Harper Lee: Il buio oltre la siepe - Feltrinelli

... Il giudice Taylor assentì e Atticus fece una cosa che non avevo mai visto fare e che non gli vidi fare mai più, né in pubblico né in privato: si sbottonò il panciotto, si slacciò la cravatta e si tolse la giacca. Era sempre impeccabile e vestito di tutto punto punto fino al momento di andare a letto e, per Jem e per me, vederlo così fu come vedercelo davanti nudo. Ci scambiammo un'occhiata inorridita.

Atticus mise le mani in tasca e mentre si voltava di nuovo verso la giuria vidi scintillare il bottone d'oro del suo colletto e il cappuccio della penna e della matita.

"Signori" disse. Jem e io ci guardammo di nuovo: Atticus avrebbe potuto dire: "Scout...". Il suo tono aveva perso ogni distacco, e lui parlava ai giurati come se fossero gente incontrata per strada, all'angolo dell'ufficio postale.

"Signori," disse, "sarò breve. Approfitterò del tempo che ci rimane per ricordarvi che questo non è un caso difficile, uno di quei casi che richiedono un preciso esame di fatti complicati; tuttavia richiede che, prima di emettere il verdetto, vi sentiate sicuri della colpevolezza dell'imputato oltre ogni ragionevole dubbio. Questo caso non sarebbe mai dovuto venire in giudizio: è semplice come il bianco e il nero.

L'accusa non ha prodotto la benché minima testimonianza medica che il delitto di cui Tom Robinson è accusato sia avvenuto. Si è appoggiata, invece, sulla deposizione di due testi, la cui versione non soltanto è stata messa seriamente in dubbio nel corso del controinterrogatorio, ma è stata addirittura negata dall'imputato. L'imputato non è colpevole, ma c'è una persona, in quest'aula, che lo è".

[Harper Lee, Il buio oltre la siepe, Feltrinelli Editore, 2010, XXXVI ed., p. 209]