Elisabetta Sala: l’Atto di successione del 1534, il giuramento e la pena per i traditori
Fu dunque l’atto di successione, quello che ai sudditi fu imposto di sottoscrivere con un giuramento, a sancire di fatto la supremazia del re sulla Chiesa davanti ai sudditi. Poiché esso comportava il giuramento di rinuncia all’autorità papale e, conseguentemente, il distacco da Roma, nessun vero cattolico avrebbe potuto accettare il giuramento. Rifiutarsi di giurare, però, equivaleva a macchiarsi di complicità di tradimento. Diversamente che per l’alto tradimento, al «basso» traditore veniva risparmiata la vita; egli, semplicemente, perdeva tutti i beni e passava il resto della vita in prigione. «Quest’ultima decisione, e la pena che essa comporta, segnano una svolta nella storia inglese, l’inizio di una serie di crudeltà e assassinî giudiziari che presto oltrepassano le frontiere delle divisioni religiose e macchiano la vita politica in Inghilterra per quasi due secoli»
[Elisabetta Sala, L’ira del Re è morte. Enrico VIII e lo scisma che divise il mondo, Edizioni Ares, 2008, p. 92, con citazione tratta da P. Hughes]
Fu dunque l’atto di successione, quello che ai sudditi fu imposto di sottoscrivere con un giuramento, a sancire di fatto la supremazia del re sulla Chiesa davanti ai sudditi. Poiché esso comportava il giuramento di rinuncia all’autorità papale e, conseguentemente, il distacco da Roma, nessun vero cattolico avrebbe potuto accettare il giuramento. Rifiutarsi di giurare, però, equivaleva a macchiarsi di complicità di tradimento. Diversamente che per l’alto tradimento, al «basso» traditore veniva risparmiata la vita; egli, semplicemente, perdeva tutti i beni e passava il resto della vita in prigione. «Quest’ultima decisione, e la pena che essa comporta, segnano una svolta nella storia inglese, l’inizio di una serie di crudeltà e assassinî giudiziari che presto oltrepassano le frontiere delle divisioni religiose e macchiano la vita politica in Inghilterra per quasi due secoli»
[Elisabetta Sala, L’ira del Re è morte. Enrico VIII e lo scisma che divise il mondo, Edizioni Ares, 2008, p. 92, con citazione tratta da P. Hughes]