Le origini della famiglia sono avvolte nel mistero. La documentazione più antica risale agli inizi del Duecento e ci mostra il fondatore della casata, Bonsignore di Bernardo, fra i principali protagonisti dell’accordo, insieme politico ed economico, alla base della costituzione della "Società della dogana del sale di Grosseto".Si trattava di una intesa tra Comune di Siena, il conte Aldobrandeschi signore di Grosseto e grandi mercanti senesi: il conte si impegnava a obbligare gli uomini della sua vasta giurisdizione a vendere tutto il sale da essi prodotto agli otto mercanti, i quali garantivano l’acquisto di qualsiasi quantità, ma a un prezzo fissato, e si incaricavano di commercializzarlo su altre piazze. Il Comune di Siena dal canto suo avrebbe vigilato sull’osservanza dell’accordo. Gli utili sarebbero stati ripartiti in quote paritarie fra i tre contraenti. Senza entrare nei dettagli, basterà dire che il primo anno di esercizio fruttò agli otto mercanti la cifra - considerevole per l’epoca - di 430 lire.
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Verso la metà del duecento Orlando fonda quella che venne definita "la gran Tavola", cioè una compagnia finanziaria dotata di un enorme capitale grazie all’apporto di numerosi imprenditori e società esterne all’originale nucleo familiare dei Bonsignori. Pur non potendo definire l’organismo così creato una holding nel senso moderno, esso comunque è quanto di più vicino a tale concetto sia mai stato concepito e realizzato in tutta la storia
[Andrea Barlucchi, Erano i Rothschild del Duecento, in Medioevo, mensile RCS]
Le origini della famiglia sono avvolte nel mistero. La documentazione più antica risale agli inizi del Duecento e ci mostra il fondatore della casata, Bonsignore di Bernardo, fra i principali protagonisti dell’accordo, insieme politico ed economico, alla base della costituzione della "Società della dogana del sale di Grosseto".Si trattava di una intesa tra Comune di Siena, il conte Aldobrandeschi signore di Grosseto e grandi mercanti senesi: il conte si impegnava a obbligare gli uomini della sua vasta giurisdizione a vendere tutto il sale da essi prodotto agli otto mercanti, i quali garantivano l’acquisto di qualsiasi quantità, ma a un prezzo fissato, e si incaricavano di commercializzarlo su altre piazze. Il Comune di Siena dal canto suo avrebbe vigilato sull’osservanza dell’accordo. Gli utili sarebbero stati ripartiti in quote paritarie fra i tre contraenti. Senza entrare nei dettagli, basterà dire che il primo anno di esercizio fruttò agli otto mercanti la cifra - considerevole per l’epoca - di 430 lire.
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Verso la metà del duecento Orlando fonda quella che venne definita "la gran Tavola", cioè una compagnia finanziaria dotata di un enorme capitale grazie all’apporto di numerosi imprenditori e società esterne all’originale nucleo familiare dei Bonsignori. Pur non potendo definire l’organismo così creato una holding nel senso moderno, esso comunque è quanto di più vicino a tale concetto sia mai stato concepito e realizzato in tutta la storia
[Andrea Barlucchi, Erano i Rothschild del Duecento, in Medioevo, mensile RCS]