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Francois Rabelais (1494 ? - 1553) GARGANTUA E PANTAGRUELE

CAPITOLO XXXIX.

Come qualmente Pantagruele assiste al processo del giudice Brigliadoca, il quale dava sentenze secondo la sorte dei dadi.

Il giorno seguente all’ora della citazione, Pantagruele arrivò a Mirlinga. Il presidente, i senatori e consiglieri lo pregarono di entrare con loro per udire la decisione sulle cagioni e ragioni che avrebbe addotto Brigliadoca, per giustificarsi d’aver pronunziato sentenza contraria all’eletto Toccarotondo, sentenza che non pareva in tutto equa a quella Corte centumvirale.

Pantagruele entra di buon grado e trova là Brigliadoca seduto in mezzo alla sala. Per tutte ragioni e scuse egli nulla rispondeva se non che era divenuto vecchio e non aveva più la vista tanto buona come il solito, e allegava parecchie miserie e calamità che la vecchiaia porta con sé, le quali not. per Archid D. L.XXXVI C. tanta. Egli non vedeva dunque più tanto distintamente i punti dei dadi come pel passato onde come era avvenuto a Isacco che, vecchio e debole di vista aveva scambiato Giacobbe per Esaù, così nel decidere il processo in questione, aveva potuto scambiare un quattro per un cinque, tanto più considerando che aveva adoperato i suoi dadi più piccoli. Per norma di diritto le imperfezioni di natura non devono esser imputate a crimine. (come appare ff. de re milit. l. qui cum uno. ff. de reg. iur. l. fere ff. de oedil. ed. per totum. ff. de term. mod. l. divus Adrianus resolut. per Lud. Ro. in l. si vero, ff. fol. mair). E chi altrimenti facesse non accuserebbe l’uomo, ma la natura. (com’è evidente in l. maximum vitium C. de lib. praeter).

- Di che dadi intendete parlare, amico mio? domandò Trincamella, gran presidente della Corte.

- I dadi delle sentenze, rispose Brigliadoca; (Alea judiciorum, dei quali è scritto da Docto. 26, quaest. 2 cap. sort. l. nec emptio. ff. de contrahend. empt. quod debetur. ff. de pecul. et ibi Bartol.); dei quali dadi voialtri, Signori, usate comunemente in questa Corte Sovrana; così fanno anche tutti gli altri giudici per decidere i processi (secondo ciò ch’è stato notato da D. Hen. Ferrandat, et not. gl. in c. fin. de sortil. et l. sed cum ambo ff. de jud. Ubi doct.). E osservano che la decisione è eccellente, onesta, utile e necessaria alla risoluzione dei processi e delle dissensioni. Più apertamente ancora l’hanno detto Bald. Bartol. e Alex. (communia. de leg. l. si duo).

- Ma come procedete voi, amico mio? domandò Trincamella.

- Risponderò brevemente, disse Brigliadoca, (secondo l’insegnamento della legge ampliorem, § in refutatoriis. C. de appel., e ciò che dice gloss. L. I. ff. quod met. causa. Gaudent brevitate moderni). Faccio come voialtri, Signori, e come vuole l’uso di giudicatura al quale il nostro diritto comanda sempre essere ossequenti: (ut not. extra de consuet. c. ex. litteris et ibi Innoc.). Ecco dunque: quando ho ben veduto, riveduto, letto, riletto, ripassato e sfogliato le querele, citazioni, comparizioni, commissioni, informazioni, pregiudiziali, produzioni, allegazioni, interdetti, contraddetti, istanze, inchieste, repliche, duplicati, triplicati, scritture, biasimi, accuse, riserve, raccolte, confronti, contradditorî, libelli, documenti apostoloci, lettere reali, compulsazioni, declinazioni, anticipatorie, evocazioni, invii, rinvii, conclusioni, non luogo a procedere, accomodamenti, rilievi, confessioni, atti e altrettali amminicoli e droghe, da una parte e dall’altra, come deve fare il buon giudice (secondo ciò che ne ha notato Spec. de ordinario § 3 et lit. de offic. omn. jud. § fin. et de rescript. praesentat. §1), allora poso da una parte della tavola del mio gabinetto, tutti gl’incartamenti dell’imputato e getto i dadi per lui dandogli la precedenza della sorte, come voialtri, Signori (Et est not. l. favorabiliores. ff. de reg. iur. et in cap. cum sunt. cod. tit. lib. VI, che dice: Cum sunt partium iura obscura reo favendum est potius quam actori). Ciò fatto poso gl’incartamenti del querelante, come voialtri, Signori, dall’altra parte della tavola. (visum visu poiché, opposita iuxta se posita magis elucescunt, ut not. in l. I. § videamus ff. de his qui sunt sui vel alieni iuris, et in l. numerum. § mixta. ff. de muner. et honor). E parimenti getto di nuovo i dadi.

