Achille Campanile: Avvocato Bianchi e Avvocato Neri

Achille Campanile: Avvocato Bianchi e Avvocato Neri
Achille Campanile: Avvocato Bianchi e Avvocato Neri

Bianchi - Me ne vado. Ti prego di non trattenermi, perché non posso restare un minuto di più in una casa dove si trovi questo abominevole leguleio, il quale ha l’anima più nera e orrida della faccia.

Neri (sdegnato) - Sono io che me ne vado, perché non posso vedere senza orrore questo sconcio mozzorecchi. Oggi stesso voglio allontanarmi dalla vostra città e andarmi a nascondere, se mi è dato, in luoghi dove egli non possa più venire a presentarsi ai miei occhi.

Prendono i soprabiti fulminandosi con gli occhi.

Bianchi - Me ne vado.

Neri - Anch’io.

Bianchi - Allora ... (cambiando tono) andiamocene tutti e due. (A Neri) Tu che strada fai?

Neri - Passo per il Corso e tu?

Bianchi - Anch’io.

Neri - Allora possiamo fare la strada insieme.

Si pigliano sottobraccio ed escono conversando amabilmente.

[Achille Campanile, L’inventore del cavallo e altre quindici commedie 1924-1939, Einaudi, 1971, Centocinquanta la gallina canta, pp.16-17]