Anatole France (1844-1924): Il processo crainquebille

Atto secondoLermite - Sì. Le scene del palazzo di giustizia sono molto richieste. Ho venduto questa mattina due avvocati per cento franchi. Guarda, ho il foglio in tasca.Aubarrée - Ti credo senza bisogno che tu lo cavi fuori.

Lermite - Tu hai un bel dire, Aubarrée; ma che il giudici abbiano condannato quel pover’uomo senza prove...

Aubarrée - Senza prove?

Lermite - A dispetto della deposizione del professor Davide Mathieu, e sulla sola testimonianza dell’agente, ciò mi sembra incredibile. Io non ci capisco niente!

Aubarrée - Eppure, è facile a capirsi.

Lermite - Come? Preferire alla parola disinteressata di un uomo di gran merito, di un’alta intelligenza, il raglio di quell’essere ignaro tetro e cocciuto! Credere all’asino piuttosto che allo scienziato: tu trovi naturale questo? Ma è mostruoso. Questo presidente Bourriche è faceto e sinistro.

Aubarrée - Non dire così, Lermite, non dire così. Il presidente Bourriche è un magistrato rispettabile, che ha dato una nuova prova del suo intelletto giuridico.

Lermite - Nel processo Crainquebille?

Aubarrée - Senza dubbio. Opponendo l’una all’altra le deposizioni contraddittorie dell’agente 64 e del professor Davide Mathieu, il giudice si sarebbe cacciato da una via dove non s’incontra che dubbio e incertezza. Il presidente Bourriche è una mente troppo giuridica per I far dipendere le sue sentenze dalla ragione e dalla scienza, le cui conclusioni sono soggette a eterne dispute.

Lermite - Cosicché un giudice deve rinunciare a sapere?

Aubarrée - Sì, ma non deve rinunciare a giudicare. A vero dire, il presidente Bourriche non considera Bastiano Matrà, considera l’agente 64. Un uomo è fallibile, pensa egli: Descartes e Gassendi, Leibnitz e Newton, Claude Bernard e Pasteur si sono ingannati spesso. Ma l’agente 64 non si inganna. E’ un numero. E un numero non è soggetto a errore.

Lermite - Questa è una maniera di ragionare...

Aubarrée - Irrefutabile. Eppoi, c’è un’altra cosa. L’agente 64 è un depositario della forza pubblica. Tutte le spade di uno stato debbono essere rivolte nel medesimo senso. Opponendo le une alle altre...

Lermite - Si turba l’ordine pubblico. Ho capito.

Aubarrée - Infine, se il tribunale giudicasse contro la forza, chi eseguirebbe le sue sentenze? Senza i gendarmi, il giudice non sarebbe che un povero illuso.

[Traduzione di G. Marcellini, tratto dal copione teatrale disponibile sul sito di Gruppo Teatro Tempo: http://www.gttempo.it]

Atto secondoLermite - Sì. Le scene del palazzo di giustizia sono molto richieste. Ho venduto questa mattina due avvocati per cento franchi. Guarda, ho il foglio in tasca.Aubarrée - Ti credo senza bisogno che tu lo cavi fuori.

Lermite - Tu hai un bel dire, Aubarrée; ma che il giudici abbiano condannato quel pover’uomo senza prove...

Aubarrée - Senza prove?

Lermite - A dispetto della deposizione del professor Davide Mathieu, e sulla sola testimonianza dell’agente, ciò mi sembra incredibile. Io non ci capisco niente!

Aubarrée - Eppure, è facile a capirsi.

Lermite - Come? Preferire alla parola disinteressata di un uomo di gran merito, di un’alta intelligenza, il raglio di quell’essere ignaro tetro e cocciuto! Credere all’asino piuttosto che allo scienziato: tu trovi naturale questo? Ma è mostruoso. Questo presidente Bourriche è faceto e sinistro.

Aubarrée - Non dire così, Lermite, non dire così. Il presidente Bourriche è un magistrato rispettabile, che ha dato una nuova prova del suo intelletto giuridico.

Lermite - Nel processo Crainquebille?

Aubarrée - Senza dubbio. Opponendo l’una all’altra le deposizioni contraddittorie dell’agente 64 e del professor Davide Mathieu, il giudice si sarebbe cacciato da una via dove non s’incontra che dubbio e incertezza. Il presidente Bourriche è una mente troppo giuridica per I far dipendere le sue sentenze dalla ragione e dalla scienza, le cui conclusioni sono soggette a eterne dispute.

Lermite - Cosicché un giudice deve rinunciare a sapere?

Aubarrée - Sì, ma non deve rinunciare a giudicare. A vero dire, il presidente Bourriche non considera Bastiano Matrà, considera l’agente 64. Un uomo è fallibile, pensa egli: Descartes e Gassendi, Leibnitz e Newton, Claude Bernard e Pasteur si sono ingannati spesso. Ma l’agente 64 non si inganna. E’ un numero. E un numero non è soggetto a errore.

Lermite - Questa è una maniera di ragionare...

Aubarrée - Irrefutabile. Eppoi, c’è un’altra cosa. L’agente 64 è un depositario della forza pubblica. Tutte le spade di uno stato debbono essere rivolte nel medesimo senso. Opponendo le une alle altre...

Lermite - Si turba l’ordine pubblico. Ho capito.

Aubarrée - Infine, se il tribunale giudicasse contro la forza, chi eseguirebbe le sue sentenze? Senza i gendarmi, il giudice non sarebbe che un povero illuso.

[Traduzione di G. Marcellini, tratto dal copione teatrale disponibile sul sito di Gruppo Teatro Tempo: http://www.gttempo.it]