Franz Kafka (1883-1924) IL PROCESSO

K. era stato avvertito per telefono che la domenica successiva ci sarebbe stata una breve inchiesta per la sua questione. Gli si fece notare che tali interrogatori si sarebbero ripetuti regolarmente, se non forse ogni settimana, con una certa frequenza. Da una parte era comune interesse che il processo fosse portato a terrmine rapidamente, d’altro canto però le inchieste dovevano essere meticolose in tutti i sensi, ma senza che durassero troppo a lungo a causa dello sforzo che ricniedevano. Perciò si era scelto il ripiego della rapida successione degli interrogatori che dovevano essere brevi. E al fine si era scelta la domenica per non distrarre K. dal suo lavoro professionale. Si presupponeva che egli fosse d’accordo, ma se desiderava un altro giorno si sarebbe cercato di andargli incontro al1a meglio. Si poteva, per esempio, procedere all’interrogatorio anche di notte, ma allora probabilmente K. non era abbastanza pronto. In ogni caso fin tanto che K. non faceva obiezioni rimaneva fissata la domenica. Andava da sé che vi sarebbe comparso senza fallo non era il caso di farglielo notare. Gli fu indicato numero della casa in cui doveva presentarsi, in una remota via dei sobborghi dove K. non era mai stato. Ricevuta questa comunicazione K. senza rispondere riappese il ricevitore; era subito disposto ad andarci domenica, cosa certamente necessaria perché il processo era avviato ed egli vi si doveva opporre, quel primo interrogatorio doveva essete anche l’ultimo.

(II - Il primo Interrogatorio)

[Arnoldo Mondadori Editore, I Meridiani, 1969, pp. 345]