Tra i massimi poeti del Novecento, Nobel per la Letteratura nel 1975, fu anche traduttore, filosofo, giornalista, critico letterario e musicale.
Nonostante gli interessi umanistici, si diploma in ragioneria, coltivando da autodidatta la sua passione per la letteratura e la filosofia. Partecipa alla Prima Guerra Mondiale come sottotenente di fanteria (1917-1919).
Legato agli ambienti letterari genovesi, ebbe rapporti con l'ambiente torinese e poi si trasferì a Firenze, dove fu vicino agli intellettuali di Solaria.
Nel 1925 aderì al Manifesto degli intellettuali antifascisti di Benedetto Croce. Quello stesso anno pubblica la sua prima raccolta Ossi di seppia a Torino (ed. definitiva 1931).
Le occasioni, appare per la prima volta nel 1939: il primo nucleo è costituito da La casa dei doganieri e altri versi, 1932; successivamente vi aggiunge anche La bufera e altro, 1956, che include anche i versi di Finisterre, 1943. Codifica definitivamente la sua poetica, densa di simbolismo.
Dopo aver lavorato come traduttore, principlamete dall'inglese, nel 1948 si trasferì a Milano come redattore del Corriere della sera.
Nel 1966 Montale pubblicò i saggi Auto da fé.
Nel 1971 pubblica Satura, dove confluiscono le liriche della raccolta Xenia (1966), dedicata alla morte della moglie Drusilla Tanzi.
Successivamente pubblica Diario del '71 e del '72 (1973), Quaderno di quattro anni (1977) e Altri versi (1981).
Nel 1975 riceve il Premio Nobel per la Letteratura «per la sua poetica distinta che, con grande sensibilità artistica, ha interpretato i valori umani sotto il simbolo di una visione della vita priva di illusioni».
Muore nel 1981 a Milano.
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