Franz Kafka (1883-1924) IL PROCESSO

(II - Il primo Interrogatorio)

"Ho capito" disse l’avvocato sorridendo. "Vede, io faccio l’avvocato, frequento circoli giudiziari, vi si parla di processi, e i più vistosi, specialmente trattandosi del nipote di un amico, rimangono impressi nella memoria. Mi pare che non ci sia niente di strano. " "Che cosa vuoi? " domandò ancora lo zio" Ti vedo così irrequieto. " "Lei frequenta i circoli giudiziari?" domando K. "Sì" rispose l’avvocato. "Fai proprio domande puerili" osservò lo zio. " E chi dovrei frequentare se non i colleghi della mia professione? " soggiunse l’avvocato. La cosa era talmente incontestabile che K. non rispose nemmeno. "Ma lei svolge la sua attività presso il tribunale nel palazzo di giustizia, non presso quello che è nel solaio" avrebbe voluto dirgli, ma non trovò la forza di dirlo davvero. "Deve considerare" proseguì l’avvocato come se commentasse una cosa ovvia, senza che ce ne fosse bisogno, "deve considerare che da questi contatti traggo notevoli vantaggi per la mia clientela, sotto diversi aspetti, non è neanche il caso di parlarne. Naturalmente ora sono un po’ bloccato dalla mia malattia, ma ricevo pur sempre i buoni amici del tribunale e vengo a sapere varie cose, più forse di altri che in buona salute stanno tutto il giorno in tribunale. Così, per esempio, proprio ora ho qui una cara visita." E indicò l’angolo buio della camera. "Dove, dove? " domandò K. quasi sgarbato per la sorpresa, guardandosi intorno inquieto. La luce della piccola candela non arrivava neanche lontanamente fino alla parete di fronte. Ed ecco, là nell’angolo qualcosa cominciò a muoversi.

[Arnoldo Mondadori Editore, I Meridiani, 1969, pp. 413]