Niccolò Machiavelli (1469-1527) IL PRINCIPE
(Capitolo III, De principatibus mixtis)
È ben vero che, acquistandosi poi la seconda volta e’ paesi rebellati, si perdono con più difficultà; perché el signore, presa occasione dalla rebellione,è meno respettivo ad assicurarsi con punire e’ delinquenti, chiarire e’ sospetti, provvedersi nelle parti più deboli. In modo che, se a fare perdere Milano a Francia bastò, la prima volta, uno duca Lodovico che romoreggiassi in su’ confini, a farlo di poi perdere la seconda li bisognò avere, contro, el mondo tutto, e che li eserciti sua fussino spenti o fugati di Italia: il che nacque dalle cagioni sopradette. Non di manco, e la prima e la seconda volta, li fu tolto. Le cagioni universali della prima si sono discorse: resta ora a dire quelle della seconda, e vedere che remedii lui ci aveva, e quali ci può avere uno che fussi ne’ termini sua, per potersi mantenere meglio nello acquisto che non fece Francia. Dico, per tanto che questi stati, quali acquistandosi si aggiungono a uno stato antiquo di quello che acquista, o sono della medesima provincia e della medesima lingua, o non sono. Quando e’ sieno, è facilità grande a tenerli, massime quando non sieno usi a vivere liberi; et a possederli securamente basta avere spenta la linea del principe che li dominava, perché nelle altre cose, mantenendosi loro le condizioni vecchie e non vi essendo disformità di costumi, li uomini si vivono quietamente; come s’è visto che ha fatto la Borgogna, la Brettagna, la Guascogna e la Normandia, che tanto tempo sono state con Francia; e benché vi sia qualche disformità di lingua, non di manco e’ costumi sono simili, e possonsi fra loro facilmente comportare. E chi le acquista, volendole tenere, debbe avere dua respetti: l’uno, che il sangue del loro principe antiquo si spenga; l’altro, di non alterare né loro legge né loro dazii; talmente che in brevissimo tempo diventa, con loro principato antiquo, tutto uno corpo.
(Capitolo III, De principatibus mixtis)
È ben vero che, acquistandosi poi la seconda volta e’ paesi rebellati, si perdono con più difficultà; perché el signore, presa occasione dalla rebellione,è meno respettivo ad assicurarsi con punire e’ delinquenti, chiarire e’ sospetti, provvedersi nelle parti più deboli. In modo che, se a fare perdere Milano a Francia bastò, la prima volta, uno duca Lodovico che romoreggiassi in su’ confini, a farlo di poi perdere la seconda li bisognò avere, contro, el mondo tutto, e che li eserciti sua fussino spenti o fugati di Italia: il che nacque dalle cagioni sopradette. Non di manco, e la prima e la seconda volta, li fu tolto. Le cagioni universali della prima si sono discorse: resta ora a dire quelle della seconda, e vedere che remedii lui ci aveva, e quali ci può avere uno che fussi ne’ termini sua, per potersi mantenere meglio nello acquisto che non fece Francia. Dico, per tanto che questi stati, quali acquistandosi si aggiungono a uno stato antiquo di quello che acquista, o sono della medesima provincia e della medesima lingua, o non sono. Quando e’ sieno, è facilità grande a tenerli, massime quando non sieno usi a vivere liberi; et a possederli securamente basta avere spenta la linea del principe che li dominava, perché nelle altre cose, mantenendosi loro le condizioni vecchie e non vi essendo disformità di costumi, li uomini si vivono quietamente; come s’è visto che ha fatto la Borgogna, la Brettagna, la Guascogna e la Normandia, che tanto tempo sono state con Francia; e benché vi sia qualche disformità di lingua, non di manco e’ costumi sono simili, e possonsi fra loro facilmente comportare. E chi le acquista, volendole tenere, debbe avere dua respetti: l’uno, che il sangue del loro principe antiquo si spenga; l’altro, di non alterare né loro legge né loro dazii; talmente che in brevissimo tempo diventa, con loro principato antiquo, tutto uno corpo.