Friedrich Reck: Duello e nazismo

Friedrich Reck: Duello e nazismo
Friedrich Reck: Duello e nazismo

Sulla via del ritorno, vengo a conoscenza di un altro scandalo che allarma l’opinione pubblica. Nel primo anno di potere, coerentemente con i principi del 1789, i nazisti avevano proclamato che il duello era per tutti un diritto naturale. Con grande scalpore lo avevano elevato a istituzione approvata dallo Stato per ogni classe sociale: qualunque divergenza di opinioni tra padrone e servo per un paio di scarpe mal lucidate si sarebbe regolata con la pistola. Ma il boomerang, lanciato pateticamente nell’aria, non ha mancato di colpire in pieno volto coloro che ne avevano fatto uso, e il primo duello avvenuto sotto questi auspici ha condotto alla tomba uno di loro che, come spesso accade, non era il peggiore: Roland Strunck, infatti, era uno dei pochi giornalisti nazisti il cui livello fosse superiore a quello di un arrogante maestro elementare. Anzi, per quel che ne sappia, era un uomo rispettabile. Un giorno, Strunck scopre che sua figlia ha rapporti con un compagno di partito, sostenitore della libertà sessuale, un elemento integrante del programma nazista. Il padre sfida il seduttore e cade nel corso del primo duello che abbia avuto luogo sotto il nuovo regime. La legge è stata subito revocata. Ora, il solo fatto di provocare un duello comporterà gravi pene detentive, escludendo così il pericolo di ricevere i padrini dell’autista per un’automobile lavata male.

Ho avuto una discussione approfondita a tal proposito con Clemens zu Franckenstein, reso scettico da un’esistenza lunga e burrascosa. Ho appena letto il romanzo della Borden intitolato Action for Slander, in cui due ufficiali di cavalleria inglesi regolano, prima a pugni e poi davanti a un tribunale, un alterco nato durante una partita di baccarà, senza essere costretti a lasciare il servizio e senza che quella grande artista di Mary Borden possa lontanamente supporre che un europeo rida dell’avventura dei suoi due personaggi. Non difendo affatto le stupide risse tra studenti, ma non posso fare a meno di constatare come dal 1918, data della soppressione ufficiale del duello, in Germania sia sorto un bolscevismo generale in materia d’onore, e come proprio con i nazisti la reputazione di un uomo sia diventata preda di ogni calunniatore, libero ormai delle paure delle conseguenze di un tempo. Che nessuno mi opponga la vecchia obiezione secondo la quale quasi sempre sarebbe l’innocente a cadere. Sostenere un tale argomento significherebbe sopravvalutare in modo ingiustificabile la nostra povera vita; inoltre, quando un processo per diffamazione, intentato per salvare l’onore di una famiglia e quel che possiede di più prezioso, ha come conseguenza la divulgazione delle circostanze più intime di un focolare e di una vita, il duello costituisce una soluzione ben più umana degli sfacciati commenti della stampa e delle malelingue. In conclusione: da trent’anni si registra una spaventosa decadenza di costumi nella società europea. DovremMo avere cura di non scivolare più in basso.

[Friedrich Reck, Diario di un disperato. Memorie di un aristocratico antinazista, Lit Edizioni, 2015, pp.44-45]