Elizabeth von Armin: Il circolo delle ingrate
E la porta fu chiusa.
Si diressero subito al tribunale; corsero su e giù per rampe di scala e lungo infiniti corridoi nella vana ricerca di qualcuno che desse loro indicazioni su dove trovare il giudice inquirente Schultz. L'edificio era deserto; non videro in giro un'anima, perciò percorsero un corridoio dopo l'altro, Anna con l'angoscia in cuore e Manske in presa a un'infelicità non meno disperata. Finalmente udirono in lontananza delle voci riecheggiare nel vuoto. Andarono da quella parte e trovarono due donne occupate a fare le pulizie.
«Sapete dirmi dove posso trovare il giudice inquirente Schultz?» chiese Manske inchinandosi educatamente.
«I signori sono andati tutti a casa. L'orario di lavoro è terminato» fu la risposta. Erano per caso in grado di dirgli dove abitava? Loro no, ma forse l'usciere sì. E dov'era l'usciere? Lì in giro da qualche parte.
Si precipitarono giù in basso in cerca dell'usciere. Altri dieci minuti se ne andarono prima di trovarlo. Finalmente lo videro attraverso il vetro della porta d'ingresso, che prendeva aria sui gradini.
[Elizabeth von Armin, Il circolo delle ingrate, Bollati Boringhieri, 2012, pp. 366-367]
... L'ufficiale guardò l'orologio. «Se vi sbrigate forse lo troverete ancora in tribunale. È la via qui accanto. Giudice inquirente Schultz».
E la porta fu chiusa.
Si diressero subito al tribunale; corsero su e giù per rampe di scala e lungo infiniti corridoi nella vana ricerca di qualcuno che desse loro indicazioni su dove trovare il giudice inquirente Schultz. L'edificio era deserto; non videro in giro un'anima, perciò percorsero un corridoio dopo l'altro, Anna con l'angoscia in cuore e Manske in presa a un'infelicità non meno disperata. Finalmente udirono in lontananza delle voci riecheggiare nel vuoto. Andarono da quella parte e trovarono due donne occupate a fare le pulizie.
«Sapete dirmi dove posso trovare il giudice inquirente Schultz?» chiese Manske inchinandosi educatamente.
«I signori sono andati tutti a casa. L'orario di lavoro è terminato» fu la risposta. Erano per caso in grado di dirgli dove abitava? Loro no, ma forse l'usciere sì. E dov'era l'usciere? Lì in giro da qualche parte.
Si precipitarono giù in basso in cerca dell'usciere. Altri dieci minuti se ne andarono prima di trovarlo. Finalmente lo videro attraverso il vetro della porta d'ingresso, che prendeva aria sui gradini.
[Elizabeth von Armin, Il circolo delle ingrate, Bollati Boringhieri, 2012, pp. 366-367]