Edmund Burke (1729-1797) DIFESA DELLA SOCIETÀ NATURALE

Avrete notato, nella mia ricerca, la differenza sostanziale che c’è tra il mio modo di ragionare e quello dei sostenitori della società artificiale. Questi elaborano progetti per un certo tipo di governo degli uomini sulla base di ciò che immaginano essere preferibile. Io porto alla luce i difetti di quei progetti ricavandoli dalle conseguenze che sappiamo esserne derivate. Essi hanno fatto appello alla ragione perché combattesse contro se stessa, ed hanno messo in campo tutta la sua forza per dimostrare che essa non è in grado di guidare la vita umana. Disgraziatamente per noi, più ci siamo allontanati dalle semplici regole di natura, più abbiamo aumentato la stoltezza e le miserie degli uomini. Più ci addentriamo nei labirinti dell’arte, più ci allontaniamo da quei fini che volevamo raggiungere con l’entrare in essi. Ciò si è verificato in ogni tipo di società artificiale, e in tutti i tempi. Abbiamo scoperto, o pensiamo di aver scoperto, gli svantaggi che ci sono quando ogni uomo è giudice della propria causa. Pertanto, sono stati istituiti dei giudici, dapprima con poteri discrezionali. Ma si scoprì presto che era una vera e propria schiavitù il fatto che le nostre vite e i nostri averi fossero insicuri e che dovessero dipendere dalle decisioni arbitrarie di una o più persone.[Liberilibri, Macerata, 2007, pp. 42-43]

Avrete notato, nella mia ricerca, la differenza sostanziale che c’è tra il mio modo di ragionare e quello dei sostenitori della società artificiale. Questi elaborano progetti per un certo tipo di governo degli uomini sulla base di ciò che immaginano essere preferibile. Io porto alla luce i difetti di quei progetti ricavandoli dalle conseguenze che sappiamo esserne derivate. Essi hanno fatto appello alla ragione perché combattesse contro se stessa, ed hanno messo in campo tutta la sua forza per dimostrare che essa non è in grado di guidare la vita umana. Disgraziatamente per noi, più ci siamo allontanati dalle semplici regole di natura, più abbiamo aumentato la stoltezza e le miserie degli uomini. Più ci addentriamo nei labirinti dell’arte, più ci allontaniamo da quei fini che volevamo raggiungere con l’entrare in essi. Ciò si è verificato in ogni tipo di società artificiale, e in tutti i tempi. Abbiamo scoperto, o pensiamo di aver scoperto, gli svantaggi che ci sono quando ogni uomo è giudice della propria causa. Pertanto, sono stati istituiti dei giudici, dapprima con poteri discrezionali. Ma si scoprì presto che era una vera e propria schiavitù il fatto che le nostre vite e i nostri averi fossero insicuri e che dovessero dipendere dalle decisioni arbitrarie di una o più persone.[Liberilibri, Macerata, 2007, pp. 42-43]