Ivan Reitman - PERICOLOSAMENTE INSIEME (1986)

Accusa: « Signore e signori della Giuria. La Pubblica Accusa è pronta a provare, oltre ogni ragionevole dubbio, che la notte del sette ottobre Cheisea Deardon commise il crimine di omicidio contro la persona di certo Victor Taft, e che, nell’intento di provocare la morte di Victor Taft, gli sparò in pieno petto tre colpi. Presenteremo testi che dichiareranno, sotto giuramento, di aver visto Chelsea Deardon fuggire dal luogo del delitto. Le perizie proveranno che la pistola usata per uccidere Victor Taft era registrata a nome di Chelsea Deardon e, più importante, che c’erano le sue impronte sulla pistola. Così noi proveremo che Chelsea Deardon era sul luogo del delitto, possedeva i mezzi per ordire tale delitto, e ogni opportunità per commetterlo. "Opportunità" e "mezzi", elementi cruciali di per sé sufficienti a stabilire la colpa oltre ogni ragionevole dubbio in un caso di omicidio. Ma noi possiamo anche fornire un valido e inoppugnabile movente. Questo è un omicidio compiuto da una donna che è stata segretamente l’amante di Victor Taft per due anni, durante i quali egli fu, per lei, il solo mezzo di sostentamento! ».

Avvocato Logan: « Signore e signori, Chelsea Deardon non ha ucciso Victor Taft. La Pubblica Accusa ha suggerito un possibile movente basato interamente su dei "si dice", congetture e prove circostanziali. Prove che, superficialmente, sembrerebbero di qualche sostanza, ma che, a un più attento esame, risulteranno di nessunissima rilevanza in questo caso ... Non la bevete, eh? Non mi state neanche ascoltando, vero, giusto? Vi dico che vi capisco. Dopo aver ascoltato il signor Blanchard sciorinare le proprie prove dell’accusa ... persino io sono convinto ... la mia cliente ha assassinato Victor Taft! In fondo, se fossi entrato là e avessi trovato Victor Taft morto per terra, e le impronte di Chelsea Deardon sulla pistola che lo ha ucciso, niente al mondo mi convincerebbe che non è colpevole. Ecco, risparmiamoci un sacco di tempo, allora. Siamo sinceri, sono sicuro che abbiamo tutti di meglio da fare. Chi crede che Chelsea Deardon sia colpevole? ».

Accusa: «Obiezione, Vostro Onore! ».

Logan: « Non tiratevi indietro, ho la mano alzata, guardate, io penso che la mia cliente abbia assassinato Victor Taft a sangue freddo, non ne siete tutti convinti? ».

Giudice: «Signor Logan... ».

Logan: « Lui è d’accordo con me! Tu sei convinta... guardate! l’accusa dice "colpevole", tutti i giurati dicono "colpevole", rispar- miamo allo Stato di New York tanto tempo e denaro e passiamo direttamente alla sentenza... ».

Un giurato: « Mi scusi avvocato... ». Logan: «Dica... ».

Giurato: «Non ha diritto a un equo processo? ».

Logan: « Che abbia un equo processo, ma che sia condannata! ... anche se la Giuria ormai giudica la mia cliente colpevole, vorrei che si mettesse a verbale che credo ancora in quella Giuria, e mi impegno ad accettare il suo verdetto finale, qualunque esso sia ... Allora, premesso che è colpevole, ora che facciamo? Questo è il problema, vero? È un problema particolarmente arduo, perché noi partiamo dall’assioma legale di un Paese che protegge noi e i nostri diritti. Si chiama "presunzione d’innocenza", cioè si presume che tu sia innocente finché non sia provato che tu sia colpevole. Perciò, qualsiasi idea vi possiate già essere fatti sul caso, Chelsea Deardon deve essere vista dai vostri occhi, deve essere intesa dalle vostre menti, deve essere compresa dai vostri cuori come innocente. E allora, qual’è la verità? Forse la verità comincia diciotto anni fa, quando decine di quadri, opere d’arte del padre di Chelsea, Sebastian Deardon, forse furono distrutte dall’incendio in cui egli tragicamente perse la vita. Ora, l’assicurazione pagò per quei dipinti due milioni e mezzo di dollari, eccezionale come somma per quei tempi, ma irrisoria per il loro valore attuale. Riteniamo che quei dipinti ancora esistano, e che oggi valgano più di venti milioni di dollari. Victor Taft non è stato assassinato a scopo di vendetta dall’imputata. È stato assassinato allo scopo di proteggere qualcuno. Qualcuno che a sua volta, diciotto anni fa, gli fu complice in incendio doloso, frode e omicidio. Qualcuno che ha tratto vantaggio da Chelsea Deardon. Qualcuno che, ora, cerca di addossarle un crimine di cui egli è responsabile. Signore e signori della giuria, questo è un caso molto complesso, però io confido che voi, ascoltati tutti gli elementi, arriverete ad una decisione che sarà veritiera. E la verità è che Chelsea Deardon è innocente! Grazie.

[Pericolosamente insieme di Ivan Reitman (1986), tratto da Giovanni Ziccardi, Il diritto al cinema, Giuffrè Editore, 2010, pp. 108-110]

[Con l’occasione segnaliamo l’associazione Legal Drama Society (LDS)]