- Ma, domandò Trincamella, da che cosa conoscete, amico mio, l’oscurità dei pretesi diritti delle parti contendenti?

- Come voialtri, Signori, rispose Brigliadoca, vale a dire quando vi sono molti incartamenti da una parte e dall’altra. E allora adopero i miei dadi più piccoli, come voialtri, Signori, secondo la legge: semper in stipulationibus ff. de regulis iuris, e la legge versale versificata quae eod. tit.

Semper in obscuris quod minimum est sequimur, canonizzata in c. in obscuris. eod. tit. lib. VI).

Possiedo anche dei dadi grossi ben belli e armoniosi che adopero, come voialtri, Signori, quando la materia è più liquida, vale a dire quando c’è meno incartamenti.

- Dopo ciò, come sentenziavate voi, amico mio? chiese Trincamella.

- Come voialtri, Signori, rispose Brigliadoca; do sentenza favorevole a colui che primo arriva al punto richiesto dalla sorte giudiziaria, tribuniana, pretoriale dei dadi. Così comanda il nostro diritto. (ff. qui pot. in pign. l. creditor. C. de consul., l. I. Et de regulis iuris in 6. Qui prior est in tempore potior est iure).

[Traduzione di Gildo Passini - Formiggini editore, Roma 1925) - Da www.liberliber.it]

CAPITOLO XXXIX.

Come qualmente Pantagruele assiste al processo del giudice Brigliadoca, il quale dava sentenze secondo la sorte dei dadi.

Il giorno seguente all’ora della citazione, Pantagruele arrivò a Mirlinga. Il presidente, i senatori e consiglieri lo pregarono di entrare con loro per udire la decisione sulle cagioni e ragioni che avrebbe addotto Brigliadoca, per giustificarsi d’aver pronunziato sentenza contraria all’eletto Toccarotondo, sentenza che non pareva in tutto equa a quella Corte centumvirale.

Pantagruele entra di buon grado e trova là Brigliadoca seduto in mezzo alla sala. Per tutte ragioni e scuse egli nulla rispondeva se non che era divenuto vecchio e non aveva più la vista tanto buona come il solito, e allegava parecchie miserie e calamità che la vecchiaia porta con sé, le quali not. per Archid D. L.XXXVI C. tanta. Egli non vedeva dunque più tanto distintamente i punti dei dadi come pel passato onde come era avvenuto a Isacco che, vecchio e debole di vista aveva scambiato Giacobbe per Esaù, così nel decidere il processo in questione, aveva potuto scambiare un quattro per un cinque, tanto più considerando che aveva adoperato i suoi dadi più piccoli. Per norma di diritto le imperfezioni di natura non devono esser imputate a crimine. (come appare ff. de re milit. l. qui cum uno. ff. de reg. iur. l. fere ff. de oedil. ed. per totum. ff. de term. mod. l. divus Adrianus resolut. per Lud. Ro. in l. si vero, ff. fol. mair). E chi altrimenti facesse non accuserebbe l’uomo, ma la natura. (com’è evidente in l. maximum vitium C. de lib. praeter).

- Di che dadi intendete parlare, amico mio? domandò Trincamella, gran presidente della Corte.

