Christopher Marlowe (1564 - 1593) L'EBREO DI MALTA

Atto I

Entrano Barabba e tre Ebrei.

PRIMO CAVALIERE. Sapete bene quel che dovete dire?

FERNESE. Sì, certamente. Venite qua, Giudei.

L’imperatore turco ci ha mandato

suo figlio, il grande Selim Calimat,

a esigere i dieci anni di tributo

non pagato; e questo ci preoccupa.

BARABBA. Allora, buon signore, per darvi pace

fareste bene a pagare il tributo.

FERNESE. Piano, Barabba! Non è così facile.

La taglia calcolata di dieci anni

ormai eccede le nostre risorse

esaurite per colpa delle guerre;

e dunque dobbiamo chiedere il vostro aiuto.

BARABBA. Ahimè, signore! Non siamo soldati,

per combattere un principe così potente!

PRIMO CAVALIERE. Sappiamo, ebreo, che non sei soldato:

sei un mercante, e un uomo danaroso;

è il tuo denaro che vogliamo, Barabba.

BARABBA. Signore! il mio denaro!

FERNESE. Tuo e degli altri.

Insomma, voi ce lo dovete dare.

PRIMO EBREO. Ahimè, noi siamo quasi tutti poveri!

FERNESE. Che i ricchi allora paghino di più.

BARABBA. Quello è un vostro tributo; siamo stranieri.

SECONDO CAVALIERE. Non è forse tra noi che vi arricchite?

Dunque pagate il tributo con noi.

BARABBA. Come gli altri?

FERNESE. No, ebreo: come infedeli.

Sì: perché tolleriamo le vostre vite

odiose agli occhi del Cielo e maledette,

siamo puniti con taglie e piaghe simili,

e perciò abbiamo deciso così.

Leggi gli articoli dei nostri decreti.

UFFICIALE (legge). Primo: l’intero ammontare del tributo

ai Turchi verrà raccolto tra gli Ebrei, e ciascuno di

loro dovrà contribuire con la metà della propria fortuna.

BARABBA (a parte). La metà! Non vuoi dire della mia!

FERNESE. Avanti, leggi.

UFFICIALE. Secondo: se qualcuno si rifiuta di pagare,

dovrà farsi immediatamente cristiano.

BARABBA (a parte). Cristiano! Diavolo, qui che conviene fare?

UFFICIALE. Infine, colui che rifiuterà anche questo,

perderà assolutamente tutto quel che possiede.

TRE EBREI. O signore, vi diamo la metà!

BARABBA. Mostri d’argilla infame, non siete Ebrei!

Così vilmente vi sottomettete

cedendo al loro arbitrio i vostri beni?

FERNESE. Dunque, Barabba, ti vuoi convertire?

BARABBA. No, non voglio essere un convertito.

FERNESE. Allora paga la tua metà.

BARABBA. La metà! ma sapete quel che dite?

L’equivalente di un’intera città!

FERNESE. Il decreto prevede la metà:

o la pagate, o vi prendiamo tutto.

BARABBA. Corpo di Dio!l Sì, vi do la metà;

fate con me come coi miei fratelli.

FERNESE. No, perché hai rifiutato i nostri articoli,

e ormai non puoi tornare indietro.

BARABBA. Volete dunque rubarmi i miei beni?

La vostra fede è basata sul furto?

FERNESE. No: confischiamo te in particolare

per salvare una folla dalla rovina;

meglio che il singolo soffra per i molti

e non che molti soffrano per il singolo.

Ma non verrai deportato, Barabba:

qui in Malta dove hai fatto i tuoi denari

rimani, e se ti riesce, fanne ancora.

BARABBA. Che posso, e come, far moltiplicare?

O Cristiani, dal nulla, che si cava?

PRIMO CAVALIERE. Dal nulla un giorno sei giunto

all’agiatezza, dal poco al molto, e dal molto al moltissimo;

se ora ti schiaccia la tua maledizione

e ti fa povero e deriso da tutti,

è il tuo peccato inerente, non noi.

BARABBA. Ah, la Bibbia giustifica i vostri torti?

Ora i sermoni si usano per depredare.

Ci sono Ebrei cattivi quanto un cristiano;

ma anche se la tribù da cui discendo

fosse dannata in blocco perché ha peccato

dovrei scontare la loro trasgressione?

L’uomo che agisce giustamente, vivrà;

e chi di voi può dirmi che ho agito male?

FERNESE. Fuori, Barabba sciagurato!

Non ti vergogni di giustificarti,

quando tutti sappiamo il tuo mestiere?

Se tu ti fidi della tua rettitudine,

abbi pazienza e diventerai ricco.

Troppa ricchezza è causa di avarizia;

e l’avarizia è un peccato mostruoso!

BARABBA. Peggio è rubare! Niente confische, allora,

perché ciò è un furto, e se mi derubate,

dovrò rubare anch’io, e più di voi.

PRIMO CAVALIERE. Lasciatelo sbraitare, egregio priore.

Quello ha un palazzo, facciamone un convento.

ci sarà posto per tante sante monache.

FERNESE. Così sarà.

[Teatro completo, a cura di J. Rodolfo Wilcock, Adelphi Edizioni S.p.a., Milano, 2002, pp.226-228] Atto I

Entrano Barabba e tre Ebrei.

