Christopher Marlowe (1564-1593) LA TRAGICA STORIA DEL DOTTOR FAUSTO
FAUSTO. Dimmi, questo spettacolo che significa?
MEFISTOFELE. Niente, Fausto, volevo divertirti
e mostrarti il potere della magia.
FAUSTO. E ora posso evocare anch’io gli spiriti?
MEFISTOFELE. Sì, Fausto, e fare cose più notevoli.
FAUSTO. È quel che basta per pagare mille anime.
Ecco la pergamena, Mefistofele,
per la quale ti dono anima e corpo;
ma con la condizione che tu eseguisca
ognuno degli articoli prescritti.
MEFISTOFELE. Fausto, ti giuro per l’inferno e Lucifero
che adempirò tutte le mie promesse.
FAUSTO. Allora fammi leggere.
" Con le seguenti condizioni: Primo, che Fausto possa diventare uno spirito, sia nella forma che nella sostanza. Secondo, che Mefistofele sarà il suo servitore e ubbidirà ai suoi ordini. Terzo, che Mefistofele farà per lui, e gli procurerà, qualunque cosa. Quarto, che nella sua camera o abitazione Mefistofele sarà invisibile. Infine, che egli accorrerà presso il suddetto dottor Johannes Faustus, in qualunque momento, aspetto o forma che gli sia richiesta. lo, Johannes Faustus, di Wittemberg, Dottore, per la presente cedo il corpo e l’anima a Lucifero principe dell’Oriente, e al suo ministro Mefistofele; e inoltre concedo loro, purché trascorsi ventiquattro anni senza violazione dei precedenti articoli, il pieno potere di prendere o portare via il suddetto Johannes Faustus, corpo e anima, carne, sangue e beni, nella loro dimora, ovunque essa si trovi. Firmato, Johannes Faustus ".
MEFISTOFELE. Dì, Fausto: riconosci questo colltratto?
FAUSTO. Sì, prendilo e che il diavolo te lo paghi!
MEFISTOFELE. Adesso, Fausto, chiedi quel che vuoi.
FAUSTO. Prima, qualche domanda sull’inferno.
Dov’è il luogo che gli uomini chiamano inferno?
MEFISTOFELE. Sotto il cielo.
FAUSTO. Lo so, ma in qual posto?
MEFISTOFELE. Entro le viscere di questi elementi,
dove siamo per sempre torturati;
l’inferno non ha limiti, non è racchiuso
in alcun luogo: inferno è dove siamo,
e dove è inferno, dobbiamo stare sempre:
e infine, quando il mondo verrà sciolto
e ogni creatura purificata
diverrà inferno ciò che non è cielo.
FAUSTO. Macché! Per me l’inferno è una favola.
MEFISTOFELE. Poi lo vedrai, e cambierai idea.
FAUSTO. Perché? Tu credi che sarò dannato?
MEFISTOFELE. Ma certamente: ecco la pergamena
dove hai ceduto l’anima a Lucifero.
FAUSTO. Sì, e anche il corpo; ma questo che importa?
Credi che sono così sciocco da credere
che dopo questa vita si può soffrire?
Va’, sono frottole e storie da donnette.
MEFISTOFELE. E io, Fausto, non dimostro il contrario,
che fui dannato, e ora sono in inferno?
FAUSTO. Come, in inferno! Se questo è l’inferno,
non mi preoccupa di esserci condannato.
Come! Discutere, camminare, eccetera!
Ma, cambiando discorso: voglio una moglie,
la più bella ragazza di Germania;
perché sono lascivo e licenzioso,
e non so vivere senza una moglie.
MEFISTOFELE. Come! Una moglie!
Ti prego, Fausto, non parlare di mogli.
FAUSTO. Andiamo, buon Mefistofele, portamene una, la
voglio davvero.
MEFISTOFELE. Ne vuoi una? Va bene, aspetta che ti porterò una moglie, per tutti i diavoli! (Esce)
[Teatro completo, a cura di J. Rodolfo Wilcock, Adelphi Edizioni S.p.a., Milano, 2002, pp.447-448]
rna Mefistofele con alcuni diavoli, cile offrono a Fausto corone e ricchi abiti, ballano, poi escono.FAUSTO. Dimmi, questo spettacolo che significa?
