Benjamin Constant (1767-1830) RIFLESSIONI SULLE COSTITUZIONI E LE GARANZIE

La durata di una costituzione è meglio garantita quando è costretta nei suoi limiti naturali e non quando riposa sull’appoggio ingannatore di una venerazione superstiziosa. A sentire tutti i nostri architetti di costituzioni, si sarebbe detto che l’attaccamento e l’entusiasmo fossero delle proprietà trasmissibili, appartenenti di diritto alla costituzione del momento. Queste dimostrazioni di rispetto per l’insieme di una costituzione nuova e poco conosciuta, perché non ha ancora subìto la prova dell’esperienza, sono atti di ipocrisia o perlomeno di affettazione. Esse hanno gli inconvenienti che derivano dall’assenza di precisione e di verità. Il popolo può credervi o non credervi. Se vi crede, considera la costituzione come un tutto indivisibile, e, quando gli inconvenienti occasionati dai difetti di questa costituzione lo toccano, se ne distacca e la prende in odio. Se al contrario il popolo non crede alla venerazione che si professa, si abitua a sospettare di doppio gioco i suoi capi e mette in dubbio tutto ciò che gli dicono.

[Ideazione Editrice, Roma, 1999, p.179]