- I dadi delle sentenze, rispose Brigliadoca; (Alea judiciorum, dei quali è scritto da Docto. 26, quaest. 2 cap. sort. l. nec emptio. ff. de contrahend. empt. quod debetur. ff. de pecul. et ibi Bartol.); dei quali dadi voialtri, Signori, usate comunemente in questa Corte Sovrana; così fanno anche tutti gli altri giudici per decidere i processi (secondo ciò ch’è stato notato da D. Hen. Ferrandat, et not. gl. in c. fin. de sortil. et l. sed cum ambo ff. de jud. Ubi doct.). E osservano che la decisione è eccellente, onesta, utile e necessaria alla risoluzione dei processi e delle dissensioni. Più apertamente ancora l’hanno detto Bald. Bartol. e Alex. (communia. de leg. l. si duo).

- Ma come procedete voi, amico mio? domandò Trincamella.

- Risponderò brevemente, disse Brigliadoca, (secondo l’insegnamento della legge ampliorem, § in refutatoriis. C. de appel., e ciò che dice gloss. L. I. ff. quod met. causa. Gaudent brevitate moderni). Faccio come voialtri, Signori, e come vuole l’uso di giudicatura al quale il nostro diritto comanda sempre essere ossequenti: (ut not. extra de consuet. c. ex. litteris et ibi Innoc.). Ecco dunque: quando ho ben veduto, riveduto, letto, riletto, ripassato e sfogliato le querele, citazioni, comparizioni, commissioni, informazioni, pregiudiziali, produzioni, allegazioni, interdetti, contraddetti, istanze, inchieste, repliche, duplicati, triplicati, scritture, biasimi, accuse, riserve, raccolte, confronti, contradditorî, libelli, documenti apostoloci, lettere reali, compulsazioni, declinazioni, anticipatorie, evocazioni, invii, rinvii, conclusioni, non luogo a procedere, accomodamenti, rilievi, confessioni, atti e altrettali amminicoli e droghe, da una parte e dall’altra, come deve fare il buon giudice (secondo ciò che ne ha notato Spec. de ordinario § 3 et lit. de offic. omn. jud. § fin. et de rescript. praesentat. §1), allora poso da una parte della tavola del mio gabinetto, tutti gl’incartamenti dell’imputato e getto i dadi per lui dandogli la precedenza della sorte, come voialtri, Signori (Et est not. l. favorabiliores. ff. de reg. iur. et in cap. cum sunt. cod. tit. lib. VI, che dice: Cum sunt partium iura obscura reo favendum est potius quam actori). Ciò fatto poso gl’incartamenti del querelante, come voialtri, Signori, dall’altra parte della tavola. (visum visu poiché, opposita iuxta se posita magis elucescunt, ut not. in l. I. § videamus ff. de his qui sunt sui vel alieni iuris, et in l. numerum. § mixta. ff. de muner. et honor). E parimenti getto di nuovo i dadi.

- Ma, domandò Trincamella, da che cosa conoscete, amico mio, l’oscurità dei pretesi diritti delle parti contendenti?

- Come voialtri, Signori, rispose Brigliadoca, vale a dire quando vi sono molti incartamenti da una parte e dall’altra. E allora adopero i miei dadi più piccoli, come voialtri, Signori, secondo la legge: semper in stipulationibus ff. de regulis iuris, e la legge versale versificata quae eod. tit.

Semper in obscuris quod minimum est sequimur, canonizzata in c. in obscuris. eod. tit. lib. VI).

Possiedo anche dei dadi grossi ben belli e armoniosi che adopero, come voialtri, Signori, quando la materia è più liquida, vale a dire quando c’è meno incartamenti.

- Dopo ciò, come sentenziavate voi, amico mio? chiese Trincamella.

- Come voialtri, Signori, rispose Brigliadoca; do sentenza favorevole a colui che primo arriva al punto richiesto dalla sorte giudiziaria, tribuniana, pretoriale dei dadi. Così comanda il nostro diritto. (ff. qui pot. in pign. l. creditor. C. de consul., l. I. Et de regulis iuris in 6. Qui prior est in tempore potior est iure).

[Traduzione di Gildo Passini - Formiggini editore, Roma 1925) - Da www.liberliber.it]