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L’etichetta alla corte di Versailles - Il privilegio dell'Opéra

La poesia paga i debiti
L’etichetta alla corte di Versailles - Il privilegio dell'Opéra
L’etichetta alla corte di Versailles - Il privilegio dell'Opéra

Il re volle vedere quella Pastorale d’Issy insieme a Mazzarino e alla corte; fu montata a Vincennes: tutti furono incantati. Le pastorelle in scena avevano da quindici a ventidue anni, e Anne Fonteux ebbe il raro titolo di cantante ordinaria della camera del re. Lully, che fino ad allora aveva riso di quella musica, vedendo che rendeva tantissimo, chiese al re il privilegio di poter fare lui solo l’opera, e trarne profitto. Perrin e Robert Cambert, il compositore, si opposero: e anche il ministro Colbert, che trovava ingiusto il privilegio. I cortigiani protestavano che Lulli avrebbe guadagnato somme immense, e che era meglio stimolare la competizione tra i musicisti. Ma “Lulli chiese quella grazia al re con tanta forza e importuna insistenza che il re disse a Colbert che non poteva fare a meno di quell’uomo per i suoi divertimenti, e che, nel timore che mollasse tutto, bisognava accordargli quello che chiedeva: il che fu fatto l’indomani stesso”. Lulli farà dei tali guadagni, rispondeva Colbert ai cortigiani, che i musicisti saranno indotti a emularlo: “tanto è vero che i ministri sanno sempre giustificare le decisioni del padrone”.

 Alla morte di Lulli, il privilegio dell’Opéra andò al genero, Nicolas Francini detto Francine, che era stato maitre d’hotel del re.

 [Daria Galateria: L’etichetta alla corte di Versailles, Sellerio editore Palermo, p.225-226]