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La sindrome del 50% (ma anche del 99,5%)

Nicola Gratteri
Nicola Gratteri

Ci sono vari modi di partecipare al dibattito sulla giustizia e sulle proposte di riforma in campo.

Un noto e autorevole magistrato preferisce farlo coi numeri.

Servirebbe un sistema giudiziario diverso da quello che c’è ora e non ne parliamo se dovesse essere approvata la riforma della giustizia discussa in questi giorni. Sarà la fine, un depotenziamento del 50% nel contrasto alle mafie[1].

"Se io taglio il 50% dei processi, come le rapine o i reati gravi contro la pubblica amministrazione che non si celebreranno più in appello e in Cassazione perché dato il numero dei magistrati si celebreranno solo i processi con detenuti, tutti gli altri andranno in coda” e dunque “Il 50% dei processi anche gravi non si celebreranno con la riforma Cartabia e le nuove norme sulla prescrizione[2].

Questo per la riforma Cartabia.

Non sono i primi numeri addotti dall’interessato a sostegno delle sue tesi.

Ci sono anche quelli sulla condizione dei detenuti in epoca Covid: “I contagiati in carcere sono 159 su 62mila detenuti. Intanto ottomila persone sono uscite di cella, diminuendo si sovraffollamento carcerario. Ma intanto sono state scarcerate 400 persone che erano detenute al 41bis o in alta sicurezza. In nome di un pericolo di contagio che non si è manifestato. I detenuti avevano il 99,5 per cento di possibilità di non infettarsi: a dirlo è il Garante nazionale delle private libertà. Era più pericoloso fare la spesa al supermercato che stare in carcere[3].

E poi i voti controllati dalla ‘ndrangheta: "Quanti voti riesce a garantire l’associazione mafiosa in Calabria? In alcuni territori ad alta densità ‘ndranghetista possiamo parlare anche del 30 per cento"[4].

E, per finire la carrellata, un intervento in ambito pensionistico (ma avvisando i lettori che il numero c’è ma non la percentuale):Abbiamo bisogno di più forze dell’ordine sul territorio e stiamo pagando ancora oggi quella scelta scellerata del 2010 di bloccare le assunzioni e ora con “Quota 100″ il problema aumenterà[5].

C’è chi teme i numeri, c’è chi non li comprende e ne ha addirittura paura, particolarmente chi è alle soglie della terza età o le ha già oltrepassate.

Quel noto e autorevole magistrato non è tra costoro.

Lui ha un feeling con i numeri, li comprende, li gestisce, li padroneggia, li schiera a sostegno delle sue autorevoli tesi.

E i numeri ovviamente lo ricambiano, lo adorano, lo seguirebbero fino all’inferno.

Lo stesso dicasi per la statistica che il nostro padroneggia senza esitazioni.

E quindi che dire? Solo uno sciocco come Trilussa avrebbe potuto dire che

“da li conti che se fanno

seconno le statistiche d’adesso

risurta che te tocca un pollo all’anno

e, se nun entra nelle spese tue,

t’entra ne la statistica lo stesso

perch’è c’è un antro che ne magna due”.

 

[1] Il Corriere della Calabria, 27 luglio 2021, a questo link.

[2] ADNKRONOS, 20 luglio 2021, a questo link.

[3] Il Dubbio, 13 maggio 2020, a questo link.

[4] Antimafia2000, 9 marzo 2019, a questo link.

[5] Zoom24, 20 marzo 2019, a questo link.