MEFISTOFELE. Niente, Fausto, volevo divertirti
e mostrarti il potere della magia.
FAUSTO. E ora posso evocare anch’io gli spiriti?
MEFISTOFELE. Sì, Fausto, e fare cose più notevoli.
FAUSTO. È quel che basta per pagare mille anime.
Ecco la pergamena, Mefistofele,
per la quale ti dono anima e corpo;
ma con la condizione che tu eseguisca
ognuno degli articoli prescritti.
MEFISTOFELE. Fausto, ti giuro per l’inferno e Lucifero
che adempirò tutte le mie promesse.
FAUSTO. Allora fammi leggere.
" Con le seguenti condizioni: Primo, che Fausto possa diventare uno spirito, sia nella forma che nella sostanza. Secondo, che Mefistofele sarà il suo servitore e ubbidirà ai suoi ordini. Terzo, che Mefistofele farà per lui, e gli procurerà, qualunque cosa. Quarto, che nella sua camera o abitazione Mefistofele sarà invisibile. Infine, che egli accorrerà presso il suddetto dottor Johannes Faustus, in qualunque momento, aspetto o forma che gli sia richiesta. lo, Johannes Faustus, di Wittemberg, Dottore, per la presente cedo il corpo e l’anima a Lucifero principe dell’Oriente, e al suo ministro Mefistofele; e inoltre concedo loro, purché trascorsi ventiquattro anni senza violazione dei precedenti articoli, il pieno potere di prendere o portare via il suddetto Johannes Faustus, corpo e anima, carne, sangue e beni, nella loro dimora, ovunque essa si trovi. Firmato, Johannes Faustus ".
MEFISTOFELE. Dì, Fausto: riconosci questo colltratto?
FAUSTO. Sì, prendilo e che il diavolo te lo paghi!
MEFISTOFELE. Adesso, Fausto, chiedi quel che vuoi.
FAUSTO. Prima, qualche domanda sull’inferno.
Dov’è il luogo che gli uomini chiamano inferno?
MEFISTOFELE. Sotto il cielo.
FAUSTO. Lo so, ma in qual posto?
MEFISTOFELE. Entro le viscere di questi elementi,
dove siamo per sempre torturati;
l’inferno non ha limiti, non è racchiuso
in alcun luogo: inferno è dove siamo,
e dove è inferno, dobbiamo stare sempre:
e infine, quando il mondo verrà sciolto
e ogni creatura purificata
diverrà inferno ciò che non è cielo.
FAUSTO. Macché! Per me l’inferno è una favola.
MEFISTOFELE. Poi lo vedrai, e cambierai idea.
FAUSTO. Perché? Tu credi che sarò dannato?
MEFISTOFELE. Ma certamente: ecco la pergamena
dove hai ceduto l’anima a Lucifero.
FAUSTO. Sì, e anche il corpo; ma questo che importa?
Credi che sono così sciocco da credere
che dopo questa vita si può soffrire?
Va’, sono frottole e storie da donnette.
MEFISTOFELE. E io, Fausto, non dimostro il contrario,
che fui dannato, e ora sono in inferno?
FAUSTO. Come, in inferno! Se questo è l’inferno,
non mi preoccupa di esserci condannato.
Come! Discutere, camminare, eccetera!
Ma, cambiando discorso: voglio una moglie,
la più bella ragazza di Germania;
perché sono lascivo e licenzioso,
e non so vivere senza una moglie.
MEFISTOFELE. Come! Una moglie!
Ti prego, Fausto, non parlare di mogli.
FAUSTO. Andiamo, buon Mefistofele, portamene una, la
voglio davvero.
MEFISTOFELE. Ne vuoi una? Va bene, aspetta che ti porterò una moglie, per tutti i diavoli! (Esce)
[Teatro completo, a cura di J. Rodolfo Wilcock, Adelphi Edizioni S.p.a., Milano, 2002, pp.447-448]