Opera Omnia sive Practica Civilis atque Criminalis

Opera Omnia sive Practica Civilis atque Criminalis
Opera Omnia sive Practica Civilis atque Criminalis

Claro Giulio

Stampato da Typografia Baretiana, Venetiis, 1640

In folio | cm 32 x 22

Sono 2 tomi in un vol. di 13 cc-nn. 360 pp. 2 cc-nn.; 716 pp. 46 cc-nn.

Pergamena coeva con dorso a 4 nervi e titolo calligrafato, mancanze al dorso e spellature al piatto superiore.

Opera omnia del celebre giurista Giulio Claro famoso per la sua pratica criminale o Liber Quintus che occupa il II volume, inframezzati tra il primo e il secondo volume con proprio frontespizio ma a numerazione continua Cosilia sive Responsa duo celeberrima Hieronymi Giacharii... quorum Primum syndacatus, alterum vero Monetae Marchisianae materiam complectitur.

Note sull’opera

Macchia al verso del frontespizio, firme al frontespizio, leggeri aloni marginali, sparsi tarletti a poche carte per lo più marginali.

Note sull’autore

Claro Giulio

Insigne criminalista nato ad Alessandria nel 1525 e morto nel 1575. Studiò giurisprudenza a Pavia sotto la guida di Alciati che gli diede esempio di accortezza critica nell’utilizzare le fonti e d’indipendenza rispetto agli interpreti anche più famosi. Laureatosi nel 1550 tornò ad Alessandria ove, per sei anni, si dedicò con successo all’attività di consulente. Nel 1556, Filippo II° di Spagna lo nominò Senatore del Ducato di Milano e Presidente del Magistrato Straordinario delle Acque. Dal 1559 al 1561 fu chiamato come Podestà a Cremona, ove acquistò tanta stima che al termine della carica ebbe la cittadinanza onoraria. In seguito i cremonesi gli eressero anche una statua. Chiamato a Madrid, venne fatto Consigliere e poi, nel 1565, Reggente del Supremo Consiglio d’Italia. Giulio Claro non fu professore, né disperse la sua dottrina in monografie, gli onori di cui godette in vita furono dovuti alla energia e alla intelligenza con cui seppe adempiere alti incarichi, e la sua fama presso i posteri fu tutta affidata alle *sententiae* ed in particolare a quel Libro Quinto a cui dovettero portar rispetto anche i più aspri denigratori della vecchia scuola criminalistica, che pure nel Claro aveva avuto il suo maggiore rappresentante.

[Proposte della Libreria Giuridica Bonfanti di Bonfanti Luigi per i lettori di Filodiritto]