John C. Calhoun: Disquisizione sul governo

Quindi la questione che, di seguito, stimola la nostra attenzione è come debba essere progettato il governo per vanificare, per mezzo della propria struttura, la tendenza di coloro che elaborano e applicano le leggi per opprimere chi vi si trova ad essere sottoposto. Esiste un solo modo di ottenere questo risultato: attraverso una struttura capace di fornire ai governati i mezzi per resistere con successo alla tendenza propria dei governanti di opprimerli e di abusare dei loro poteri. Il potere può essere contrastato soltanto per mezzo del potere così come ogni tendenza per mezzo della medesima tendenza.Chi esercita il potere e chi è soggetto al suo esercizio, i governanti e i governati, stanno in una relazione mutualmente antagonistica. La medesima essenza della nostra natura, che spinge i governanti ad opprimere i governati, a prescindere dal fine in vista del quale è stato istituito il governo, indurrà con pari intensità i governati a resistere, qualora posseggano i mezzi idonei a montare una resistenza pacifica ed efficace. Di conseguenza, è un elemento indispensabile alla formazione di un governo costituzionale proprio il sistema che fornisce a chi è governato gli strumenti per mettere in pratica in modo organico e pacifico l’opposizione nei confronti degli abusi di potere e del dispotismo di chi governa. Per di più, dal momento che ciò può verificarsi soltanto grazie al, o attraverso il, diritto di voto - ossia il diritto dei governati a selezionare, ad intervalli regolari, i governanti, obbligandoli quindi a rispondere del loro operato - la responsabilità dei governanti nei confronti dei governati, conquistata tramite l’esercizio del diritto di voto, costituisce dunque il principio primo e fondamentale nel processo di fondazione di un governo costituzionale. Quando questo diritto viene adeguatamente custodito, e qualora il popolo sia sufficientemente illuminato da comprenderne pienamente il significato, oltre che da identificare gli interessi della comunità e da giudicare appropriatamente gli scopi e il comportamento di chi è delegato ad approvare e applicare le leggi, esso è del tutto adeguato a fornire agli elettori un effettivo controllo sugli eletti.Considero il diritto di voto un principio necessario ma non sufficiente: sarebbe infatti un grave e pericoloso errore presupporre, come fanno molti, che basti, da solo, a fondare governi costituzionali.

...

Preso da solo, il diritto di voto non può far altro che fornire agli elettori il controllo completo sul comportamento degli eletti. Con ciò, esso realizza quanto è suo compito realizzare. Tale è il suo scopo, e una volta raggiuntolo, svanisce. Di più non riesce a fare, per quanto appaia garantito ed esteso o per quanto illuminato sia il popolo. Il suo effetto principale consiste quindi nel rendere gli eletti dei fedeli rappresentanti degli elettori, invece di trasformarli in governanti irresponsabili, quali essi sarebbero nel caso in cui esso non esistesse. Inoltre il diritto di voto trasforma il governo in un ente rappresentativo e i governanti in mandatari, spogliando lo di ogni attributo di sovranità e mantenendolo all’interno della comunità senza menomarne la funzionalità. Risulta evidente, tuttavia, che quando il diritto di voto opera tali cainbiamenti trasferisce in realtà il controllo effettivo del governo da coloro che approvano e applicano le leggi alla comunità nel suo complesso, investendo quest’ultima delle prerogative del governo come se, di fatto, fosse essa stessa ad elaborare, approvare e applicare le leggi senza l’intervento di rappresentanti o mandatari. Quanto più ottiene tale risultato, tanto più il diritto di voto raggiunge il suo obiettivo, ma così facendo esso si limita a trasferire la titolarità dell’autorità, non combattendo affatto la tendenza del governo all’oppressione e all’abuso di potere.

[A Disquisition on Government, Traduzione di Luigi Marco Bassani, Liberilibri, 2011, pp.10-14]

Quindi la questione che, di seguito, stimola la nostra attenzione è come debba essere progettato il governo per vanificare, per mezzo della propria struttura, la tendenza di coloro che elaborano e applicano le leggi per opprimere chi vi si trova ad essere sottoposto. Esiste un solo modo di ottenere questo risultato: attraverso una struttura capace di fornire ai governati i mezzi per resistere con successo alla tendenza propria dei governanti di opprimerli e di abusare dei loro poteri. Il potere può essere contrastato soltanto per mezzo del potere così come ogni tendenza per mezzo della medesima tendenza.Chi esercita il potere e chi è soggetto al suo esercizio, i governanti e i governati, stanno in una relazione mutualmente antagonistica. La medesima essenza della nostra natura, che spinge i governanti ad opprimere i governati, a prescindere dal fine in vista del quale è stato istituito il governo, indurrà con pari intensità i governati a resistere, qualora posseggano i mezzi idonei a montare una resistenza pacifica ed efficace. Di conseguenza, è un elemento indispensabile alla formazione di un governo costituzionale proprio il sistema che fornisce a chi è governato gli strumenti per mettere in pratica in modo organico e pacifico l’opposizione nei confronti degli abusi di potere e del dispotismo di chi governa. Per di più, dal momento che ciò può verificarsi soltanto grazie al, o attraverso il, diritto di voto - ossia il diritto dei governati a selezionare, ad intervalli regolari, i governanti, obbligandoli quindi a rispondere del loro operato - la responsabilità dei governanti nei confronti dei governati, conquistata tramite l’esercizio del diritto di voto, costituisce dunque il principio primo e fondamentale nel processo di fondazione di un governo costituzionale. Quando questo diritto viene adeguatamente custodito, e qualora il popolo sia sufficientemente illuminato da comprenderne pienamente il significato, oltre che da identificare gli interessi della comunità e da giudicare appropriatamente gli scopi e il comportamento di chi è delegato ad approvare e applicare le leggi, esso è del tutto adeguato a fornire agli elettori un effettivo controllo sugli eletti.Considero il diritto di voto un principio necessario ma non sufficiente: sarebbe infatti un grave e pericoloso errore presupporre, come fanno molti, che basti, da solo, a fondare governi costituzionali.

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Preso da solo, il diritto di voto non può far altro che fornire agli elettori il controllo completo sul comportamento degli eletti. Con ciò, esso realizza quanto è suo compito realizzare. Tale è il suo scopo, e una volta raggiuntolo, svanisce. Di più non riesce a fare, per quanto appaia garantito ed esteso o per quanto illuminato sia il popolo. Il suo effetto principale consiste quindi nel rendere gli eletti dei fedeli rappresentanti degli elettori, invece di trasformarli in governanti irresponsabili, quali essi sarebbero nel caso in cui esso non esistesse. Inoltre il diritto di voto trasforma il governo in un ente rappresentativo e i governanti in mandatari, spogliando lo di ogni attributo di sovranità e mantenendolo all’interno della comunità senza menomarne la funzionalità. Risulta evidente, tuttavia, che quando il diritto di voto opera tali cainbiamenti trasferisce in realtà il controllo effettivo del governo da coloro che approvano e applicano le leggi alla comunità nel suo complesso, investendo quest’ultima delle prerogative del governo come se, di fatto, fosse essa stessa ad elaborare, approvare e applicare le leggi senza l’intervento di rappresentanti o mandatari. Quanto più ottiene tale risultato, tanto più il diritto di voto raggiunge il suo obiettivo, ma così facendo esso si limita a trasferire la titolarità dell’autorità, non combattendo affatto la tendenza del governo all’oppressione e all’abuso di potere.

[A Disquisition on Government, Traduzione di Luigi Marco Bassani, Liberilibri, 2011, pp.10-14]