

A proposito del disposto di cui al § 833 BGB, è da osservare, che questa norma contiene una “Gefährdungshaftung” (responsabilità da pericolo – vedasi S. 2).

II  L’animale quale “Gefahrenquelle” – “Nutz- und Luxustiere”

Il legislatore ha riconnesso la responsabilità al fatto, che, colui che, nell’interesse proprio, da origine a una “Gefahrenquelle” (“fonte di pericolo”), deve, in caso di violazione dei diritti altrui, provvedere al risarcimento, trattandosi di un’“objektiven Rechtswidrigkeit” (ved. BGHZ 117, 111). Il dovuto  risarcimento, comprende anche  il “pretium doloris”. Per danni cagionati da animali (S. 2) tenuti per motivi professionali o comunque “zu Erwerbszwecken”, il detentore dell’animale, è responsabile unicamente, se ha violato – colposamente – l”Aufsichtspflicht” (obbligo di sorveglianza). “Sorgfaltsverstoß und Verletzungserfolg”, vengono presunti, ma si tratta di presunzione relativa e non assoluta (per cui è ammessa la prova contraria (“der Halter kann sich exkulpieren”)).

Nel caso previsto da S. 1, per “Tier”, s’intende qualsiasi animale, sia esso mansueto o meno, ma comunque detenuto dall’”Halter”. La “Rechtsverletzung” (violazione del bene giuridico), deve manifestarsi in una “spezifischen Tiergefahr”, in un pericolo specifico promanante dall’animale, in un comportamento irrazionale dello stesso. Sussiste responsabilità del “Tierhalter”, anche se l’animale costituisce un “Verkehrshindernis” (impedimento al traffico, causato, per esempio, da un cane, che è corso sulla strada, dopo aver eluso la sorveglianza del detentore dell’animale o se si è spezzato il guinzaglio, al quale era stato condotto dal detentore), dando origine a un incidente con danni, per esempio, a un’autovettura.

“Tierhalter” (e, quindi responsabile civile), è chi ha la “disponibilità” dell’animale e se ne serve nel proprio interesse e non soltanto temporaneamente. La “disponibiltà” è da distinguere dalla proprietà dell’animale. Non riveste la  qualifica di “Tierhalter”, per esempio, chi ha trovato un cane, ma ha intenzione di restituirlo.

Mentre la 1^ parte del § 833 BGB si riferisce genericamente a un “Tier” (animale), la responsabilità configurata dalla 2^ frase (S. 2), si riferisce all’”Haustier” (animale domestico), di cui il potenziale responsabile è “Halter”. Per “Haustiere”, s’intendono animali mansueti (“zahme”), non invece animali, che sono stati “gezähmt” (addomesticati).

L’animale deve essere destinato a servire all’”Halter” per scopi professionali o comunque di sostentamento (economico). È stato detto, che si tratta di “Nutztiere” (a differenza dei cosiddetti “Luxustiere” (per esempio, cani da compagnia). Sono “Nutztiere”, cani, che servono al pastore o al guardiacaccia)). Decisivo è lo scopo prevalente, per il quale l’animale viene “tenuto” e non l’utilizzazione al momento della causazione del danno a un terzo.

Criteri generali per la valutazione dell’osservanza del dovere di sorveglianza (“Aufsichtspflicht”), sono le “caratteristiche” dell’animale. In ogni caso, l’”Halter” deve far sí, che l’animale non sfugga al proprio controllo (possa “außer Kontrolle geraten”). Se, per esempio, in città, vi è una folla, sarà buona norma, provvedere il cane di museruola, anche se non vi è una disposizione di polizia urbana in tal senso. Inoltre, il detentore di un animale pericoloso, dovrà adottare misure atte a evitare, che minori possano avvicinarvisi.

Come già accennato sopra, la violazione colposa del dovere di vigilanza (“Aufsichtspflicht”) e il nesso causale tra comportamento colposo e violazione del bene giuridico, vengono presunti. La responsabilità può, quindi, essere esclusa, se l’”Halter” prova, di  aver posto in essere le misure normalmente necessarie e, ciò nonostante, per esempio, un cavallo, è corso sulla carreggiata, causando danni a un motocilista, che ivi transitava a velocità non eccessiva. La responsabilità, non è esclusa, se l’”Halter” prova la “mansuetudine” (“Gutmütigkeit”) dell’animale.                     

Un eventuale concorso di colpa del danneggiato, è da valutare ai sensi del § 254, Abs. 1, BGB.

Nei casi di “Gefährdungshaftung” (S. 1 del § 833 BGB), il danneggiato deve provare il danno causato dall’animale nonchè l’”Haltereigenschaft” di chi intende convenire in giudizio.

III  ``Tierhalter“ e “Tieraufseher“

Il BGB prevede, al § 834, a parte, l’“Haftung des Tieraufsehers”. Tieraufseher” è colui che, per contratto, stipulato col “Tierhalter“, assume la sorveglianza dell’animale, divenendo responsabile per il danno cagionato dall’animale a terzi nei modi di cui al  833 BGB.

Esclusa è la responsabilità del “Tieraufseher”, se questi, nella sorveglianza, ha osservato la diligenza necessaria oppure se  il danno si sarebbe verificato nonostante la predetta “Sorgfalt”.

