Athos Vianelli: Accursio

Una di queste tipiche eccezioni è senz’altro Accursio, di cui nell’ottobre 1963 si è celebrato solennemente, alla presenza del Presidente della Repubblica, il VII centenario della morte con grande concorso di studiosi da ogni parte d’Italia e d’Europa.Accursio venne a Bologna da Impruneta in Toscana al principio del 1200 e qui rimase per tutta la vita, morendo probabilmente nei primi mesi del 1263. Durante il soggiorno di Accursio a Bologna l’evoluzione dell’età comunale stava svolgendosi in pieno, e, parallelamente, si stava organizzando sempre meglio lo Studio secondo impostazioni particolarmente importanti, come quella della sua istituzione in corporazione studentesca che raccoglieva le varie università degli scolari, (universitas alla latina, associazione); cioè gli stessi studenti gestivano ed amministravano lo Studio e gli insegnanti erano semplicemente dei prestatori d’opera che venivano regolarmente retribuiti dagli studenti per il loro lavoro di cui, fra l’altro, veniva vagliata anche la qualità. Gli studenti erano, in effetti, i veri padroni dello Studio.

In questo ambiente pieno di fermenti nuovi Accursio fu colui che ultimò e compendiò l’opera di altissima civiltà già incominciata da Irnerio e continuata da Bulgaro e da Azone; egli infatti, durante i quarant’anni del suo insegnamento, redasse e raccolse quasi centomila «glosse» al Corpo del diritto giustinianeo, compiendo un lavoro di unificazione e di coordinamento tanto importante che da allora i giureconsulti si basarono più sul lavoro di Accursio che sullo stesso Corpo giustinianeo.

La fama e il credito di questo grande maestro furono grandissimi e gli procurarono enormi ricchezze e una casa, magnifica per quei tempi, la quale si trovava dove è ora il palazzo comunale di Bologna e, precisamente, nella parte dell’edificio ove sorge la torre dell’orologio; egli ebbe anche una villa signorile e molti terreni alla Riccardina, nel territorio di Budrio.

Dopo circa quarant’anni d’insegnamento presso lo Studio di Bologna, Accursio morì all’età di 78 anni e fu sepolto con grandissimi onori in una tomba monumentale costruita presso l’abside della chiesa di San Francesco; insieme a lui fu successivamente sepolto il figlio Francesco che acquistò anch’egli molta fama per la sua dottrina giuridica.

Ancor oggi si può notare, passando per la piazza Malpighi, il caratteristico sepolcro degli Accursio formato da un’alta cuspide La sostenuta da snelle colonnine di marmo; accanto ad esso, con motivi architettonici che ne ripetono le strutture, sono la tomba di Odofredo, altro grande glossatore di cui parleremo più innanzi, e del giurista Rolandino dei Romanzi.

[Athos Vianelli, Profili di bolognesi illustri, Tamari Editori, Bologna, 1967]

Una di queste tipiche eccezioni è senz’altro Accursio, di cui nell’ottobre 1963 si è celebrato solennemente, alla presenza del Presidente della Repubblica, il VII centenario della morte con grande concorso di studiosi da ogni parte d’Italia e d’Europa.Accursio venne a Bologna da Impruneta in Toscana al principio del 1200 e qui rimase per tutta la vita, morendo probabilmente nei primi mesi del 1263. Durante il soggiorno di Accursio a Bologna l’evoluzione dell’età comunale stava svolgendosi in pieno, e, parallelamente, si stava organizzando sempre meglio lo Studio secondo impostazioni particolarmente importanti, come quella della sua istituzione in corporazione studentesca che raccoglieva le varie università degli scolari, (universitas alla latina, associazione); cioè gli stessi studenti gestivano ed amministravano lo Studio e gli insegnanti erano semplicemente dei prestatori d’opera che venivano regolarmente retribuiti dagli studenti per il loro lavoro di cui, fra l’altro, veniva vagliata anche la qualità. Gli studenti erano, in effetti, i veri padroni dello Studio.

In questo ambiente pieno di fermenti nuovi Accursio fu colui che ultimò e compendiò l’opera di altissima civiltà già incominciata da Irnerio e continuata da Bulgaro e da Azone; egli infatti, durante i quarant’anni del suo insegnamento, redasse e raccolse quasi centomila «glosse» al Corpo del diritto giustinianeo, compiendo un lavoro di unificazione e di coordinamento tanto importante che da allora i giureconsulti si basarono più sul lavoro di Accursio che sullo stesso Corpo giustinianeo.

La fama e il credito di questo grande maestro furono grandissimi e gli procurarono enormi ricchezze e una casa, magnifica per quei tempi, la quale si trovava dove è ora il palazzo comunale di Bologna e, precisamente, nella parte dell’edificio ove sorge la torre dell’orologio; egli ebbe anche una villa signorile e molti terreni alla Riccardina, nel territorio di Budrio.

Dopo circa quarant’anni d’insegnamento presso lo Studio di Bologna, Accursio morì all’età di 78 anni e fu sepolto con grandissimi onori in una tomba monumentale costruita presso l’abside della chiesa di San Francesco; insieme a lui fu successivamente sepolto il figlio Francesco che acquistò anch’egli molta fama per la sua dottrina giuridica.

Ancor oggi si può notare, passando per la piazza Malpighi, il caratteristico sepolcro degli Accursio formato da un’alta cuspide La sostenuta da snelle colonnine di marmo; accanto ad esso, con motivi architettonici che ne ripetono le strutture, sono la tomba di Odofredo, altro grande glossatore di cui parleremo più innanzi, e del giurista Rolandino dei Romanzi.

[Athos Vianelli, Profili di bolognesi illustri, Tamari Editori, Bologna, 1967]