Giovanni Boccaccio (1313-1375) DECAMERONE - MADONNA FILIPPA (Giornata VI - Novella VII)

Messere, egli è vero che Rinaldo è mio marito, e che egli questa notte passata mi trovò nelle braccia di Lazzarino, nelle quali io sono, per buono e perfetto amore che io gli porto, molte volte stata; né questo negherei mai; ma come io sono certa che voi sapete, le leggi deono essere comuni e fatte con consentimento di coloro a cui toccano. Le quali cose di questa non avvengano, ché essa solamente le donne tapinelle costrigne, le quali molto meglio che gli uomini potrebbero a molti sodisfare; e oltre a questo, non che alcuna donna, quando fatta fu, ci prestasse consentimento, ma niuna ce ne fu mai chiamata; per le quali cose meritamente malvagia si può chiamare.

Messere, egli è vero che Rinaldo è mio marito, e che egli questa notte passata mi trovò nelle braccia di Lazzarino, nelle quali io sono, per buono e perfetto amore che io gli porto, molte volte stata; né questo negherei mai; ma come io sono certa che voi sapete, le leggi deono essere comuni e fatte con consentimento di coloro a cui toccano. Le quali cose di questa non avvengano, ché essa solamente le donne tapinelle costrigne, le quali molto meglio che gli uomini potrebbero a molti sodisfare; e oltre a questo, non che alcuna donna, quando fatta fu, ci prestasse consentimento, ma niuna ce ne fu mai chiamata; per le quali cose meritamente malvagia si può chiamare.