Gnocchi & Palmaro: Il cavallo di Caligola

Il dibattito contemporaneo sul rapporto tra verità e convenzione nel mondo giuridico passa attraverso il riconoscimento dello status del cavallo di Caligola. Vi passa in due sensi e su due livelli differenti, ma connessi tra loro. Il primo necessita di stabilire se esso debba esser considerato un senatore in quanto il diritto ha il potere di conferirgli questa qualità. Il secondo chiede se il diritto si trovi in questo caso comunque dalla parte di Caligola, nel senso che per la iurisprudentia quel cavallo è oggettivamente senatore, nonostante la ribellione del buon senso; o se il diritto sia altrove, cioè allineato con la verità fattuale, e dunque si possa dire che l’atto di Caligola, benché formalmente ineccepibile, non sia un atto giuridico perché privo della sua intrinseca giuridicità, intesa come conformità alla recta ratio, come conformità a quello che Gustave Thibon chiamerebbe “reale”.
Dalla risposta a questa domanda scaturiscono decisive conseguenze sia sul piano della generale concezione del diritto e del suo rapporto con le categorie del vero e del convenzionale; e sia sul piano del diritto vivente, e in particolare di alcune questioni etico-giuridiche fortemente dibattute nel tempo presente, come, per esempio, alcuni temi di ambito bioetico.
[Gnocchi & Palmaro, Ci salveranno le vecchie zie, Fede & Cultura, 2012, pp.102-103]