x

x

Anoressia e bulimia: il nuovo reato di istigazione

Sfumature
Ph. Cinzia Falcinelli / Sfumature

Anoressia, bulimia e i disturbi alimentari in Italia coinvolgono tre milioni di persone, l’esame della proposta che intende introdurre il reato di istigazione all’anoressia nervosa e alla bulimia nervosa, articolo 580bis del c.p.

 

Il 2 dicembre è stato pubblicato il progetto di legge che reca: Disposizioni in materia di prevenzione, diagnosi e cura dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione e introduzione dell’articolo 580-bis del codice penale in materia di istigazione all’anoressia e alla bulimia.

 

Anoressia e bulimia la nuova proposta di legge

La proposta di legge presenta disposizioni in materia di prevenzione, diagnosi e cura dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione. Secondo la definizione datane dal Ministero della salute, nel documento “Percorso lilla in pronto soccorso”, revisione 2020, le patologie in esame sono “sindromi psichiatriche che determinano un alterato consumo di cibo e che danneggiano significativamente la salute fisica e il funzionamento psicosociale”.

 

Anoressia e bulimia: sintomi e caratteristiche

Caratteristiche ricorrenti di tali sindromi sono l’ambivalenza nei confronti del trattamento di cure, la scarsa consapevolezza della malattia e la sottovalutazione della gravità dei sintomi clinici, anche in presenza di eventi acuti.

Nell’ambito dei disturbi in oggetto, l’anoressia nervosa è sicuramente la malattia più nota e dai risvolti maggiormente drammatici. Essa è caratterizzata dal rifiuto di cibo da parte del malato, al quale si associa generalmente un’alterazione dell’immagine corporea in senso peggiorativo, un’intensa paura di ingrassare e, come conseguenza diretta, una significativa e pericolosa diminuzione di peso. Se non trattata adeguatamente, l’anoressia può diventare una condizione permanente e compromettere la funzionalità di molti organi e apparati, fino a portare al decesso nei casi più severi.

Le testimonianze delle persone che sono riuscite a superare la malattia si riferiscono ad essa come ad un “mostro” terribile, capace di insinuarsi nell’anima ed erodere il senso stesso della vita.

In molti casi, i pazienti anoressici sviluppano comportamenti riconducibili alla bulimia, la quale costituisce a sua volta una malattia differente, anch’essa ricompresa tra i disturbi della nutrizione e dell’alimentazione. La bulimia, in particolare, si caratterizza per l’ingestione di una quantità eccessiva di cibo in un arco temporale molto ristretto, seguita da una fase di autopunizione, attuata mediante l’induzione del vomito o l’ingestione di lassativi. Nei soggetti affetti da questi disturbi si osservano, quindi, periodi di digiuno alternati a momenti di perdita del controllo che fanno sprofondare il paziente in una spirale di sofferenza con effetti devastanti sulla sua salute fisica e mentale.

 

Anoressia e bulimia e gli altri disturbi dell’alimentazione

In aggiunta all’anoressia e alla bulimia, i disturbi della nutrizione e dell’alimentazione comprendono altre patologie, tra le quali si citano di seguito, senza pretesa di esaustività: il disturbo da binge-eating, il disturbo evitante e restrittivo dell’assunzione di cibo, il picacismo o pica e altri disturbi della nutrizione o dell’alimentazione con specificazione e senza specificazione.

 

Anoressia e bulimia: dati statistici

Complessivamente, in Italia, si stima che vi siano circa tre milioni di persone affette da disturbi del comportamento alimentare, di cui il 95,9 per cento sono donne e il 4,1 per cento uomini.

I numeri, peraltro, sono orientativi e variano in maniera significativa a seconda delle popolazioni specifiche e delle fasce di età prese a riferimento.

