Gnocchi & Palmaro: Sul positivismo giuridico e i suoi esiti

Il positivismo giuridico ha sicuramente fornito un formidabile impianto teorico per la nascita e la proliferazione di un’idea formale, procedurale della democrazia moderna. Uno dei padri nobili del positivismo giuridico, Hans Kelsen, ha in più occasioni formulato una lucida e ostinata apologia della democrazia relativista, contrapponendosi apertamente all’idea che sia possibile agli uomini fondare un sistema normativo su contenuti di giustizia obiettivati. L’unica verità possibile è, per Kelsen, la definizione di una serie di regole del gioco, all’interno delle quali ogni contenuto diviene teoricamente possibile.
Non è un caso che proprio Kelsen abbia lasciato pagine assai esplicite, e dunque sconvolgenti, nelle quali commenta il Processo a Gesù in termini sostanzialmente positivi. Pilato fu, secondo Kelsen, il perfetto esemplare di politico democratico. Tesi che sembra ignorare l’esito, evidentemente ingiusto, del processo.
Non c’è da sorprendersi, dunque, se l’epilogo di questa democrazia formale e senza verità consiste nella legalizzazione sistematica dei più abominevoli delitti contro la vita umana innocente. L’aborto, la fecondazione artificiale, l’eutanasia da delitti vengono trasformati in diritti proprio attraverso il sistema democratico, la conta del voto, l’idolatrica attuazione della volontà generale o altrimenti detta della maggioranza.
[Gnocchi & Palmaro, Ci salveranno le vecchie zie, Fede & Cultura, 2012, pp.106-107]