Frédéric Bastiat (1801-1850) GIUSTIZIA E LIBERTÀ

La proprità nelle sue diverse forme - fondiaria, mobiliare, industriale, intellettuale e quella che deriva dal lavoro manuale - risulta completamente garantita. Eccola al riparo dalle minacce dei malfattori e, ciò che è più importante, dalle minacce della Legge. Quale che sia la natura dei servizi che i lavoratori rendono alla società o si rendono tra loro, o che scambiano al di fuori dei confini, questi servizi avranno sempre il loro valore naturale. Tale valore sarà certamente influenzato dagli avvenimenti, ma almeno esso non sarà condizionato dai capricci della legge, dalle esigenze dell’imposizione fiscale, dagli intrighi, dalle pretese e dalle influenze del Parlamento. Il prezzo delle cose e del lavoro subirà dunque il minimo possibile di fluttuazione, e riunite tutte queste condizioni, è impossibile che l’industria non si sviluppi, che le ricchezze non si accrescano, che i capitali non si accumulino con una prodigiosa rapidità.

Ora, quando i capitali si moltiplicano, essi si fanno concorrenza tra loro; la loro remunerazione diminuisce o, in altri termini, l’interesse cala. Esso pesa meno sul prezzo dei prodotti. La parte proporzionale del capitale nell’opera comune decresce in continuazione. Questo agente del lavoro diviene alla portata di un maggior numero di uomini. Il prezzo dei beni di consumo trae vantaggio da tutta la parte che il capitale preleva in meno; la vita è a buon mercato e questa è una prima condizione essenziale per l’affrancamento delle classi operaie.

Allo stesso tempo, e per effetto della stessa causa (il rapido accrescimento del capitale), i salari salgono necessariamente. I capitali, in effetti, non rendono assolutamente niente se non sono messi all’opera. Più questo fondo dei salari è grande e impiegato, relativamente ad un numero determinato di operai, e più il salario sale.

[Testi dal Journal des Economistes, Traduzione di Carlo Lottieri, in Contro lo Statalismo, Liberilibri, Macerata, 1994, pp. 54-55]

La proprità nelle sue diverse forme - fondiaria, mobiliare, industriale, intellettuale e quella che deriva dal lavoro manuale - risulta completamente garantita. Eccola al riparo dalle minacce dei malfattori e, ciò che è più importante, dalle minacce della Legge. Quale che sia la natura dei servizi che i lavoratori rendono alla società o si rendono tra loro, o che scambiano al di fuori dei confini, questi servizi avranno sempre il loro valore naturale. Tale valore sarà certamente influenzato dagli avvenimenti, ma almeno esso non sarà condizionato dai capricci della legge, dalle esigenze dell’imposizione fiscale, dagli intrighi, dalle pretese e dalle influenze del Parlamento. Il prezzo delle cose e del lavoro subirà dunque il minimo possibile di fluttuazione, e riunite tutte queste condizioni, è impossibile che l’industria non si sviluppi, che le ricchezze non si accrescano, che i capitali non si accumulino con una prodigiosa rapidità.

Ora, quando i capitali si moltiplicano, essi si fanno concorrenza tra loro; la loro remunerazione diminuisce o, in altri termini, l’interesse cala. Esso pesa meno sul prezzo dei prodotti. La parte proporzionale del capitale nell’opera comune decresce in continuazione. Questo agente del lavoro diviene alla portata di un maggior numero di uomini. Il prezzo dei beni di consumo trae vantaggio da tutta la parte che il capitale preleva in meno; la vita è a buon mercato e questa è una prima condizione essenziale per l’affrancamento delle classi operaie.

Allo stesso tempo, e per effetto della stessa causa (il rapido accrescimento del capitale), i salari salgono necessariamente. I capitali, in effetti, non rendono assolutamente niente se non sono messi all’opera. Più questo fondo dei salari è grande e impiegato, relativamente ad un numero determinato di operai, e più il salario sale.

[Testi dal Journal des Economistes, Traduzione di Carlo Lottieri, in Contro lo Statalismo, Liberilibri, Macerata, 1994, pp. 54-55]