 

Anoressia e bulimia e il Covid-19

Tale quadro, già di per sé preoccupante, si è aggravato notevolmente con l’avvento della pandemia di COVID-19. Le nuove dinamiche sociali e l’applicazione delle misure di contenimento hanno infatti comportato un aumento dei casi e un peggioramento di quelli preesistenti. Secondo i dati forniti dall’Associazione italiana di dietetica e nutrizione clinica, in particolare, le diagnosi legate ai disturbi alimentari hanno subito un’impennata vertiginosa nelle more della pandemia, aumentando del 30 per cento solamente nel periodo febbraio 2020-febbraio 2021.

Il rischio di ricadute, nuove diagnosi o peggioramento della malattia è stato evidenziato anche nell’approfondimento dal titolo “Disturbi dell’alimentazione e COVID 19”, pubblicato nel sito istituzionale del l’Istituto superiore di sanità (LINK).

Il documento ha richiamato l’attenzione sui principali fattori di rischio innescati dalla pandemia di COVID-19, individuandoli, in particolare, nell’isolamento, nella paura del contagio, nella permanenza per lunghi periodi di tempo in casa, nello stress di non poter uscire e intrattenere rapporti sociali.

Queste limitazioni hanno avuto un legame diretto con la crescita esponenziale delle diagnosi e con la perdita del controllo degli impulsi. Non vanno, poi, sottovalutati i fattori sociali, ambientali e culturali che hanno contribuito, negli anni, a radicare questi disturbi tra i giovani. C’è un forte collegamento anche con i moderni strumenti di comunicazione e con i social network, i quali non pongono un filtro tra chi scrive e chi legge, rendendo di conseguenza immediata l’influenza sulla mente dei giovani.

 

Anoressia e bulimia e i siti killer

Esempi di utilizzo distorto di tali strumenti sono senza dubbio i siti “ProAna” (cioè a favore dell’anoressia) o “ProMia” (cioè a favore della bulimia); spazi virtuali che inneggiano direttamente o indirettamente all’anoressia o alla bulimia, mettendo a disposizione dei ragazzi più vulnerabili, che cercano informazioni in rete, delle vere e proprie guide per ottenere la magrezza desiderata, inclusi metodi per diminuire la fame, indurre il vomito o nascondere la situazione ai familiari e agli amici.

L’insieme di questi fattori ha reso i disturbi in esame un rilevante problema di salute pubblica che deve essere contrastato su più fronti con misure efficaci, strutturali e concrete.

 

Anoressia e bulimia: l’esame della proposta di legge

In tale ottica, l’articolo 1 della proposta di legge prevede, innanzitutto, l’inclusione dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione all’interno dei livelli essenziali di assistenza (LEA). Ciò al fine di garantire una presa in carico tempestiva dei pazienti che ne soffrono, in condizioni di uniformità su tutto il territorio nazionale.

Il riconoscimento e l’inserimento di questi disturbi nei LEA contribuirà, d’altro canto, a dare un segnale a livello sociale e culturale, conferendo la giusta centralità a un problema crescente che per troppi anni è stato declassato, sottovalutato e messo in secondo piano, con gli effetti negativi che purtroppo riscontriamo in termini di maggiore incidenza, aggravamento e diffusione dei disturbi medesimi.

L’articolo 2 introduce nel codice penale il reato di istigazione all’anoressia nervosa e alla bulimia nervosa, allo scopo di contrastare le pratiche e gli spazi virtuali di cui si è dato conto in precedenza.

L’articolo 3 prevede che il Ministro dell’istruzione, di concerto con il Ministro della salute, adotti linee di orientamento per la prevenzione dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione nelle scuole.

L’articolo 4 istituisce la giornata nazionale contro i disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, conferendo rango normativo alla direttiva del Presidente del Consiglio dei ministri 8 maggio 2018, che già prevede questa celebrazione per il giorno 15 marzo di ogni anno.

La proposta ha lo scopo di portare alla ribalta e provare a trovare dei rimedi per milioni di persone direttamente o indirettamente coinvolte, pensiamo ai familiari delle persone che soffrono di problematiche alimentari.