PRIMO CAVALIERE. Sapete bene quel che dovete dire?

FERNESE. Sì, certamente. Venite qua, Giudei.

L’imperatore turco ci ha mandato

suo figlio, il grande Selim Calimat,

a esigere i dieci anni di tributo

non pagato; e questo ci preoccupa.

BARABBA. Allora, buon signore, per darvi pace

fareste bene a pagare il tributo.

FERNESE. Piano, Barabba! Non è così facile.

La taglia calcolata di dieci anni

ormai eccede le nostre risorse

esaurite per colpa delle guerre;

e dunque dobbiamo chiedere il vostro aiuto.

BARABBA. Ahimè, signore! Non siamo soldati,

per combattere un principe così potente!

PRIMO CAVALIERE. Sappiamo, ebreo, che non sei soldato:

sei un mercante, e un uomo danaroso;

è il tuo denaro che vogliamo, Barabba.

BARABBA. Signore! il mio denaro!

FERNESE. Tuo e degli altri.

Insomma, voi ce lo dovete dare.

PRIMO EBREO. Ahimè, noi siamo quasi tutti poveri!

FERNESE. Che i ricchi allora paghino di più.

BARABBA. Quello è un vostro tributo; siamo stranieri.

SECONDO CAVALIERE. Non è forse tra noi che vi arricchite?

Dunque pagate il tributo con noi.

BARABBA. Come gli altri?

FERNESE. No, ebreo: come infedeli.

Sì: perché tolleriamo le vostre vite

odiose agli occhi del Cielo e maledette,

siamo puniti con taglie e piaghe simili,

e perciò abbiamo deciso così.

Leggi gli articoli dei nostri decreti.

UFFICIALE (legge). Primo: l’intero ammontare del tributo

ai Turchi verrà raccolto tra gli Ebrei, e ciascuno di

loro dovrà contribuire con la metà della propria fortuna.

BARABBA (a parte). La metà! Non vuoi dire della mia!

FERNESE. Avanti, leggi.

UFFICIALE. Secondo: se qualcuno si rifiuta di pagare,

dovrà farsi immediatamente cristiano.

BARABBA (a parte). Cristiano! Diavolo, qui che conviene fare?

UFFICIALE. Infine, colui che rifiuterà anche questo,

perderà assolutamente tutto quel che possiede.

TRE EBREI. O signore, vi diamo la metà!

BARABBA. Mostri d’argilla infame, non siete Ebrei!

Così vilmente vi sottomettete

cedendo al loro arbitrio i vostri beni?

FERNESE. Dunque, Barabba, ti vuoi convertire?

BARABBA. No, non voglio essere un convertito.

FERNESE. Allora paga la tua metà.

BARABBA. La metà! ma sapete quel che dite?

L’equivalente di un’intera città!

FERNESE. Il decreto prevede la metà:

o la pagate, o vi prendiamo tutto.

BARABBA. Corpo di Dio!l Sì, vi do la metà;

fate con me come coi miei fratelli.

FERNESE. No, perché hai rifiutato i nostri articoli,

e ormai non puoi tornare indietro.

BARABBA. Volete dunque rubarmi i miei beni?

La vostra fede è basata sul furto?

FERNESE. No: confischiamo te in particolare

per salvare una folla dalla rovina;

meglio che il singolo soffra per i molti

e non che molti soffrano per il singolo.

Ma non verrai deportato, Barabba:

qui in Malta dove hai fatto i tuoi denari

rimani, e se ti riesce, fanne ancora.

BARABBA. Che posso, e come, far moltiplicare?

O Cristiani, dal nulla, che si cava?

PRIMO CAVALIERE. Dal nulla un giorno sei giunto

all’agiatezza, dal poco al molto, e dal molto al moltissimo;

se ora ti schiaccia la tua maledizione

e ti fa povero e deriso da tutti,

è il tuo peccato inerente, non noi.

BARABBA. Ah, la Bibbia giustifica i vostri torti?

Ora i sermoni si usano per depredare.

Ci sono Ebrei cattivi quanto un cristiano;

ma anche se la tribù da cui discendo

fosse dannata in blocco perché ha peccato

dovrei scontare la loro trasgressione?

L’uomo che agisce giustamente, vivrà;

e chi di voi può dirmi che ho agito male?

FERNESE. Fuori, Barabba sciagurato!

Non ti vergogni di giustificarti,

quando tutti sappiamo il tuo mestiere?

Se tu ti fidi della tua rettitudine,

abbi pazienza e diventerai ricco.

Troppa ricchezza è causa di avarizia;

e l’avarizia è un peccato mostruoso!

BARABBA. Peggio è rubare! Niente confische, allora,

perché ciò è un furto, e se mi derubate,

dovrò rubare anch’io, e più di voi.

PRIMO CAVALIERE. Lasciatelo sbraitare, egregio priore.

Quello ha un palazzo, facciamone un convento.

ci sarà posto per tante sante monache.

FERNESE. Così sarà.

[Teatro completo, a cura di J. Rodolfo Wilcock, Adelphi Edizioni S.p.a., Milano, 2002, pp.226-228]