Ignazio Lorenzo Thjulen (1746-1833) NUOVO VOCABOLARIO FILOSOFICO-DEMOCRATICO
Tribunali. Ancora la Democrazia ha avuto i suoi Tribunali, i suoi Giudici, i suoi rei ed i suoi innocenti. Ma tutto consisteva nel materiale; nel formale vi presiedeva la crudeltà, vi giudicava l’ingiustizia, vi avvocava l’iniquità, vi si processava l’innocenza. Non si entrò mai in alcun Tribunale democratico, dove non si vedesse in ginocchio l’innocenza distruggersi in lagrime ed implorare in vano giustizia e pietà. Il delitto con in fronte scritto Libertà ed Eguaglianza si trovava ritto in piedi, insultante e minaccioso deridere la sua nemica e declamare contro la tirannia, la crudeltà e l’ingiustizia dei Sovrani, che per tanto tempo l’avevano colpito. Democrazia o non Democrazia, democratico o non democratico erano i fondamenti d’ogni sentenza; e quando fu mai l’innocenza democratica e la Democrazia senza delitti? Si vedevano sugli scanni giudiziali librai, cappellai, villani, osti, mugnai, o sia asinari, birbanti, de’ quali niuno lesse mai la definizione del giusto o dell’ingiusto; molti, ancorché l’avessero voluta leggere, non sarebbero stati capaci, poiché non avevano appreso mai neppure l’alfabeto. Ma per fare ingiustizia non si richiede scienza, e perciò ogni più ignorante poteva essere buon Giudice democratico; bastava un animo incapace d’ogni rimorso.
Converrebbe formare una raccolta delle decisioni della Ruota democratica dalla sua fondazione solenne sotto illegislatore Robespierre, delle sentenze date ai dì 10 Agosto e 2 Settembre, e delle sentenze di Luigi XVI, di Madama Elisabetta ecc. sino al giudizio del Tribunale Militare di Ferrara del Parroco Zanarini, e di quel pazzo fisico, provato tale, condannato a morte dal Tribunale di Bologna; e così avremmo un Codice perfetto dell’ingiustizia. I casi reali supererebbero ogni ipotesi ed immaginativa. Si leggerebbero assassinj che fanno fremere la natura, incendj, devastazioni, empietà, furti, false accuse e quanto si può commettere d’iniquo, tutto fatto con Ottima Intenzione, e perciò giudicato impunibile. Al contrario azioni le più virtuose giudicate tante scelleratezze, perché i Giudici decretarono la Intenzione cattiva. Si trovi pure un altro Codice nel quale si legga Onesti Assassinj e Scellerate Virtù. Siccome per buona o rea intenzione s’intendeva invariabilmente intenzione democratica o non democratica, il delitto era sempre innocente sotto il manto della Democrazia, e non bastava mai il manto della giustizia per cuoprire la virtù. Orribili Tribunali! dove tutte le sentenze erano scritte col sangue degli innocenti, dove l’ingiustizia regnava per massima, e dove non entrò mai la più pura coscienza senza impallidire.
[Biblioteca di via Senato Edizioni, Milano, 2004, pp.168-169]