x

x

Votare Sì per dare a tutti il coraggio per percorrere altre tappe

Referendum 2020
Ph. Anuar Arebi / Referendum 2020

Proseguiamo il nostro focus riguardante il Referendum di domenica 20 e lunedì 21 settembre 2020 relativo al “taglio dei parlamentari”.

Ricordiamo il quesito proposto dal Referendum: «Approvate il testo della legge costituzionale concernente “Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari”, approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n.240 del 12 ottobre 2019?»

Analizzeremo, dunque, le ragioni del NO e quelle del SI, attraverso brevi commenti di illustri personalità italiane del mondo giuridico, civile e politico.

Oggi continuiamo il nostro breve excursus con il parere dell’Onorevole Stefano Ceccanti, Professore ordinario di Diritto pubblico comparato presso l’Università Sapienza di Roma.

 

Rispondo Sì al quesito referendario a partire da due criteri.

Il primo è quello di capire se le ragioni che hanno portato a quella scelta nel 1963 sono ancora valide oppure no. Allora il Parlamento nazionale era l’unico livello effettivo di rappresentanza politica generale, sia per l’approvazione di leggi sia come cerniera tra cittadini e istituzioni. Si passava direttamente dalla piccola scala dei Comuni fino a lì, senza niente sopra.

Invece, nel corso dei decenni, abbiamo creato e rafforzato i Consigli regionali ed eleggiamo il Parlamento europeo. La sussidiarietà si è espansa sia sotto sia sopra lo Stato nazionale. Possiamo pensare che essa debba solo creare istituzioni aggiuntive senza toccare quelle che ci sono? Non credo.

Il secondo è quello di capire cosa stanno facendo i Paesi europei che hanno una grandezza analoga alla nostra.

La Francia ha 577 parlamentari eletti per dare la fiducia al Governo, ha visto crescere anch’essa le Regioni oltre che il ruolo dell’Unione europea, e per questo sta pensando di scendere a 404. Il Regno Unito, che ha istituito i Parlamenti regionali in Scozia, Galles e Irlanda del Nord, elegge 650 deputati che danno la fiducia e vuole scendere a 600. In Germania, dove la popolazione è un terzo maggiore della nostra, i seggi fissi dei parlamentari che danno al fiducia al Governo sono 598; per una serie di problemi legati alla legge elettorale ora, alla fine, sono arrivati di fatto ad eleggerne 700 e vogliono mettere un tetto. In Spagna sono eletti e danno la fiducia in 350.

Tutto considerato, quindi, una certa discesa da 945 a 600 rientra in una tendenza generale.

Lo spiega molto bene il prof. Delle Donne della Scuola S. Anna in un bel volume curato dal prof. Rossi per Pisa University Press.

Personalmente credo che l’aggiornamento dovrebbe riguardare anche altro e che il cambiamento dei numeri è solo un piccolo passo. Però il successo del Sì può dare a tutti coraggio per percorrere altre tappe, altrimenti si bloccherebbe tutto.