Il citato paragrafo prevede la colpa del “Tieraufseher” in caso di violazione dei propri obblighi, senza distinguere – come il § 833 BGB – tra “Nutz- und Luxustieren”.

Si tratta di una cosiddetta Übernehmerhaftung. Sia la colpa, che la sussistenza del nesso causale, vengono presunti, ma è ammessa la prova contraria. Se una persona assume la custodia di un animale, per fare una mera cortesia a un amico, difetta la “vertragliche Übernahme”.

Presupposto per l’applicabilità del § 834 BGB, è che ‘l’”Aufsicht” (sorveglianza) sia stata assunta contrattualmente, anche se per facta concludentia; è necessario, però, che il contratto abbia piena validità. Tra “Tieraufseher und Tierhalter”, vi è responsabilità solidale

 

Svizzera

I  L’art. 56 dello “Schweizerischen Obligationenrecht”

 “Risponde del danno cagionato da un animale, chi lo tiene“ (“hält“), a meno che non fornisca la prova di aver adottato – nella custodia e nella sorveglianza dell’animale – tutta la diligenza necessaria secondo le circostanze oppure che il danno si sarebbe ugualmente verificato, pur dietro adozione di tutte le misure di cui sopra”.

Questo lo dispone l’art. 56, Abs. 1, dello “Schweizerischen Obligationenrecht” (Diritto obbligazionario elvetico).

È ammesso il regresso del detentore (“Halter”), se l’animale è stato “provocato” (”gereizt”) da altra persona o da un altro animale.

La ratio sottintesa a questa norma, è che animali (anche domestici), non sono sempre “kontrollierbar” (controllabili).

Qualora venga cagionato un danno da un animale, va, preliminarmente, chiarito, nell’”Einflussbereich wessen da Tier stand” (nella cui sfera di influenza l’animale era al momento del verificarsi del fatto dannoso). Soltanto chi aveva nella propria “Obhut” l’animale, può essere in grado di controllarne le “mosse”.

II  “Obhut und Halterschaft”

L’”Obhut”, ai fini della responsabilità civile, non deve essere soltanto temporanea; essa non fa venire meno l’”Halterschaft”. L’affidatario, per esempio, per alcune ore, di un cane, non diventa per ciò stesso, “Halter” di questo animale, ma è “Hilfsperson” (ausiliario). È questo il caso, in cui l’”Hundehalter”, affida il cane alla domestica, affinchè il cane abbia il suo quotidiano “Auslauf” (beninteso, al guinzaglio e con la museruola, ove prescritta dal regolamento di polizia locale).

Criteri diversi, ai fini della ravvisabilità della r. c., valgono, se l’animale è affidato – anche se soltanto per alcuni giorni - a un “Tierheim”, vale a dire a chi – di professione – provvede alla custodia e sorveglianza di animali, mentre il “padrone” è assente per un periodo di ferie.

Va, però, notato, che, qualora all’ausiliario sia imputabile una colpa nella “conduzione” del cane, questi risponde in solido con l’”Halter”.

Responsabilità civile per il “comportamento” di un animale presuppone un atto contra ius, avvenuto senza consenso del danneggiato. È necessario, altresí, che sussista nesso di causalità, tra evento dannoso e comportamento” dell’”Halter”, rispettivamente, dell’ausiliario. Infine, occorre un cosiddetto tierspezifisches Verhalten, vale a dire, un “comportamento” corrispondente all’istinto dell’animale, all’agire irrazionale e imprevedibile dello stesso (per esempio, se un  cavallo sferra un calcio (a una persona o a un altro animale)).

Si è parlato, a proposito della “Tierhaftung” (responsabilità civile per animali) di “Kausalhaftung” nel senso che il legislatore elvetico ha ritenuto, che l’”Halterschaft” di un animale rappresenti, di per sè, un pericolo per la proprietà, per  la vita o la salute di terzi.

III  Prova liberatoria

L’”Entlastungsbeweis” (la prova (liberatoria) – a carico del “Tierhalter” – di aver fatto tutto il possibile per evitare il prodursi del danno e l’imprevedibilità della mossa dell’animale, è difficile da fornire, anche perchè la giurisprudenza elvetica adotta criteri molto rigorosi nel ritenere il “Tierhalter esente da responsabilità; questi deve, in ogni caso, aver agito “vernünftig und umsichtig”. Cosí, per esempio, non esime da responsabilità civile l’”Halter” di un cane (aggressivo), che appone al cancello di entrata, non chiuso a chiave e apribile azionando la maniglia, una targhetta con l’avvertenza: ”Bissiger Hund”; infatti, per chi non conosce la lingua, questa “Warnung” è inutile, per cui l’”Halter” non andrà esente da responsabilità civile in caso di danno causato dall’animale.

La giurisprudenza e la dottrina (prevalente) elvetica ritiene decisivo, ai fini della configurabilità della "Tierhalterschaft”, non soltanto la disponibilita` effettiva dell’animale (“tatsächliche Verfügungsmacht über das Tier”), ma altresí l’interesse “an der Haltung des Tieres”.