John Trenchard - Thomas Gordon (1662-1723; fine XVII secolo - 1750) CATO’S LETTERS

Lettera XXV Sabato 15 aprile 1721:

Considerazioni sullo spirito distruttivo del potere arbitrario. Con gli elogi della libertà e della nostra Costituzione

Il potere è come il fuoco: scalda, brucia o distrugge a seconda di come è tenuto d’occhio, provocato o fatto crescere. Esso è tanto pericoloso quanto utile. La sua unica legge è il bene del popolo; ma poiché è capace di rompere e valicare le proprie frontiere, in tutti i buoni ordinamenti nulla - o il meno possibile - dovrebbe essere lasciato al caso o all’umore degli uomini al potere. Tutto dovrebbe essere regolato da leggi ben determinate e, di fronte a ogni nuova emergenza, bisognerebbe procedere alla stesura di norme nuove. Tutto questo si chiama Costituzione ed è la fortuna dei cittadini inglesi.

Noi abbiamo una Costituzione che aborrisce il potere assoluto; abbiamo un re che non lo desidera; e abbiamo un popolo che non lo sopporterebbe mai; nessun popolo libero, d’altra parte, vi si sottometterà se non in conseguenza di un inganno o perché costretto con la violenza. Ma una società non può mai sentirsi troppo sicura di fronte a questo male terribile, l’ultimo di tutti i mali; il quale può imporsi su di essa in virtù di molte cause, anche di talune che a prima vista non sembrano minacciare alcunché. E di tutte quelle cause nessuna appare tanto un presagio quanto la povertà generalizzata, che produce certamente uno scontento generale, padre delle rivoluzioni. E a cosa possa condurre tale situazione, nessun uomo può mai predirlo; poche ribellioni di questo tiposi sono sviluppate senza coinvolgere eserciti - un rimedio che è quasi sempre peggio del male. Ciò che è preso dai soldati, deve essere mantenuto dai soldati; e abbiamo già visto qual è la tremenda immagine di un governo militare; un governo che, nella migliore delle ipotesi, è violento e sanguinario, e perennemente incompatibile con la legge e la proprietà privata.

[Cato’s Letters, Antologia, a cura di Carlo Lottieri, Liberilibri, Macerata, 1997, p.23]